Al Sultano Ahmed Al Baloushi la prestigiosa “HH The President of Emirates Endurance Cup”

Come ogni anno, all’Endurance Village di Al Wathba di Abu Dabi, si è disputata la prestigiosa gara dedicata al “HH The President of Emirates Endurance Cup”, una 160 km che, dalla sua prima edizione, non ha mai deluso sotto ogni aspetto i fans di tutto il mondo che, quando non vanno direttamente a gustarsi la bellezza di quelle terre e della gara, ne seguono l’andamento via etere.
Una competizione che non priva mai gli appassionati di emozioni, quali la velocità fatta segnare in questa ultima edizione dal binomio vincitore, l’autoctono Sultano Ahmed Al Baloushi che, con l’arabo Chalandre El Sharif, ha camminato ai 25,18 km/ora, facendo registrare il nuovo record della corsa.
E questa impresa l’ha ottenuta sullo stesso cavallo montato nella edizione passata, quando aveva fatto registrare una velocità, 24,560 km/h, velocità che pareva insuperabile tanto che il piccolo arabo di tredici anni alto 145 cm al garrese venne detto, dopo quella impresa, il “pony magic” e per gli enduristi più accaniti e più competenti quali sono i francesi “le cheval du siècle”.
A noi personalmente quelle velocità ci sorprendono e ci spaventano.
Il Sultano Ahmed Al Baloushi (UAE) della scuderia Al Reef Stables superava in volata dopo, 100 miglia a quelle velocità, il connazionale Ali Khalfan Al Jahouri su Kalifa del Al Whathba Stables mentre terzo si classificava, a 6 minuti, Majed Mohd Salman Al Sabri che montava un bel arabo Armin s Zulu/P, un cavallo della scuderia dello Sh Mohd Rashid Al Maktoum ed i primi dieci giungevano al traguardo entro una mezz’oretta dal primo.
Per la cronaca l’ungherese Eniko Odor su Gazal Bator della scuderia Odor Lajos, ultimo qualificato, quarantaseiesimo, tagliava il traguardo sei ore dopo il primo alla media di 10,07 km/ ora.
La prudenza è la prima delle virtù, non so come si dica in ungherese.
Una grande gara in un grande contesto che ha visto ben 106 binomi al via.
Erano presenti francesi, spagnoli, polacchi, britannici, tedeschi, belgi, olandesi, estoni, ungheresi, sloveni, australiani, nordamericani, canadesi, indiani, brasiliani, argentini, uruguagi e quelli dei paesi vicini, Oman, Pakistan ed una botta di autoctoni, 52 e via discorrendo, ma mancavano gli italiani che su queste sabbie nel 2005, con la squadra composta da Gianluca Laliscia, Pietro Moneta, Angela e Diana Origgi, s’erano aggiudicato il Campionato del Mondo.
I padroni di casa si piazzavano nelle prime quattordici piazze tra i quarantasei che hanno terminato la gara e la prima europea era la francese Sarah Chakil su Caid Des Ages del Fazza Endurance Team, mentre ben 60 binomi restavano ai cancelli e quasi tutti per zoppie dei cavalli, solo una mezza dozzina per problemi metabolici e qualche ritiro.
Alla prossima.
Mauro Beta