Animali e ambiente: operazione Arca di Noè per salvare un ecosistema in Brasile

Affrontiamo in questa pubblicazione un tema che viene purtroppo molto spesso sottovalutato, quello dell’inquinamento ambientale è un argomento davvero molto delicato in quanto incide profondamente sull’ecosistema e sulla vita degli animali, particolarmente cari soprattutto a chi, per lavoro o per passione, è strettamente a contatto con loro e ha modo di apprezzarli fino in fondo.
Il disastro che ha colpito il Brasile lo scorso 5 novembre rischia di lasciare dietro di sè danni irreparabili
all’ambiente ed all’ecosistema dopo il crollo delle dighe minerarie e lo sversamento di oltre cinquanta milioni di metri cubi di fanghi, che potrebbero contenere residui altamente tossici provenienti dalla lavorazione mineraria degli stabilimenti situati nei pressi del Rio Doce.
Biologi, associazioni ambientaliste e animaliste hanno lanciato l’allarme ambientale in tutto il paese (e non solo), consci che a rischio non vi sono solamente intere specie animali ma l’intero ecosistema locale.
La paura è che si ripeta un disastro ambientale delle medesime proporzioni di quello che colpì il Golfo del Messico nel 2010, in seguito all’esplosione verificatasi sulla petroliera Deepwater Horizon che provocò la fuoriuscita di milioni di metri cubi di petrolio riversatisi nell’Oceano Atlantico.
La rottura delle dighe, costruite per contenere i liquidi contenenti i residuati delle lavorazioni minerarie di
proprietà di una grossa azienda del settore, è avvenuta in seguito al terremoto che ha violentemente colpito il villaggio di Bento Rodrigues a Mariana, situato sulle sponde del Rio Doce.
Una zona estremamente delicata dal punto di vista biologico poichè qui dimorano e nidificano numerose specie protette come ad esempio le tartarughe marine, in via di estinzione e particolarmente sensibili ai cambiamenti chimici dell’acqua.
Oltre alle tartarughe marine numerose altre specie animali che abitano iil corso d’acqua rischiano di essere decimate per l’assenza di ossigeno nelle acque del Rio Doce.
A farne le spese ovviamente anche molte altre specie animali terrestri tra cui anche gli animali da soma e da lavoro presenti nell’area, molti di essi sono morti travolti dalla valanga di fango e moltissimi altri rischiano di soccombere all’assenza di acqua potabile.
Per questo è stata lanciata l’Operazione Arca di Noè, una task force avviata congiuntamente dal Pubblico Ministero, il procuratore di stato, diversi organi di governo e le associazioni di pescatori che coinvolge pescatori specializzati ed associazioni ambientaliste per affrontare la delicata missione di salvataggio delle diverse specie animali che vivono in quell’area.All’operazione Arca di Noè stanno partecipando anche centinaia di famiglie e abitanti della zona affiancati ai 50 pescatori reclutati per l’intervento di bonifica, un comunicato recente della BBC Brasil riferisce che le operazioni sono tuttora in fase di svolgimento con l’obiettivo di trasferire il maggior numero di pesci in acque non contaminate per poter ripulire e depurare il corso d’acqua principale.I volontari dell’Operazione Arca di Noè riceveranno presto dei soccorsi tramite un’azione civile avviata dal Miistero Pubblico do Espirito Santo mentre si continua ad invitare la popolazione a partecipare attivamente alle operazioni di salvataggio anche tramite WhatsApp, dove compaiono foto e aggiornamenti in tempo reale delle operazioni di salvataggio.Ad intervenire sul posto anche la first lady brasiliana Dilma Rousseff, la quale una volta preso atto della situazione ha promesso indagini approfindite sulle responsabilità dell’azienda proprietaria delle strutture, che nel frattempo è già stata multata per 250 milioni di reais (circa 60 milioni di euro).
L’azienda proprietaria degli stabilimenti, nonostante la morìa di pesci già riscontrata durante la fase di soccorso, nega la presenza di sostanze tossiche nei residui minerari ma numerosi analisti e biologici sono stati convocati a rapporto per stimare l’entità dei danni provocati dall’incidente: una valutazione sulla situazione attuale indica che lo sversamento di liquidi contaminati dai residui chimici ha provocato una diminuzione dell’ossigeno nelle acque del fiume a livelli che rasentano lo zero per cento, con potenziali conseguenze anche per l’ecosistema terrestre locale e per la popolazione: 19 i dispersi, 600 sfollati e oltre 250 mila persone insieme a tutte le specie animali terrestri si trovano privati della loro principale fonte di acqua potabile.La multa inflitta all’azienda proprietaria delle strutture il cui nome è citato da diverse fonti è un primo e minuscolo passo verso la civiltà, una civiltà intesa in senso globale di responsabilità verso le popolazioni (umane, animali e vegetali) che regolarmente pagano le conseguenze di comportamenti scorretti e incoscienti di molte aziende, ma urge anche un senso di responsabilità civile da parte dei consumatori che hanno il dovere di selezionare con attenzione i beni di consumo ed i prodotti valutando anche l’etica dell’azienda di provenienza, uno sforzo più che fattibile anche nelle piccole spese giornaliere, come ad esempio evitare i prodotti contenenti olio di palma.
source: www.bbcbrasil.com / globo.com / Lifegate
(MC)