Quando i cavalli guardano le stelle.
Un viaggio semiserio nel lato segreto, surreale e cosmico del mondo equino.
Quando i cavalli sognano le stelle: cronache surreali dal regno degli zoccoli
C’è un momento, tra il crepuscolo e la prima stella, in cui i cavalli sembrano sospendere il ritmo del mondo. Non brucano, non galoppano, non nitrano. Stanno lì, immobili, come se stessero aspettando un segnale segreto proveniente dallo spazio. È proprio in quell’istante, sostengono alcuni appassionati osservatori, che i cavalli sognano.
E non sognano pascoli o recinti più ampi. No. Secondo un gruppo di etologi con una spiccata inclinazione per l’immaginazione, i cavalli sognerebbero di volare.
Il mistero del “galoppo cosmico”
Le prove? Nessuna, naturalmente. Ma basta guardare un cavallo nel pieno della sua corsa per cogliere un indizio: quelle falcate sospese, quell’attimo in cui le quattro gambe non toccano terra, quella linea perfetta tra forza e leggerezza. Alcuni lo chiamano “galoppo sospeso”, ma i più romantici lo definiscono “galoppo cosmico”.
Secondo loro, in quel micro-secondo il cavallo ricorda un’antica vocazione stellare.
La teoria dei cavalli-antenna
C’è poi chi giura che la criniera, quando fruscia contro il vento, funzioni come una piccola antenna intergalattica. Un cavallo in corsa, dunque, sarebbe una sorta di modem vivente, pronto a ricevere messaggi misteriosi dal cosmo: consigli di costellazioni, gossip galattici, forse persino ricette di fieno a bassa gravità.
Naturalmente, gli scienziati veri non hanno espresso pareri sulla questione. Forse perché non li abbiamo interpellati.
Le mode equine più improbabili
Mentre gli studiosi inventati raccolgono dati inventati, nel frattempo i cavalli continuano a dettare tendenze. Pare che l’ultima moda nelle scuderie più esclusive sia il “sonnellino zen di gruppo”: tre cavalli distesi, uno in piedi a fare da guardia, e un’aria di meditazione collettiva che farebbe invidia anche ai monaci tibetani.
Altri, invece, si cimentano in quella che i loro proprietari definiscono “danza spontanea”: piccoli saltelli con movimenti laterali sincronizzati. Nessuno sa se sia realmente una forma d’arte o semplicemente una protesta perché la cena sta tardando.
Perché ci affascinano così tanto?
Forse i cavalli non sognano le stelle e non ricevono messaggi cosmici, ma di certo hanno una qualità rara: riescono a trasformare qualunque cosa – un prato, una corsa, un semplice sguardo – in un frammento di poesia.
E se questa non è magia, allora che cos’è?
RL – HSJ
foto Rastan
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