Cavalli nell’arte: Il cavallo creato dal genio di Leonardo

Uno degli aspetti artistici più affascinanti sono gli studi effettuati dagli artisti sui soggetti, senza dubbio fondamentali per capire il percorso effettuato dall’artista per arrivare a produrre l’opera stessa, i quali possono avere tempi più o meno lunghi a seconda dell’esecutore. Non sempre questi studi conducono alla realizzazione definitiva del lavoro ideato dall’artista per diversi motivi, ad esempio per l’abbandono del progetto o per la morte dell’artista stesso: è questo il caso di oggi, infatti Leonardo Da Vinci della statua che aveva pensato come monumento a Francesco Sforza non ci ha lasciato che i suoi disegni di studio: la statua venne infatti realizzata seguendo il progetto Vinciano, ma solo di recente (nel 1999) e posta nel piazzale antistante l’ippodromo di San Siro a Milano.
I quaderni Vinciani sono disseminati di appunti, note e schizzi riguardanti i più svariati campi della conoscenza, dall’architettura alla filosofia, passando per gli studi scientifici, compresi quelli di anatomia, sia umana che animale: Leonardo, artista eclettico e geniale inventore, tra i suoi lavori annovera infatti numerosi e dettagliati disegni di studio anatomico, tra i quali il celebre uomo vitruviano, testimone della filosofia leonardiana in cui il corpo umano diventa l’unità di misura di tutte le cose.
I disegni di studio sul cavallo di bronzo per il monumento a Francesco Sforza sono stati realizzati tra il 1482 e il 1493, nel periodo in cui Leonardo lavorava alla corte degli Sforza a Milano, l’opera venne commissionata a Leonardo dal figlio di Francesco Sforza, Ludovico detto il Moro, che voleva fosse la statua equestre più grande mai realizzata.
Leonardo sapeva che la qualità del cavallo era di fondamentale importanza per sottolineare lo spessore del personaggio, così studiò a fondo e dettagliatamente le forme anatomiche dei cavalli nelle scuderie sforzesche, seguendo con molto interesse anche il rilassamento e la tensione muscolare, per dare alla statua maggiore espressività. Nella raccolta dei disegni effettuati a punta d’argento su carta azzurrata, chiamata Royal Collection e conservata nella biblioteca Windsor, troviamo infatti immagini di cavalli in differenti pose e angolazioni: dal cavallo in impennata che si scaglia contro il nemico (probabilmente l’idea originaria di Leonardo per la statua, ma viste le dimensioni una simile posa avrebbe creato troppi problemi circa la distribuzione dei pesi e la conseguente stabilità), al cavallo al passo di profilo, fermo di fronte, dettagli degli arti, del collo e della testa.
Il cavallo al passo sarebbe stato il progetto definitivo, ma quando tutto fu pronto per la fusione, l’enorme quantitativo di bronzo richiesto (100 tonnellate) non era più disponibile; di fatto però Leonardo riuscì a realizzare quanto chiesto dal suo committente: la statua equestre più grande del mondo (più di sette metri di altezza), della quale fu preparato un modello in creta, il quale venne esposto al pubblico nel 1493 suscitò grande ammirazione e che ora è purtroppo andato perduto.
(CM)