Ippica: Crisi risolta? Si, ma senza dimenticare.

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L’intervento del Presidente del Consiglio è stato decisivo per la soluzione della crisi. Naturalmente meglio metter mano alle casse dello Stato e andare in soccorso del settore che dover fare le valigie da Palazzo Chigi. Ma questi sono discorsi che agli ippofili non interessano. Quello di cui siamo a gioire é poter assistere, ad ore, alla fine di un incubo durato quasi un mese. Eravamo sul punto di fare “la fine della Germania“ come qualcuno aveva temuto e ricordato. Invece siamo per veder riaprire gli ippodromi, tornare il sorriso sui volti di tutti coloro che lavorano nel mondo ippico italiano e riascoltare gli speakers annunciare “i cavalli sono alle gabbie di partenza“ oppure “ chiusura delle ali della macchina“. D’accordo sarà come lasciarsi alle spalle un terremoto e avviarsi alla ricostruzione più forti e determinati di prima ma senza dimenticare. Questo sarà fondamentale. Gli ippici, tutti gli ippici, vogliono sapere: chi, come e perchè si è giunti ad un disavanzo di 350 milioni di euro. Gli ippici, tutti gli ippici, hanno il diritto di veder severamente puniti con condanne accertate ma esemplari coloro che hanno messo a repentaglio la loro sopravvivenza e quella delle loro famiglie.Ecco non si desidera che venga messo tutto a tacere e finisca come accade sempre in Italia: a tarallucci e vino. L’ippica, tutta l’ippica questo non lo vuole nè potrebbe sopportarlo. (Bruno Delgado)

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