Endurance – tracciati del Medio Oriente sotto accusa dalle Federazioni Nazionali: Troppi infortuni. La Fei corre ai ripari.

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La Fei è al lavoro in questi giorni per programmare un sistema di sorveglianza dagli infortuni (ISS) in risposta alle polemiche legate ai numerosi decessi (una decina ogni anno) di cavalli impegnati nelle prove di endurance, specialmente per quanto riguarda quelle che si svolgono in Medio Oriente, il sistema dovrebbe essere attivato il prossimo autunno.
Questa iniziativa nasce soprattutto dopo le numerose ed insistenti pressioni provenienti dalle federazioni europee, che hanno osservato un nesso tra i decessi e le gare in territorio mediorientale, le quali in media producono tracciati più lunghi, più veloci e di conseguenza più impegnativi, forse fin troppo.
Perciò la Fei monitorerà la situazione più da vicino, si è svolta la scorsa rettimana una riunione del Comitato appositamente costituito, il Fei Endurance Strategic Planning Group, che ha speso tutta una giornata di lavoro nell’ultimo incontro a Losanna per affrontare le varie problematiche messe sotto accusa.
La riunione è stata presieduta da Andrew Finding, il quale informa che progressi sono già stati fatti specialmente in ambito veterinario, ma che ancora c’è molto da fare e parte del lavoro spetterà anche alle Federazioni Nazionali per far sì che il sistema che verrà messo a punto funzioni.
I numeri presi in considerazione sono piuttosto importanti: in media le prove mediorientali sottopongono tracciati da 160 km che vengono percorsi alla velocità media di 26km orari, alcuni studi veterinari hanno evidenziato che la maggior parte delle problematiche fisiche per il cavallo si registrano negli ultimi 15-20 km, che nella maggior parte dei casi vengono affrontati su piste desertiche.
Inoltre sono stati registrati recentemente due casi di sequestro di sostanze proibite, a Newmarket e a Stansted, entrambi legati allo stesso proprietario di cavalli.
Inclusi nel composto vi erano antinfiammatori e analgesici, che il veterinario delegato Fei ha decretato come essere il “classico cocktail endurance“.
Sempre lo stesso sopracitato proprietario sarebbe protagonista di una sconcertante statistica: il 15% dei casi di doping sui 161 intentati al Tribunale Fei dal 2005 sono a suo carico.
Tra gli infortuni più sotto accusa le fratture, che la Federazione belga ha descritto come “di proporzioni inimmaginabili“ circa i livelli di gravità raggiunti, tutto ciò dovuta alla resistenza al dolore imposta dai farmaci che però non evita l’aggravarsi dell’infortunio proseguendo la competizione.
Preoccupante soprattutto la connessione tra infortuni e alta velocità, che ha provocato polemiche soprattutto in Gran Bretagna.
Sta di fatto che la principessa Haya di Giordania in qualità di presidente Fei è corsa ai ripari ed ha allestito questa speciale task force per impostare un programma di controllo e monitoraggio che promuova la responsabilità, il controllo, la cultura e la comunicazione.
fonte: fei.org / beva.org.uk
(MC)

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