Follia di un’asinella al volante

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Asino 4

“Il pensiero e la fantasia non si fanno mai male e tornano sempre a casa“
Non è un’omelia questa e neanche un sermone, bensì un semplice contributo all’educazione stradale.
E’ la storia di un’asinella ed il suo piccolo appena nato che, passeggiando all’imbrunire tra le colline del centro Italia, in prossimità di un incrocio, assistono ad uno spaventoso incidente stradale.
Risultato, due decessi e un ferito.
Alla guida un giovane, patentato da un paio di anni e due compagni di avventure.
Dopo il tragico spettacolo, l’asinella, avviandosi pian piano verso casa, pensa ad alta voce in compagnia del suo nuovo arrivato, sperando possa capire.
“Corri corri, sei il più veloce; che brivido la velocità. Vedere scorrere le doppie strisce continue sulla strada ti dà un brivido e ti rende potente agli occhi dei tuoi amici, che non hanno neanche la macchina.
Senti i cavalli nel motore uno ad uno urlare di gioia, specialmente in primavera e con la strada viscida dalla pioggia.
Sei un vero pilota; accellera, frena, gira, cambia e riaccelera come la “danza della taranta“, come la picchiata di un falco, come la corsa di un purosangue. Adrenalina e sangue nelle tempie.
La concentrazione è al massimo, il distacco dal mondo è reale, o quasi.
Corri corri, ma dove diavolo corri? Non sei davanti ad uno stupido videogioco; quello che stringi tra le mani con orgoglio non è un joistick e quando perdi la vita non c’è bonus che tenga.
I tuoi cari sono a dormire, o cercano di farlo col pensiero rivolto a te.
Perchè devi buttare via la tua vita per un’insensata corsa che puoi solo perdere?
Sai quanti ne ho visto di cavalli lucidi e splendenti correre; il loro premio era una stalla sempre pulita, ottimo fieno e mangimi in quantità, mentre il padrone intascava quattrini e comprava bolidi ai figli e gioielli “alle mogli“.
Pochi i fortunati che hanno goduto di una vecchiaia degna degli anni passati a servire il padrone; molti sono liberi al pascolo, ma molti altri sono finiti zoppi, sfregiati, macellati o salvi per miracolo.
Sarò pure una somarella ma vado piano. Lo faccio per scelta, che credete non sappia correre?
Se non lo faccio è perchè non ne ho voglia, ho la pancia piena ed il cervello a folle, io.
Lascio correre la fantasia, il pensiero, che non si fa mai male e torna sempre a casa.
Questo pensiero romperà anche le scatole a molti ma è grazie ad esso che non mi son mai fatto male, e son sempre tornato a casa.
Questa breve storia, tratta e rielaborata da un articolo dell’Avv. Alfredo Retico, è apparsa su un giornale on line abruzzese, site.it

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