Due cuori, un podio: a Marina di Pisa per storie di passione.

Due cuori. Ci sono medaglie che valgono più dell’oro, sono quelle conquistate con il cuore, con la fatica silenziosa e con la forza dell’amore.

È il caso di Elena Niccolaini, amazzone toscana, che lo scorso 27 aprile a Marina di Pisa, in occasione della CEN A 40 km. di endurance, è salita sul podio portando con sé il suo trofeo più grande, il figlio Lio, nato appena due mesi fa e già parte di una storia che sa di passione, di coraggio e di futuro.
Entrambi vestivano con orgoglio la t-shirt del circolo ippico Cavallo Maremma, ormai la loro seconda famiglia.

Quel giorno, mentre stringeva al petto il suo bambino durante la premiazione, Elena non indossava solo la medaglia di bronzo, bensì la testimonianza viva di una sfida che è iniziata mesi prima, quando ha continuato ad allenarsi anche durante la gravidanza, fedele al legame profondo con il suo compagno di avventura a Marina di Pisa, Eliszjr, cavallo di proprietà di Danilo Mori.

La gara, pur non essendo una coppa del mondo, è diventata per lei una tappa indimenticabile.
Non per il podio in sé, ma per tutto ciò che rappresenta. “Quel giorno era anche il complimese di Lio”, racconta Elena con un sorriso che illumina più della medaglia. “Averlo con me è stato come avere una forza in più, un motivo in più per non mollare.”

Con Eliszjr ha affrontato ogni chilometro con la consapevolezza che dietro ogni passo c’era molto più di una competizione; c’era una mamma che non ha rinunciato a sé stessa, una donna che ha scelto di continuare a cavalcare seguendo il ritmo del suo cuore e di quello del figlio che portava dentro.

“È stato un percorso pieno di emozioni, non sempre facile” — ammette — “ma non avrei potuto immaginare un modo più bello per tornare in gara.
Ho continuato ad allenarmi fino a due mesi prima del parto e già 20 giorni dopo ero in gara. Tutto questo grazie al supporto del mio compagno e della mia amica e istruttrice Chiara Bellini che mi ha saputo sostenere e affidare i cavalli giusti! Questa esperienza è stata importante per me anche per allontanare le tristezze e le insicurezze che possono sorgere durante la gravidanza.
Ringrazio mio babbo e i tanti amici dell’endurance che mi hanno spronato a continuare e a coltivare la mia passione, l’endurance”.

Lio, avvolto nella tutina e cullato dalle mani sicure della mamma, ha già calcato un podio. Forse un giorno ne calcherà altri, magari a fianco di Eliszjr o di un altro compagno d’avventura.

Ma anche se prenderà un’altra strada, porterà sempre con sé quell’immagine, una madre che corre, lotta, vince con lui nel cuore e tra le braccia.

HSJ X FISE

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