
Il trasporto aereo dei cavalli sportivi: come funziona davvero?

Sveliamo i retroscena del trasporto di cavalli intercontinentale con la dottoressa Silvia Roncon
In questo primo articolo, i nostri lettori vengono accompagnati dietro le quinte di una delle operazioni più affascinanti e poco conosciute del mondo equestre: il trasporto aereo dei cavalli sportivi. A raccontare come si organizza un volo intercontinentale per cavalli da competizione è la dottoressa Silvia Roncon, veterinario ufficiale FEI di terzo livello, che ha partecipato come medico a numerosi voli internazionali.
La pianificazione: il viaggio comincia settimane prima
Portare un cavallo da una parte all’altra del mondo non è solo questione di logistica. Prima ancora di pensare all’aereo, è necessario predisporre una complessa documentazione sanitaria che garantisca la sicurezza dell’animale e impedisca la diffusione di malattie infettive.
La dottoressa Roncon spiega che ogni cavallo destinato a un viaggio intercontinentale deve avere uno storico dettagliato dei suoi spostamenti nei sessanta giorni precedenti la partenza. Ogni tappa – che si tratti di una competizione, un trasferimento di scuderia o una semplice permanenza – deve essere registrata e certificata da veterinari ufficiali. Questo consente alle autorità di individuare rapidamente eventuali esposizioni a focolai o aree a rischio.
Negli ultimi trenta giorni prima del volo vengono poi eseguiti esami sierologici specifici per escludere malattie trasmissibili, come l’anemia infettiva equina (AIE), e altre patologie regolamentate a livello internazionale. I test devono essere condotti in laboratori specifici autorizzati. Le autorità sanitarie regionali (in Italia l’ATS, su indicazione del Ministero della Salute) determinano le analisi da eseguire in base al paese di destinazione.
Solo dopo aver superato tutti i controlli il cavallo ottiene il certificato sanitario di idoneità al viaggio, necessario per ricevere il permesso di imbarco. A questo punto, può iniziare la fase organizzativa vera e propria.
Le compagnie e la logistica
Una volta completata la parte burocratica, si entra nel cuore dell’organizzazione. I cavalli non viaggiano su aerei di linea ma su voli cargo: aeromobili utilizzati solitamente per il trasporto di merci. Tuttavia, il loro trasferimento è gestito da società specializzate, che si occupano di tutto: dalla gestione dei documenti doganali al carico e scarico, fino alla sistemazione dei cavalli durante il volo.
Queste aziende fungono da collegamento tra i proprietari, i veterinari, le autorità sanitarie e le compagnie aeree, assicurando che ogni fase rispetti protocolli rigorosi. Anche se tecnicamente viaggiano su aerei per il trasporto merci, vengono trattati come “passeggeri di lusso”, con controlli e procedure studiate per garantire comfort e sicurezza.
Un volo cargo può trasportare tra i 40 e i 70 cavalli, suddivisi in container modulari che possono contenere due o tre soggetti ciascuno. Ogni container è realizzato con materiali resistenti e antiscivolo, dotato di aperture che permettono al personale di controllare gli animali durante il viaggio.
Prima del volo, viene preparato un piano di carico dettagliato, simile a una mappa di posti per i passeggeri. Viene deciso quali cavalli viaggeranno insieme, dove saranno collocati e in quale parte dell’aereo: si decide dove posizionare gli stalloni, ad esempio, o i cavalli più nervosi, che vengono posizionati lontano da altri soggetti potenzialmente ”incompatibili”. Anche la leggera inclinazione della copertura del container – dovuta alla struttura dell’aereo – viene considerata nella scelta del posto: per evitare disagi posturali, i cavalli con un’altezza inferiore vengono posizionati ai lati, per esempio.
Dentro un volo cargo: come si viaggia a 10.000 metri
L’interno di un aereo cargo dedicato al trasporto equino è molto diverso da quello di un aereo passeggeri. La stiva principale è occupata interamente dai container con i cavalli, fissati su rulli meccanici che consentono di spostarli con precisione durante il carico e lo scarico.
Nella parte anteriore, separata da una parete, si trova un piccolo spazio destinato agli accompagnatori. Ci sono poche poltrone reclinabili, una zona cucina e la cabina di pilotaggio. È qui che viaggiano i veterinari, i groom e il fly groom, figure fondamentali durante il volo.
Il fly groom è una figura fondamentale: deve conoscere la struttura dell’aereo, sapere dove si trovano le bombole d’ossigeno, come regolare la temperatura o intervenire in caso di emergenza. Collabora con il veterinario, che monitora lo stato di salute dei cavalli e può intervenire per calmare o assistere un animale in difficoltà.
La comunicazione con il personale di volo è continua. La temperatura viene mantenuta costante, intorno ai 15-18 gradi, per evitare sbalzi termici. L’illuminazione resta soffusa, creando un ambiente stabile e rassicurante.

