Intervista al dott. Gianluigi Giovagnoli

Intervista al coordinatore del Dipartimento Veterinario della FISE – Una esclusiva Horse Show Jumping Dott. Giovagnoli, si aspettava questa chiamata? Soddisfatto dell’incarico? Sinceramente non mi aspettavo di tornare in Fise, tant’è che avevo iniziato a costruirmi una vita al di fuori di questo circuito; non pensavo di rientrare.
La chiamata mi ha fatto enormemente piacere quindi, sposando a pieno il progetto della nuova Fise, ho accettato.
Sono molto contento ed onorato dell’incarico affidatomi, in particolare sono felice di essere stato chiamato dall’avv. Andrea Paulgross per il quale ho grossa stima personale e con il quale condivido pienamene il progetto federale.
Sono ben conscio del peso delle responsabilità che dovrò sostenere ma ben lieto di mettercela tutta. Quale sarà il tuo compito? Seguirà le squadre azzurre del salto ostacoli? Io coordino il dipartimento veterinario. Esso per definizione non ha a che fare con la parte clinica dei cavalli che quest’anno è asseganata al collega Daniele Dallora.
Seguo tutta la parte inerente principalmente l’antidoping, quindi tutti i controlli antidoping delle gare Fise, Fise-Unire e FEI.
Non seguirò di fatto nessuna squadra in quanto questo ruolo, clinico, ha un conflitto d’interesse marcato e reale.
Il veterinario a seguito delle squadre deve essere un ruolo terzo, “super partes”.
Io lavoro e presto la mia consulenza; sono un medico veterinario iscritto all’Ordine Nazionale, ma non ho partita iva per intenderci; non pratico la libera professione proprio per evitare casi di conflitto d’interesse palese.
Nell’ambito del mio incarico seguo le misurazioni dei pony, come richiede il regolamento; in diverse discipline vengono effettuate misurazioni ufficiali nelle quali operiamo anche noi.
Affrontiamo, e parlo l prurale perchè ho validi collaboratori a supporto, il difficile compito di raccordare e ricollegare i rapporti con il Ministero dell’Agricoltura e con l’Associazione Italiana Allevatori, per i riconoscimenti dei nostri documenti.
Come tutti sanno essi al luglio 2007 avevano sia valenza anagrafica che sanitaria, valenza che da allora in poi non hanno più avuto.
Come coordinatore prendo parte a molti tavoli tecnici del Ministero della Salute per tutto quanto riguarda la salute, il benessere del cavallo e gli aspetti sanitari, com’ è stato ad esempio per l’anemia infettiva; lavoriamo a supporto di disegni e proposte di legge che dovranno regolamentare i vari ambiti citati. Ci attende un grosso e lungo impegno.
Tantissimi i compiti che mi competono come quello di redigere perizie per la Procura Federale magari per casi doping, ed anche lì la mole di lavoro è impressionante purtroppo. All’appello non mancano richieste di pareri tecnici da parte delle Procure di tutta la Repubblica Italiana.
Da non dimenticare che come dipartimento prestiamo anche servizio di assistenza ad Enti terzi; interveniamo laddove richiesto, in controlli amministrativi dei veterinari antidoping e dei laboratori, prevenzione doping ecc.
Abbiamo rapporti anche con il Conie non ultimo la “missione” formazione.
Sempre più spesso viene richiesta la nostra presenza negli staff dei docenti in corsi di tecnici, giudici, istruttori ecc.
Seguiamo infine la commissione Veterinaria Centrale che è quella che detta le linee guida della politica veterniaria come organo consulente del Consiglio Federale. Noi abbiamo centomila cavalli iscritti in FISE…! Secondo lei qual è la situazione dell’anemia infettiva in Italia? Continuano ad esserci dei casi però ad oggi la cosa è abbastanza localizzata, per quanto ne so io.
Per dare un giudizio più concreto e veritiero bisognerebbe aspettare la primavera, periodo nel quale i vettori cominciano a spostarsi.
Quello che più mi interessa è che ci sia un corretta informazione dell’encefalite virale, oltre all’anemia citata.
Gli organi di stampa come il vostro, dovrebbero avere anche il compito di spiegare al meglio ai lettori ed agli appassionati, i rischi di questa malattia venerea.
L’encefalite è trasmessa da insetti ematofagi che prendono il virus dai volatili, tipicamente piccioni, cornacchie, gabbiani, per poi trasmetterlo al cavallo ma anche all’uomo.
Attenzione, da sottolineare che non c’è assolutamente trasmissione da cavallo ad uomo o viceversa, siamo soli ospiti finali sfortunati, vittime.
E’ importante documentarsi e prevenire in quanto, in un momento di crisi economica come quella che stiamo vivendo, un’esplosione di questa epidemia potrebbe significare il declino di interi ambiti equestri. Ma è vero che è possibile che due cavalli si trasmettano la malattia bevendo dallo stesso punto d’acqua? Direi che non solo è improbabile ma impossibile. Si fanno ancora ricerche ma sono ipotesi non suffragate dalla ricerca scientifica. E’ come dire che l’aids si possa contrarre con l’acqua da bere. Sono malattie veneree quindi si trasmettono con il sangue. Le norme sui trasporti dei cavalli, che novità? Il regolamento della CE del gennaio 2008 viene applicato su tutti gli stati membri. Innazitutto c’è da dire che non interessa i trasporti di equidi per motivi sportivi, agonistici e senza scopo di lucro.
Tuttavia, siccome il regolamento si applica o non si applica in funzione del motivo per il quale si trasporta il cavallo, i tesserati devono essere consci che possedendo un cavallo ed un mezzo di trasporto, qualora stessero spostandosi per motivi puramente economici, il regolamento potrebbe essere applicato, dunque sanzionato se tutti i documenti non stessero in regola. Per funzione economica cosa s’intende? Per esempio trasporto di una giumenta che deve essere coperta o magari venduta…
Nel cosiddetto “modello 4” deve essere riportato il motivo per cui si sta viaggiando. Ci aspetta un anno di duro lavoro che affrontiamo con serenità e voglia di crescere. In bocca al lupo dalla redazione di HSJ – a cura di L.Giannangeli