Dalla debacle di Roma all’argento di Windsor. Qual’è la vera Italia?

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Come è successo?. Anzi, cosa è successo?. Avevamo lasciato Piazza di Siena con una sala stampa rovente di polemiche per la prova incolore della nostra squadra di salto ostacoli in Coppa Nazioni e ci ritroviamo a distanza di tre mesi a commentare una medaglia d’argento ai campionati europei. C’è qualcosa che certamente ci sfugge. Possibile che quei cavalli considerati racchette da ping pong siano oggi paragonabili a pregiate corde dei migliori tennisti di Wimbledon? Possibile che cavalieri demotivati ed autori delle opache prove romane abbiano ritrovato lo smalto dei loro giorni migliori solo grazie ai consigli di un nuovo direttore tecnico? Eppure i risultati sono li a confermare questa metamorfosi. Un cambiamento in soli novanta giorni che stupisce. Avevamo scritto dopo Dublino che una rondine non fa primavera, cercando di frenare la generale euforia esplosa intorno alla squadra italiana. Dopo le notizie provenienti da Windsor non è più possibile scrivere di una rondine transitata per puro caso nel cielo della F.I.S.E. ma contemporaneamente è doveroso attendersi delle convincenti risposte su questo improvviso cambio di rotta da parte di chi sovrintende questa disciplina sportiva. Non solo i complimenti di rito agli artefici del successo italiano ma una analisi corretta e veritiera del come e perchè si è passati metaforicamente da un cielo plumbeo ad uno terso. Il popolo del salto ostacoli ha il diritto di conoscere le ragioni di questo “piccolo miracolo“.
(Bruno Delgado)

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