Forse ancora c’è molto da imparare..

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E ancora una volta cercheremo di non cadere nella temibile trappola del confronto,o di irresistibili parallelismi che ci vedrebbe peraltro palesemente sconfitti! E già ,perché oggi parliamo un po’ di Germania ,cercando di tenerci lontani da pareri personali ,e di far parlare i numeri ,e come sempre ,di completare il quadro con una piccola cornice personale. Purtroppo ,come Ulisse, lo scrittore si è fatto legare all’albero maestro del buon senso, per non lasciarsi trascinare in “acque mortali” attratto dalle sirene tentatrici  del confronto tra il mondo equestre tedesco  e quello italiano. L’ultimo manifestarsi della grande capacità  competitiva della Germania lo si è visto a Lipsia quando il grande di Christian Ahlmann è uscito vincente dalla finale della World CUP di salto ostacoli. Il risultato naturalmente è attribuibile al binomio e a tutta l’equipe,che lavorando in sinergia hanno potuto far si che giorno dopo giorno si potesse costruire un grande risultato ,che puntualmente si è palesato d’avanti agli occhio del grande pubblico. Ma è davvero tutto qui? A parer nostro sarebbe troppo riduttivo e banalmente sbrigativo rivolgere l’attenzione su un importante risultato come quello di Lipsia ,circoscrivendo gli elementi intervenienti ,solamente solo a quelli sopra menzionati. L’ambiente circostante infatti può alcune volte agevolare,altre favorire, altre invece impedire l’avverarsi di una determinata fenomenologia. La Germania infatti per molteplici aspetti di varia natura economica,politica, sociale ecc..riesce a creare quell’ habitus che fa ben crescere la rigogliosa pianta dell’equitazione. Ma diamo qualche cifra partendo proprio dalla “base” del fenomeno equestre,  nel 2010 infatti si sono registrati circa 4.000 stalloni, ben 68.000 fattrici e 32.000 puledri! Senza dubbio cifre ragguardevoli che sono  indice di pianificazione prima ,e investimenti ben mirati poi , e soprattutto di un tessuto sociale che fidandosi di politiche stabili,precise e soprattutto chiare , investono il proprio denaro nell’allevamento. Può sembrare insignificante a prima battuta l’importanza della parola” fiducia”, ma è questo l’elemento cardine su cui ruota l’agire economico degli individui. Si potrà vedere come in paesi dove c’è una scarsa fiducia verso le istituzioni o  verso alcuni comparti strategici della politica, le azioni da parte degli  investitori  siano molto ridotti ,o comunque inferiori rispetto a paesi in cui la pratica del governo è ben attuata ,ma soprattutto percepita con connotazioni di stabilità e affidamento . Non di secondo ordine sono le varie forme associative create,che sotto la cortina  rassicurante di serietà ,responsabilità , garanzia, possono essere  un ottimo punto di convergenza di singoli interessi, che però , trattati in forma associativa , possono minimizzare determinati rischi d’impresa, avere maggiore “forza politica” in determinate situazioni decisionali , o poter fare la voce grossa dato il numero di associati( l’unione fa la forza) . Ma continuiamo “ a dare i numeri” , si è stimato che i cavalieri attivi siano circa 1.700.000 ,e circa 740.000 sono i cavalieri autorizzati a frequentare le moltissime strutture adibite all’arte equestre. Naturalmente le differenze dimensionali di ordine geografico sono rilevanti ai fini di tali statistiche ,ma è solamente una delle variabili intervenienti. Inoltre si è visto come siano circa 8.000 le strutture di equitazione che permettono il quotidiano mantenimento (se non incremento) dei precedenti dati riguardanti i cavalieri . Quali sono i risvolti di quanto detto fin’ora? Un dato è particolarmente interessante ,la Germania nella lega dell’ Europa occidentale ha qualificato sette cavalieri su diciannove, vincendo cinque delle undici prove previste dal circuito : Oslo,Zurigo, Lione , Helsinki ,Bordeaux. Come promesso si eviteranno paragoni o raffronti con il  nostro “Bel Paese” , su queste e altre tematiche ( si sarà notato come non sia stato minimamente menzionato il discorso concernenti studbook quali Hannover , Holstainer  e quant’altro ) . C’è da dire però ,per onestà intellettuale, che sarebbe forse inappropriato attuare una simile modalità discorsiva ,per il semplice fatto ,che è impossibile paragonare due cose tra di esse diverse ,quindi non confrontabili ( es. paragonare 1 Kg di pietre e 1 Kg di mele). Si crede sinceramente, che molto dovremmo imparare dai nostri vicini europei,ciò per ottimizzare e massimizzare le vastissime risorse delle quali siamo possessori,ma forse non pienamente consapevoli. Come tutti ben sappiamo, il mondo equestre italiano non sta passando certo il suo periodo di massimo splendore,ma imparando dagli errori commessi , cambiando strategie interventiste , e molto altro ancora , può senza dubbio riaffermarsi quel rinascimento che ha caratterizzato gli anni d’oro dell’equitazione italiana.
Edgar Palermo

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