Italia, un primato scomodo…

La bella Italia, tempio di sviluppo culturale, culla di vere e proprie rivoluzioni intellettuali, scientifiche e artistiche è senza dubbio da molto tempo assopita in un limbo di personalistici interessi, politiche inefficaci ed inefficienti, ma soprattutto sembra essere in atto un vero e proprio processo di imbarbarimento che travolge qualsiasi aspetto del nostro sistema sociale. Lasciando perdere i complessi comparti economico-politico oggi più che mai travolti da uno tsunami di recessione pragmatico-sostanziale, può il nostro comparto equino essere esente da un processo di inversione evolutivo? Beh sicuramente no! Almeno questa volta siamo tra i primi posti… in una classifica che vede l’Italia tra i primi paesi per consumo ed importazione di carne equina in tutta Europa. Facendo parlare i numeri infatti, rintracciamo circa 170mila cavalli macellati (legalmente) la maggior parte dei quali importata da Paesi dell’est Europa e dalla Spagna; l’Italia importa l’84% dei cavalli movimentati nella UE e questo la rende il Paese con il più
alto consumo di carni equine. Ed è nelle regioni del sud, in particolare la regione Puglia che si rintraccia circa il 32% del consumo totale nazionale. I dati sono comunque sempre parziali e soggetti a possibili modifiche, in quanto non vi è una reale ed effettiva rete di controlli che possa far emergere le reali problematiche del fenomeno, infatti in statistiche o studi di rilevamento non vi sono contemplate le macellazioni clandestine, e il numero dei cavalli importati è il più delle volte approssimativo e sommario. Ritenendo il consumo di carne equina un vero atto di barbara follia culinaria, viene da chiedersi se il consumatore è certo di cosa stia per ingerire quando inghiotte un boccone di una succulenta porzione di carne equina. La gran parte della carne infatti (soprattutto nelle regioni meridionali) è frutto di macellazioni clandestine ai danni di cavalli ormai ritirati anche dalle ben note corse clandestine; imbottiti quindi di droghe, ormoni, antibiotici e chi più ne ha più ne metta! Quindi un vero cocktail di sostanze e di potenziali agenti patogeni pronti ad entrare in circolo nel nostro corpo tramite un semplice morso. Ma questa volta possiamo dire che se riuscissimo almeno una volta nel bel paese a mettere da parte stupidi campanilismi e concentrarci sul merito, è da evidenziare la proposta di legge del On. Michela Brambilla. In qualità di portavoce della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, metterà il cavallo, l’asino, il mulo e il bardotto al riparo dalla macellazione con un inquadramento normativo diretto verso animali d’affezione e vietarne la macellazione, l’importazione e l’esportazione a fini alimentari; vietare la vendita e il consumo della carne equina, l’utilizzo degli equidi per spettacoli o manifestazioni che possano essere pericolose per la loro salute o degradanti; assicurare la tracciabilità dei cavalli attraverso interventi sull’anagrafe equina. Non sappiamo la reale efficacia dell’azione promossa, ma è anche vero che qualsiasi passo per “debarbarizzare” ed educare i più, ad un nuovo approccio sicuramente meno utilitaristico, proiettato verso un paritario rapporto uomo/cavallo, porterebbe ad un miglioramento culturale delle nuove generazioni ormai investite da una deriva culturale che travolge la stragrande maggioranza degli individui. Insomma se analizzassimo oggettivamente la vita di un cavallo… tra processi di addestramento, castrazioni eventuali, impegni sportivi e alla fine un’ipotetica fine nel bancone della macelleria sotto casa, non so quanti di noi ambiscano ad una rinascita nei panni di un cavallo. In tutto ciò ne viene coinvolto come sempre il più debole ed indifeso che, con la sua estrema accondiscendenza, sacrifica sostanzialmente la sua vita al volere umano, per non ricevere alla fine neanche il meritato riposo in verdi pascolo. In conclusione si sostiene che nessuna legge potrà mai realmente arginare un fenomeno fino a quando l’uomo non attuerà reali sforzi per la modifica di stupide e barbare usanze, frutto solo di retaggi ormai decaduti.. Ancora una volta attendiamo la tanta agognata rivoluzione culturale…
Edgar Palermo