Il razzo di Budapest, costava 2100 ghinee

L’Ungheria ha un nuovo re: un cavallo
L’ho pagarono 2100 ghinee, circa 3.000 €, oggi non lo vende a 6 milioni di dollari; questa è la storia di un animale a zampe di quattro anni. E’ un purosangue maschio che sta facendo battere il cuore dell’Ungheria tutta ed ha strappato spazio anche ai grandi giornali americani che rivedono in lui la storia di Sea Biscuit, il cavallo che negli anni della Grande Depressione riaccese la speranza del sogno che “può farcela chiunque”.
Era piccolo e brutto da puledro, tanto che i suoi allevatori, i signori Robinson, inglesi, che pure avevano tenuto in corsa i tre fratelli precedenti, lo portarono all’asta di Newmarket. Speriamo che qualcuno se lo compri, pensavano. Lei no, signor Mikoczy, diceva l’allenatore Sandor Ribarzski: ha visto quel piede rampino? E si ricordi che ha promesso alla signora Mikoczy di non comprare altri puledri: già ne abbiamo presi quattro.
Il signor Zoltan Mikoczy, però, dice che quando sente l’atmosfera di un’asta di cavalli non sa resistere. Ma sì, un’offerta la faccio: 2100 ghinee, tremila euro dell’epoca (2006). Fu l’offerta buona: quel puledro sghangherato gli rimase subito, che nessuno lo voleva. Dopo 12 corse e 12 vittorie, un centinaio di lunghezze complessive fra sé e gli avversari, Overdose ha vinto più di 50 volte tanto e, parola del signor Mikoczy, industriale dell’acciao in Slovacchia, ma di etnia ungherese, non è stato venduto nonostante un’offerta di 6 milioni e mezzo di dollari. Non si vende un sogno, ha detto Zoltan. E se ho vinto una volta alla lotteria quando mi ricapita? Ha anche detto che a lui si stringe il cuore quando sente l’inno ungherese in onore di Overdose che, patriottico, porta una giubba bianca, rossa e verde, bandiera magiara. Lo chiamavano lo stortignaccolo, ora è il Cavallo Miracolo, il Razzo di Budapest.
Qui ha corso per la prima volta nel 2007 ed ha vinto di 16 lunghezze; qui è rientrato in questa stagione l’altro ieri. Certo, non raggiungerà il numero di trionfi della leggenda dei tardi anni 1870 di Kincsem, 54 corse 54 vittorie. Sono altri tempi, si corre meno. Proprio a Kincsem è intitolato l’ippodromo di Budapest che stava per chiudere ma Overdose ha riacceso la passione d’un popolo. I candidati politici si fanno fotografare con lui, come farebbero con una star della tv. Gli ungheresi parlano meno di crisi e titoli tossici: la depressione a Budapest è cominciata prima che nel resto del mondo ed ha travolto parecchie cose e case. Overdose è la speranza.
Pare che per la prossima campagna inglese, che dovrebbe comprendere due corse ad Ascot sotto gli occhi della Regina, avrà un nuovo partner al posto del fantino austro-tedesco Suborics: il fantino franco-belga Soumillon, che ben conosce quelle piste. E pensare che con la Francia Overdose non ha un buon rapporto: andò a Parigi, vinse a Longchamp sui 1000 metri in 54 secondi a tempo di record ma la corsa non valeva; era rimasta chiusa la gabbia di partenza di un concorrente e tutto fu annullato. Overdose rifiutò di tornare in pista qualche ora dopo. Andiamo a Roma, disse il signor Micokzy. E così fu: vennero, videro e vinsero alle Capannelle per 10 lunghezze. Il film che stanno girando sulla sua vita in presa diretta si allungò di un capitolo. A novembre, ha detto Ribarszki, vi daremo il bis.
fonte Piero Mei