Jens Fredricson: “Il rispetto per i cavalli prima di ogni cosa”

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Jens Fredricson e Markan Cosmopolit CSIO Roma 2023

Jens Fredricson è uno di quei cavalieri che non hanno bisogno di presentazioni. Membro di una delle famiglie più rappresentative dell’equitazione svedese – fratello maggiore del celebre Peder Fredricson – Jens ha costruito la propria carriera sull’esperienza, la costanza e una profonda dedizione per il cavallo e per la formazione. Intervistato durante un concorso internazionale in Italia, ha raccontato il suo percorso, la filosofia che guida il suo lavoro, il ruolo determinante della famiglia, della formazione e della passione nella sua crescita professionale.

Le radici: una passione di famiglia

Mio padre era professore di veterinaria ed era molto appassionato di cavalli,” racconta Jens. “Non ha mai avuto la possibilità di competere ad alti livelli, ma ci ha trasmesso tutto il suo entusiasmo.” È grazie a questo ambiente familiare che sia Jens che il fratello Peder si sono avvicinati all’equitazione. Cresciuti nel centro nazionale di Flynge, in Svezia, si sono formati a stretto contatto con grandi nomi come Rolf-Göran Bengtsson e Peter Eriksson. “Avevamo accanto dei veri fuoriclasse. Peter, ad esempio, si allenava con Jan Jönsson, medaglia individuale di bronzo a Monaco nell’eventing.

Inizialmente Jens ha praticato diverse discipline: dressage, completo e salto ostacoli. Ma ben presto ha capito quale fosse la sua strada: “Il completo ti insegna tutto: a stare in sella, ad avere controllo in velocità, a lavorare sull’equilibrio e sulla resistenza del cavallo. Ma il salto ostacoli è ciò che mi ha davvero conquistato.

Un percorso costruito sui cavalli “difficili”

La carriera di Jens è legata indissolubilmente al ruolo che ricopre dal 1993 come istruttore di salto ostacoli nei centri nazionali di Flynge e Strömsholm, due delle istituzioni equestri più importanti della Svezia. “È sempre stato un lavoro full time. Spesso i cavalli con cui ho ottenuto i risultati migliori erano cavalli scolastici, inizialmente considerati troppo difficili per gli allievi.” È il caso, ad esempio, di R.S. Isac o Markan Cosmopolit, cavalli che con lui hanno trovato la giusta chiave per emergere. “Non erano comprati per diventare star, ma li ho formati passo dopo passo.

Fredricson è convinto che oggi, con l’allevamento moderno, molti cavalli abbiano un potenziale più alto di quanto si immagini: “Se il cavallo è sano, ha una grande falcata e un cuore generoso, con la giusta educazione può arrivare lontano.

Un approccio lento, profondo e rispettoso

La sua filosofia di addestramento è semplice ma profonda: lavorare con costanza, senza fretta, e con una visione a lungo termine. “Quando sono giovani, li porto molto fuori: un po’ di cross country, un po’ di salto, un po’ di lavoro all’aperto per renderli sereni, forti e mentalmente freschi.

Poi arriva il lavoro di precisione: “Il lavoro in piano è fondamentale. Devi ottenere una buona spinta del posteriore, avere il cavallo dritto, i muscoli della schiena rilassati, decontrazione. Il cavallo deve essere in equilibrio, lasciato nella sua lunghezza naturale, ma sempre mantenendo un buon contatto. Sembra semplice, ma non lo è.

Jens sottolinea anche l’importanza di non affrettare i tempi: “Non partecipo spesso ai circuiti riservati ai giovani cavalli. Preferisco far fare loro esperienze graduali, abituarli all’atmosfera delle gare senza stress. E soprattutto, d’estate li lascio riposare al paddock.

Momenti indimenticabili e cavalli del cuore

Alla domanda su quale sia stato il momento più emozionante della sua carriera, Jens non ha dubbi: “Vincere la Coppa delle Nazioni a Falsterbo, davanti al pubblico di casa, insieme ad amici e colleghi con cui sono cresciuto… è stata un’emozione incredibile.

Nel corso degli anni, ha montato cavalli molto diversi tra loro: “Per un periodo montavo solo stalloni, poi sono arrivate cavalle più leggere come Lunatic o Sunny Girl. Ma attenzione: il rischio è che la gente ti etichetti come ‘quello bravo con i cavalli leggeri’. Io credo che non si debba guardare al modello fisico, ma al cuore e alla mente del cavallo.

Jens Fredricson e Markan Cosmopolit ai FEI World Cup Finals Leipzig 2022 of Leipzig
Jens Fredricson e Markan Cosmopolit ai FEI World Cup Finals Leipzig 2022 of Leipzig Ph. Stefano Secchi/ImageSS

Un fratello, un alleato

Il rapporto con Peder è un altro punto chiave nella vita di Jens: “Non ci chiamiamo dopo ogni giro, ma ci confrontiamo spesso. Se uno ha un dubbio o un problema, l’altro è lì. E il miglior supporto che puoi dare in gara è la presenza silenziosa. Se serve un consiglio, deve essere quello giusto, al momento giusto.

Il loro legame è solido, fatto di rispetto reciproco e di spirito di squadra. “Non c’è competizione tra noi. Quando siamo entrambi in gara, è come avere due possibilità di vittoria.

La forza della scuola svedese

Secondo Fredricson, uno dei motivi per cui la Svezia è ai vertici dell’equitazione mondiale è da ricercare nelle scelte fatte decenni fa: “Negli anni ‘90 non eravamo così forti. Ma i vertici federali scelsero di farci allenare con i migliori al mondo: Nelson Pessoa, Franke Sloothaak, Henk Nooren. Non fu comodo, ma fu la scelta giusta.

Queste decisioni, unite alla presenza di grandi personalità come Rolf-Göran Bengtsson, Henrik von Eckermann, Peder e l’amazzone Malin Baryard-Johnsson, hanno fatto scuola: “Malin è straordinaria. Ha due figli, ha compiuto cinquant’anni, eppure dovunque vada può vincere. È un esempio per tutti.

La lezione più importante: l’amore per il cavallo

Quando insegna, Jens non si limita a trasmettere la tecnica: “Se non ami davvero i cavalli, non dovresti nemmeno salire in sella.” È questo il messaggio che trasmette ai suoi allievi. “Ci vuole passione, rispetto, voglia di migliorare, e soprattutto il desiderio di montare bene, non solo di vincere.

Jens Fredricson incarna una visione dell’equitazione che mette al centro il cavallo, la competenza e l’etica. Un approccio che, in un mondo spesso dominato dalla fretta e dal risultato immediato, ricorda a tutti che i veri campioni sono quelli che sanno aspettare, ascoltare e lavorare ogni giorno con umiltà.

A cura di Alessandra Ceserani | Ph Stefano Secchiù

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