“Equus-asinus” – La valle degli Asini

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Ursula, Gemma, Rita, Persica, Tina, Qui, Anticolano e il simpaticissimo e pelosetto Barry White sono gli abitanti della “Valle degli Asini”, un bellissimo allevamento che si trova a Sella di Corno, in provincia dell’Aquila presso l’Azienda Agricola di Vanda Mattei. Da sempre appassionati di “equidi” la famiglia Mattei-Graziani si è imbarcata in questa nuova avventura già da qualche anno. La scelta è caduta sull’Asino di Martina Franca… ma non solo.
Infatti, di recente son state adottate anche Gemma e Rita, una asinella dell’Amiata, l’altra di razza Francese, che si sono subito lanciate nella carriera artistica, debuttando fin da quest’anno in diversi presepi viventi della zona.
L’Asino senza dubbio ispira dolcezza… ma quando questo si presta sicuramente più di altri animali offrendo un servizio inquantificabile come quello che riguarda il suo latte, allora…
Una ventina d’anni fa durante un esame di agronomia un candidato nel bel mezzo di una brillante esposizione ebbe la malaugurata idea di far riferimento alle metodologie dell’agricoltura biologica. Un disastro! Il docente lo zittì umiliandolo pubblicamente: “agricoltura biologica? Qui siamo intellettuali della scienza non poeti! Forse lei ha sbagliato facoltà.” Passarono meno di 10 anni lo stesso docente divenne titolare di una materia specifica sull’agricoltura biologica, nonché impegnato promotore della stessa.
Sostanzialmente è questo il punto: è il gabbiano Jonathan Livingston (che purtroppo vien fuori soltanto da qualcuno di noi) che fa sì che da una poetica idea magari bislacca di qualche sognatore avventuroso si arrivi al pragmatismo della scienza e della tecnica.
Con gli Asini, forse più che in altri settori, è andata esattamente così. Ad oggi infatti al di là dell’aspetto folkloristico è assai raro vedere asini sfruttati nei lavori pesanti, il loro punto di forza è il latte. Un latte buono, con un contenuto di acidi del tutto simile a quello materno e in più molto ricco di lisozima, una proteina caratterizzata da elevata proprietà antibatterica, in grado di proteggere i neonati da possibili patologie.
E’ esattamente questo la mission dell’Azienda Mattei di Sella di Corno: la raccolta del latte destinato a quei soggetti che presentano intolleranze. Inoltre, Vi invito Tutti a visitare l’Azienda perché il Signor Marcello, Vi guiderà in un percorso educativo (ormai purtroppo quasi desueto) alla scoperta di un antico rapporto tra uomo e animale fondato sull’amore e sul rispetto reciproco. Sarà un vero spettacolo vedere come questi animali siano coinvolti nelle quotidiane attività dell’Azienda, liberi e curiosi di osservare ogni passo dei loro amici a due zampe.
Un po’ di storia
Sulle origini dell’asino di Martina Franca non vi sono dati sicuri; le credenze pugliesi, luoghi d’origine, sono quasi concordi nel ritenere che esso derivi dall’asino Catalano importato nella zona dai conti di Conversano, all’ epoca della dominazione spagnola.
Secondo gli esperti (pubbl. L’asino di Martina Franca, Rivista di zootecnia, 1930), la presunta importazione di asini spagnoli sarebbe stata “un episodio isolato“ e riguardante soltanto quindici soggetti, pertanto le osservazioni zootecniche insegnano come un’introduzione accidentale e limitata sia insufficiente a trapiantare una razza in un nuovo ambiente, giacché l’influenza dei nuovi soggetti, in assenza di selezione, viene annullata dalla massa degli animali indigeni.
Questa obiezione ha maggiore valore nel caso dell’asino di Martina Franca, in quanto le leggende popolari non parlano di ulteriori introduzioni oltre a quella effettuata una unicamente all’epoca della denominazione spagnola. Pertanto i tecnici e gli storici ritengono che nella zona di Martina Franca esistesse già da prima un tipo di asino di forme sviluppate e di mantello piuttosto scuro.
L’asino di Martina Franca ha quindi un’origine autoctona, strettamente legata alle campagne dell’ agro di Martina Franca e dei comuni limitrofi.
L’asino di Martina Franca, grazie alla sua mole, è stato esportato in tutto il mondo. Ovunque questo eccezionale asino è stato largamente impiegato per la produzione di impareggiabili muli e come miglioratore di altre popolazioni asinine.
Nel 1926, il Ministero dell’Agricoltura, in collaborazione con l’allora “Regio Deposito Stalloni“ di Foggia, oggi Istituto Regionale Incremento Ippico, e tramite l’Ispettorato Agrario Dipartimentale di Bari, diede inizio alla selezione della razza asinina Martina Franca.

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