Il Cavallo colossale di Antonio Canova torna a risplendere dopo oltre 50 anni
Il Cavallo colossale di Antonio Canova, uno dei simboli assoluti delle collezioni bassanesi, torna finalmente a mostrarsi in tutta la sua grandiosità. Dopo oltre cinquant’anni trascorsi nei depositi dei Musei Civici di Bassano del Grappa, i frammenti dell’opera sono stati ricomposti grazie a un intervento di restauro senza precedenti, restituendo al pubblico una scultura ritenuta per lungo tempo perduta.
Realizzato negli ultimi anni di vita del maestro di Possagno, il Cavallo colossale è un imponente modello in gesso dipinto a finto bronzo, concepito come prototipo per la statua equestre di Ferdinando I di Borbone, Re di Napoli. Trasferito al Museo di Bassano nel 1849 per volontà del fratello di Canova, Giambattista Sartori, insieme alla straordinaria raccolta di gessi e documenti, rimase esposto fino alla fine degli anni Sessanta. In occasione dei lavori di riallestimento venne smontato e collocato in deposito, in attesa di una sistemazione più adeguata che non arrivò mai. Da allora, per oltre mezzo secolo, i suoi numerosi frammenti giacquero in condizioni precarie, avvolti nell’incertezza del loro destino.
A lungo si è ritenuto impossibile ricomporre il grande gesso, ma l’evoluzione delle tecniche di restauro e il sostegno determinante di partner pubblici e privati hanno reso possibile ciò che sembrava irraggiungibile. A guidare l’iniziativa è stato l’innovativo progetto promosso dal Comune e dai Musei Civici di Bassano del Grappa, con l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, e con il supporto della Soprintendenza per la città metropolitana di Venezia. Main partner del progetto è Intesa Sanpaolo nell’ambito del programma “Restituzioni”, mentre il Main sponsor è il Venice in Peril Fund.
L’Amministrazione comunale di Bassano del Grappa ha espresso grande soddisfazione per il completamento dell’intervento, definendolo un risultato di enorme valore simbolico e culturale. “La conclusione del restauro del Cavallo colossale rappresenta per la città un traguardo di orgoglio e identità. Grazie alla sinergia tra pubblico e privato, Bassano riafferma il proprio ruolo come polo culturale di rilievo nazionale e internazionale”.
Il lavoro, affidato alla ditta Passarella Restauri, ha preso avvio dalla minuziosa catalogazione dei frammenti, che ha rivelato importanti informazioni sulla storia dell’opera e sugli interventi ottocenteschi precedenti. Nel corso delle analisi sono emersi materiali aggiunti durante il primo riassemblaggio: gesso, cocci di mattone, vasellame e rinforzi metallici che avevano appesantito la scultura di oltre 400 kg, rendendo necessario un delicato intervento di rimozione manuale. L’eliminazione di questi elementi ha permesso di recuperare la superficie originale del gesso canoviano, come dimostrato dal ritrovamento di un frammento di libro tardo-settecentesco inglobato accidentalmente nell’impasto.
Terminata questa fase, si è passati al complesso riassemblaggio: oltre duecento frammenti sono stati ricomposti in nove macro-sezioni, poi unite gradualmente per evitare dislivelli. In parallelo, con la collaborazione dello studio R.S. Ingegneria di Padova, è stata progettata una nuova struttura interna metallica capace di sostenere il peso dell’opera senza gravare sulle zampe, ispirata alla concezione originale canoviana. Il telaio, ancorato a un basamento rinforzato, assicura stabilità anche in caso di sollecitazioni sismiche.
La fase finale ha riguardato il restauro estetico della superficie, con l’integrazione pittorica delle lacune mediante acquerello e tempera, in tonalità leggermente più chiare per rendere leggibile l’intervento senza comprometterne l’armonia visiva.
“La complessità del progetto ha richiesto un dialogo costante tra tutte le professionalità coinvolte” sottolinea il Soprintendente Andrea Rosignoli. “Solo attraverso questo confronto è stato possibile affrontare un restauro così unico per dimensioni e criticità del materiale”.
Il restauro si inserisce nel programma “Restituzioni”, l’iniziativa biennale di Intesa Sanpaolo dedicata alla salvaguardia del patrimonio artistico italiano. La prima occasione per ammirare il Cavallo colossale ricomposto sarà la mostra Eterno e visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo, allestita alle Gallerie d’Italia di Milano a partire dal 28 novembre 2025, dove la scultura sarà l’opera simbolo del percorso espositivo.
“Con Restituzioni abbiamo restituito al Paese oltre 2.200 opere” ricorda Silvia Foschi di Intesa Sanpaolo. “Il recupero del Cavallo colossale rappresenta un intervento straordinario per complessità e qualità. Un vero dono alla comunità, destinato a lasciare un’impronta significativa”.
Al termine della mostra milanese, l’opera tornerà finalmente a Bassano del Grappa, pronta a riprendere il suo posto nelle sale del Museo Civico. Un rientro atteso, che segna la rinascita di un capolavoro rimasto invisibile per oltre cinquant’anni.
Il restauratore Giordano Passarella definisce l’intervento “un’esperienza di grande stimolo e irripetibile, capace di restituire la forza espressiva originaria dell’opera”.
Il progetto è stato raccontato anche attraverso una serie di video reportage prodotti con il sostegno di Venice in Peril Fund — prima iniziativa del fondo a favore di un restauro nella terraferma veneta — che culminerà in un video finale dedicato alla ricomparsa del capolavoro.
“Essere Main sponsor di questo restauro è motivo di grande orgoglio” afferma Anthony Roberts, vicepresidente del Venice in Peril Fund. “Come residente a Bassano del Grappa, attendo con grande emozione il ritorno dell’opera nella sua casa”.
La direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa, Barbara Guidi, conclude: “Questo restauro, unico per innovazione e complessità, offre una straordinaria occasione di studio del metodo canoviano e riporta alla luce un capolavoro della scultura neoclassica che potrà finalmente tornare a incantare il pubblico”.
foto © Joan Porcel Studio
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