Caso studio di una cavalla da salto ostacoli: l’importanza degli esami del sangue

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Cavallo che galoppa in un paddock

Dalla scuderia alla montagna: l’impatto sulla salute e le difficoltà locomotorie

L’interpretazione degli esami del sangue del cavallo da parte del medico veterinario riveste un ruolo essenziale nella diagnosi e nel trattamento delle patologie equine. A tal proposito, il secondo caso clinico presentato da horseshowjumping.tv è quello di una cavalla da salto ostacoli di 10 anni .

Cambiamenti nella routine e nell’ambiente di stabulazione del cavallo

Da circa un anno, per motivi personali della proprietaria, la cavalla in questione è stata ritirata dall’attività agonistica. Per il mese successivo al ritiro è stata data in fida a persona di fiducia, con cui ha solamente svolto lavoro in piano, e successivamente è stata messa completamente a riposo senza più essere montata o messa al lavoro in giostra.

Durante questo tempo la stabulazione è stata di tipo tradizionale, con permanenza in ampio box in truciolo ventilato durante le ore notturne e in paddock di circa 12m x 12m durante il giorno. L’alimentazione prevede circa 12 kg di fieno polifita al giorno e, una volta a settimana, un pastone liquido.

Segni clinici e valutazione del veterinario 

Una settimana prima della visita, la proprietaria della cavalla ha preso la decisione di trasferirla dalla sua scuderia abituale a un vasto paddock situato in una zona di montagna. Questo terreno recintato, esteso per circa 6 ettari, presenta una conformazione mista: per metà pianeggiante e per metà ondulato e scosceso, con capannina di ricovero con lettiera in paglia. E’ fornita un’alimentazione con fieno disponibile in quantità illimitata e, inoltre, nello stesso spazio vi sono altri tre cavalli, tutti intorno ai 20 anni d’età, anch’essi in fase di riposo e senza alcuna attività lavorativa.

Viene richiesta la visita clinica per difficoltà locomotorie, in particolare viene notata una sensazione di rigidità muscolare e respiro affannoso quando la cavalla corre al trotto o al galoppo verso la proprietaria o con gli altri cavalli.

La visita clinica evidenzia una leggera tachicardia a riposo (42 battiti) e respiro affannoso dopo pochissimi minuti di sgambata alla corda. E’ presente inoltre dolore muscolare alla schiena, specialmente nella regione lombosacrale dove si rileva un’ampia area di contrattura muscolare, visibile anche per un’evidente asimmetria della groppa.

Non è presente zoppia, tuttavia si eseguono delle lastre RX di controllo alle estremità distali degli arti senza però evidenziare alcun segno radiograficamente significativo.

Oltre a terapia sintomatica antidolorifica, e ad un integratore ricostituente con selenio, vitamina E e vitamine del gruppo B per via orale, si prescrive qualche giorno di riposo in paddock più piccolo rispetto a quello iniziale, trattamento osteopatico e si eseguono esami del sangue di routine. Data la difficoltà logistica per la localizzazione montana del luogo di prelievo, e dal fatto che la visita viene fatta in giorno di ponte festivo, dal momento del prelievo all’arrivo del campione al laboratorio trascorrono circa 48 ore.

Gli esiti degli esami del sangue del cavallo: interpretazione e definizione del trattamento

L’esito evidenza un valore anomalo e eccezionalmente alto di potassio, il valore di Mean Cell Volume (MCV) leggermente aumentato, cosi come il valore piastrinico, e il valore di Mean Corpuscular Haemoglobin Concentration (MCHC) leggermente diminuito. Tali referti, considerando come detto un tempo di processazione del campione in ritardo rispetto alle normali linee guida, sono da considerarsi artefatti tipici, in quanto valori molto sensibili al fattore tempo; pertanto senza particolare significato patologico.

Il valore di creatichinasi (CK) risulta invece attendibile anche qualora i tempi di processazione del campione risultino ritardati. La CK aumenta lievemente in caso di sforzi muscolari eccessivi, eccessivo allenamento o trasporti troppo lunghi, o in maniera considerevolmente più alta (oltre 1000 U/l), in caso di patologie infettive o metaboliche che coinvolgono più massicciamente il tessuto muscolare.

Tale valore riscontrato (533 U/l) risulta quindi compatibile con un eccessivo sforzo fisico da parte della cavalla.

Consulta gli esiti degli esami del sangue qui:

L’approccio terapeutico

Pur trattandosi di una cavalla dal passato agonistico (a livello amatoriale), essa ha comunque trascorso quasi un anno senza lavoro (se non quello saltuario alla corda) e alternando la stabulazione tra box e paddock pianeggiante.

Il veloce cambiamento dalla scuderizzazione “tradizionale” allo stato “semi-brado”, pur comportando benefici etologici enormi, ha portato l’animale a dover sostenere uno sforzo fisico a cui non era del tutto abituato, soprattutto avendo a disposizione diversi ettari, alcuni dei quali tra salite e discese, e stimolato dagli altri cavalli a muoversi all’interno di questi spazi per molte ore durante il giorno.

Il trattamento in questo caso non è limitato alla sintomatologia dolorifica, ma deve necessariamente essere multimodale e prevedere anche un’integrazione che mira al ripristino della muscolatura danneggiata, e un adeguato trattamento osteopatico.

In ultimo, si rileva l’importanza di rispettare, quando possibile, i tempi di consegna dei campioni e, se ciò non è possibile per motivi logistici, saperne riconoscere gli artefatti che potrebbero portare a conclusioni errate nell’analisi degli esami del sangue del cavallo.

In collaborazione con il medico veterinario Matteo Villa

© Riproduzione riservata.

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