Il bicchiere della staffa: l’ultimo sorso prima del congedo.

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Il bicchiere della staffa: l’ultimo sorso prima del congedo.

Dal Medioevo alle serate tra amici, storia e leggenda di un rito conviviale, il congedo.

C’è sempre qualcuno, a fine serata, che dice con un sorriso: “Dai, facciamo l’ultimo… il bicchiere della staffa!”.
E lì, inevitabilmente, parte l’ultimo brindisi. Non importa se sia un amaro, una grappa o un cocktail ordinato al volo: quello che conta non è la bevanda, ma il gesto. È il modo di dirsi che la serata è stata bella e che non la si vuole chiudere troppo in fretta.

Ma da dove arriva questa curiosa espressione che usiamo ancora oggi?

Alle origini: cavalli, staffe e viaggiatori

Il termine nasce secoli fa, quando i viaggiatori si muovevano a cavallo. Prima di rimettersi in cammino, spesso gli veniva offerto un ultimo bicchiere di vino o di liquore. A volte lo bevevano già in piedi, con il piede infilato nella staffa. Da qui il nome: l’ultimo sorso prima di partire.

La leggenda torinese

Secondo una tradizione molto suggestiva, il “bicchiere della staffa” avrebbe visto la luce proprio a Torino, nell’antica Ostaria di San Giorgio (San Giors in piemontese).
Nel giugno del 1481, durante il viaggio di nozze, si fermarono lì Chiara Gonzaga e Gilberto I di Borbone, da poco sposati a Mantova. L’albergo si trovava nella contrada di San Pier del Gallo (oggi via Torquato Tasso, tra largo IV Marzo e via Conte Verde).
Si racconta che, al momento della partenza, con il cavallo già sellato e un piede nella staffa, Gilberto chiese un ultimo calice di vino. Quel gesto rimase così impresso da diventare proverbiale: da allora, il “bicchiere della staffa” è l’ultimo sorso che non si nega a nessuno.

Dalle osterie alle nostre tavole

Col tempo l’usanza si è trasformata in un rito di amicizia. Nelle osterie e nei circoli cittadini, l’ultimo bicchiere era il modo per rimandare i saluti e suggellare la compagnia.
Oggi non abbiamo più cavalli alla porta, ma il gesto resiste: è il liquore che chiude una cena, il bicchiere improvvisato in un bar prima di tornare a casa, o anche solo un brindisi simbolico con l’acqua minerale.

Un’abitudine che parla di noi

Non a caso espressioni simili esistono anche altrove: gli inglesi parlano di one for the road, i francesi di le verre de l’adieu. In ogni lingua c’è l’idea che l’ultimo bicchiere serva a non chiudere troppo in fretta la porta della convivialità.

E allora il bicchiere della staffa non è solo un drink: è un piccolo lusso di tempo condiviso, che ci accompagna da oltre cinque secoli.
Del resto, come diceva un vecchio viaggiatore: “Il problema non è l’ultimo bicchiere… ma il penultimo, che ci convince a restare ancora un po’.”

HSJ

fonti:
Cookist (2024)
Florwine.com
Thrillerstorici e dintorni (2023)

© Riproduzione riservata.

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