Endurance – Nella President Cup, FEI-CEI*** di 160 km. disputata ad Al Wathba (UAE), s’allineano al via 128 cavalieri

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Deserto ver

di Mauro Beta
Nessun binomio italiano ha partecipato alla seconda importante gara di endurance disputata negli Emirati Arabi che, come ogni febbraio, richiama cavalieri da tutto il mondo, tranne il sardo Marco Sardo che, in sella ad un cavallo della scuderia per la quale lavora negli Emirati, Ramses, veniva fermato dopo la quarta tratta. Per noi era presente anche l’umbra Chiara Rosi con due cavalli della sua scuderia Freedom Horse Riding ben conosciuti, Gardu Pintu e Filieri, montati rispettivamente dall’amazzone polacca Ola Natalia Ciesielska e dalla svedese Annelie Eriksson e mentre il primo si piazzava al 40° posto, camminando alla media di16,19 km/ora, il secondo purtroppo non partiva per problemi veterinari dell’ultimo minuto. Lo stesso problema che ha costretto l’ unico binomio italiano invitato, il celebre binomio Diana Origgi e Eureka della Bosana al ritiro. Centoventotto cavalieri alla partenza rappresentanti diciotto nazioni. Erano di scena, ad oltre una botta di padroni di casa, cavalieri indiani, del vicino Oman, del Marocco, del Sudan, del Pakistan, e giunti dall’Australia, dagli USA, dall’Argentina, dall’Australia, dal RSA e, dall’Europa, francesi, britannici, spagnoli, olandesi, svedesi, belgi, slovacchi, norvegesi, tedeschi e dall’Italia abbiamo detto. Quarantotto hanno portato a termine la prova e lo Sheicco Hazza Bin Sultan Al Nahyan, sul bell’arabo Glenmorgan, si è imposto alla media importante  di 25.16 km/h, superando i connazionali Sultan Ahmed al Balouschi su Cronus e Fatma Jassem Saeed Al Marri su Ohio.

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