L’imbarco: la calma prima del decollo
I cavalli arrivano all’aeroporto diverse ore prima della partenza. Dopo il viaggio in van vengono sistemati in box temporanei, dove possono rilassarsi, bere e muoversi un po’ prima di essere caricati.
Quando arriva il momento, ogni cavallo viene accompagnato nel container con calma. L’operazione è supervisionata da personale esperto: la priorità è evitare situazioni di stress. Una volta all’interno, il cavallo viene legato con capezza e lunghina, e il container viene chiuso in sicurezza.
I container, sistemati su carrelli mobili, vengono poi trasportati fino all’aereo e sollevati tramite una pedana meccanica fino all’ingresso della stiva. L’intero processo avviene in modo automatizzato, con movimenti lenti e precisi. Ogni container ha una posizione già stabilita nel piano di carico, per mantenere il corretto bilanciamento dell’aereo.

Un ambiente sorprendentemente tranquillo
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la maggior parte dei cavalli tollera bene il volo. “All’inizio ero preoccupata, mi sembrava innaturale mettere un cavallo su un aereo,” racconta la dottoressa Roncon. “Ma mi sono accorta che gli animali si adattano velocemente e sono veramente sereni. Durante il volo mangiano, bevono e restano calmi. Spesso arrivano in condizioni migliori rispetto a certi viaggi in trailer.”
Il movimento dell’aereo è infatti più regolare rispetto a quello di un van. Le vibrazioni e le turbolenze si sentono poco, e anche quando ci sono “vuoti d’aria”, i cavalli reagiscono con qualche calcio o spostamento, ma poi si tranquillizzano subito.
Durante le tratte lunghe, anche di 15 o 20 ore, il veterinario e i groom effettuano controlli periodici: osservano la respirazione, controllano che i cavalli abbiano accesso al fieno e all’acqua e verificano la temperatura interna. L’obiettivo è che ogni animale mantenga uno stato di equilibrio fisico e mentale fino all’arrivo.

Gli scali tecnici e le operazioni di scarico
Nella maggior parte dei casi, i voli per cavalli sono diretti, ma può capitare di dover effettuare uno scalo tecnico per motivi operativi. In queste situazioni i cavalli restano a bordo e non vengono mai scaricati, a meno che non ci siano emergenze particolari.
Le operazioni di carico e scarico, invece, sono le più lunghe e delicate. Possono durare anche due ore ciascuna, perché devono essere svolte con calma e nel pieno rispetto delle procedure di sicurezza. Ogni movimento è studiato per evitare movimenti troppo bruschi che potrebbero spaventare gli animali.
L’arrivo in aeroporto segna la fine di una parte del viaggio, ma non dell’intero processo: dopo lo sbarco, i cavalli vengono condotti in un’area di quarantena o in scuderie autorizzate, dove restano sotto osservazione veterinaria prima di raggiungere il luogo della competizione.
Un sistema globale al servizio dei cavalli sportivi
L’episodio si conclude con una riflessione sulla straordinaria complessità di questo tipo di operazioni, frutto di coordinamento tra veterinari, tecnici, compagnie aeree e autorità sanitarie. Ogni dettaglio, dal piano di carico al controllo della temperatura, è pensato per garantire che i cavalli affrontino il viaggio in sicurezza e con il minimo stress possibile.
La prossima puntata del podcast sarà dedicata al tema del benessere equino durante e dopo il volo: alimentazione, gestione dello stress, recupero fisico e tempi di adattamento saranno al centro del racconto.
Il podcast Kiss and Cry di Horseshowjumping.tv è disponibile su Spotify. Gli ascoltatori possono iscriversi e attivare le notifiche per non perdere la seconda parte della rubrica dedicata al viaggio in aereo di cavalli sportivi, che racconterà come i cavalli vivono il volo e come vengono assistiti una volta a terra.
A cura di Alessandra Ceserani in collaborazione con la dottoressa Silvia Roncon
© Riproduzione riservata.