Ippica.La crisi. Sale la tensione tra paure e urla. Cosa fare?

Quanto sta accadendo in queste ore era stato anticipato da alcuni lavoratori del mondo ippico già nella serata di ieri all’annuncio in pratica del nulla di fatto uscito come una sentenza dalla riunione di Palazzo Chigi. Siamo quindi giunti al blocco delle strade (Napoli) e tentativi di occupazione di stazioni ferroviarie (Aversa). Sappiamo che la disperazione porta a commettere gesti inconsulti e dar luogo ad azioni che danneggiano soltanto la comunità. L’obiettivo è chiaro. Far si che del tragico momento dell’ippica se ne parli e si trovi presto una soluzione. Ma chi dovrebbe possedere la classica bacchetta magica? Si risponde il Governo Italiano. Vana speranza. Come può chi regge le attuali sorti del paese prendere a cuore le difficoltà economiche dell’ippica quando é chiamato a sconfiggere il periodo di recessione nel quale siamo caduti?. Dovrebbe essere l’UNIRE a togliere le castagne (siamo nel periodo) dal fuoco? Ma gli attuali dirigenti hanno alzato subito le mani tirandosi fuori da qualsiasi responsabilità per il troppo breve periodo d’insediamento trascorso e per aver trovato la cassa completamente vuota. Quindi tolti Governo (Ministero delle Finanze) e l’attuale UNIRE chi rimane? Restano gli ippici. Tutti, senza escludere nessuna categoria. E’ evidente che per riprendere subito l’attività in pista in attesa di soluzioni “dall’alto“ l’unica possibilità è il ricorso ad una autotassazione, mettere mano al portafoglio, creare un fondo cassa-montepremi (non affidato all’Ente di riferimento) che permetta di chiudere il corrente anno. Nello stesso tempo avviare azioni legali di risarcimento verso coloro che hanno gestito in malomodo l’UNIRE negli anni precedenti e attivarsi per un riordino del settore iniziando proprio da un controllo costante sui preventivi di spesa dell’UNIRE attraverso una apposita commissione della quale facciano parte tutte le categorie ippiche. Soluzioni troppo fantasiose? Difficili da realizzare? Può darsi ma al momento non crediamo che esistano soluzioni alternative più efficaci ed immediate. Questo anche in considerazione del fatto che tra poco perdurando questo stato di cose i primi a licenziare, mettere in mobilità, chiudere eventuali contratti a termine saranno le società che gestiscono gli ippodromi. Se si desidera che questo avvenga…………………(Bruno Delgado)