Cavalli in piazza, l’ultima spiaggia

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Domani corteo a Roma – di Antonio Terraneo – C’è qualcosa di strano e di molto grave nell’aria. Nel momento in cui troviamo, nello stesso spazio, San Michele Arcangelo abbracciato a Lucifero, Don Camillo a Peppone o Berlusconi e Veltroni che combattono la stessa battaglia, dobbiamo iniziare a preoccuparci. Domani, nel piccolo mondo dell’ippica, un simile fatto si verificherà: trotto e galoppo insieme, comparti che fra loro si amano come cani e gatti. Proprietari, guidatori, allevatori, allenatori, driver e fantini sfileranno insieme ai cavalli per lanciare un grido disperato, affinché le istituzioni competenti salvino l’antico mondo di uomini e cavalli. Alle 11 della mattina, da tutta Italia, giungeranno pullman carichi di disperati che, per una volta, invece che negli ippodromi, si troveranno a Roma per manifestare in un lungo corteo itinerante, le cui principali fermate saranno la sede dei monopoli di Stato, il Ministero dell’Agricoltura e quello dell’Economia. Sono questi gli avamposti, dietro le cui pareti di gomma albergano quei poteri forti in grado di invertire un trend disastroso. Un cammino all’indietro che assomiglia ad una marcia funebre, intrapreso dalle figure alternatesi ai posti di comando di un settore che, se solo fosse stato gestito con la giusta coscienza del buon padre di famiglia, sarebbe oggi un fiore all’occhiello del nostro sistema economico e sportivo. Questo secondo aspetto, in realtà, ha poco da invidiare a tutti gli altri rabberciati e claudicanti settori che compongono l’universo dello sport italiano, riuniti sotto la bandiera a mezz’asta del Coni.

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