Indigeni a Parigi. Bonne chance.

Gennaio é il mese per antonomasia del trotto francese e Vincennes con il suo Arc de Triomphe ne rappresenta il fulcro. Vedere un proprio cavallo impegnato sulla pista di carbonella per un proprietario di scuderia italiana equivale ad una vera e propria consacrazione. Si avvicina un po’ all’emozione che può provare un attore emergente del cinema italiano che raggiunge la passerella del festival di Cannes (per restare in terra francese). Chissà poi perché ma sfidare i cavalli francesi e a volte batterli nel loro regno rappresenta il massimo della goduria. Purtroppo non accade spesso ma quando avviene lo sventolio del nostro tricolore sulle tribune é un bel vedere. In attesa che Exploit Caf a fine mese ci regali nuovamente le stesse emozioni offerte dall’indimenticabile Capitano, domenica 4 gennaio al Plateau de Gravelle ci proveranno in due distinte corse Frisky Bieffe e Gleno Dei. Il Prix de Lille nel quale sarà impegnato il sette anni della scuderia San Barnaba pilotato da J.M.Bazire é in programma alle ore 14:50 e vedrà allinearsi dietro l’autostart sedici soggetti sulla distanza dei 2100 metri. Corsa non facile anche per il numero sette di avvio quella di Frisky Bieffe anche se fabrice Souloy che lo ha in allenamento assicura sulle sue perfette attuali condizioni di forma. I pronostici della vigilia indicano in Nelumbo, Opaline d’Atout e Nuclear i possibili all’arrivo. Al duo Souloy-Bazire smentire tali previsioni. L’altro indigeno impegnato a Vincennes nella stessa riunione di trotto é Gleno Dei che avrà in sulky Andrea Guzzinati. Sarà in pista nel Prix de Vic-sur-Cere che partirà alle ore 16:20 di domenica 4 e vedrà impegnati quattordici soggetti sulla distanza dei 2700 metri. L’allievo di Hollmann dovrà districarsi bene nella giravolta della partenza per prendere un buon avvio e cercare di reggere il ritmo che verrà imposto dai battistrada per piazzare un buon finale di corsa. Gleno Dei avrà vicino in partenza Pipo Grange l’Abbé pilotato da Nivard grande favorito della corsa e questo potrebbe essere positivo. Augurare “buona fortuna“ ad entrambi gli indigeni é d’obbligo.