La Sindrome Colica nel cavallo: che cosa è, da quali fattori è causata, cosa si deve fare

Chiunque possiede un cavallo ha sentito parlare di questa situazione patologica o ne ha avuto esperienza diretta.
Per sindrome colica si intende un insieme di manifestazioni sintomatiche riconducibili a stati patologici dell’addome. Difatti possono essere causa di colica svariate patologie come costipazioni, torsioni dell’intestino, ostruzioni, ernie, parassitosi, coliti,…E’ per questo che con il termine “colica” non si intende una patologia a se stante, ma uno stato morboso, anche gravissimo , che può avere svariate patologie come causa ed è quindi più corretto parlare di sindrome colica.
La colica è sempre e comunque una emergenza, perché anche quando la sintomatologia è lieve, può velocemente evolvere verso stadi molto gravi e quindi non va mai sottovalutata.
E’ importantissimo riuscire ad intervenire con la massima tempestività per una serie di motivi che poi andremo ad approfondire e, proprio in funzione di ciò , è importantissimo il saper riconoscere i sintomi, anche in quei molti casi dove le prime manifestazioni sono lievi e molto subdole.
Nella mia attività quotidiana ho potuto verificare più volte che più una persona è a conoscenza dei modi e delle abitudini normali di un cavallo, più è in grado di accorgersi precocemente quando qualcosa non va.
Infatti molto spesso sono le persone di scuderia che, prendendosi cura dei cavalli in modo diretto e continuativo e che, conoscendo il comportamento dei soggetti a loro affidati meglio di chiunque altro, riescono subito a percepire l’insorgenza di situazioni anomale e sono sempre i primi a dare l’allarme.
Non di rado capita che nelle prime fasi i sintomi siano semplicemente un po’ di inappetenza o anche solo di abbattimento o lieve irrequietezza. Capita di osservare magari la mancata defecazione, oppure una consistenza di feci diversa dal solito…
Insomma, piccoli segnali ,ma che talvolta sono il preludio di una evoluzione sintomatologica che, a volte, diventa disastrosa nel suo manifestarsi e nel suo epilogo.
Ma andiamo con ordine.
Perché a un cavallo viene la colica?
Sono state individuate, in molti anni di studi e osservazioni, delle classi di fattori che costituiscono , da sole o associate tra di loro delle condizioni predisponeti.
Ci sono, ad esempio alcune caratteristiche fisiche come l’età, il sesso o la razza; le fattrici, tanto per fare un caso concreto, sono una categoria considerata a rischio per la torsione del colon. Difatti lo spazio occupato dall’utero gravido sembra interferire con la normale attività del colon ed inoltre il rilassamento muscolare che si verifica nelle cavalle man mano che si giunge in prossimità del parto,sembrerebbe causare un aumento della motilità del colon all’interno della cavità addominale con conseguenze sul transito. Parimente, nelle fasi immediatamente successive al parto, l’improvviso spazio intraddominale che si viene a creare visto che il feto non c’è più,può a sua volta modificare la naturale motilità di questo tratto di intestino.
I cavalli giovani sembrano invece più soggetti a una patologia intestinale chiamata intussuscezione… un nome difficile che sta ad indicare una sorta di invaginamento di una parte di intestino in un’altra.
Nei cavalli anziani invece una causa frequente di colica è una neoformazione che si sviluppa nella cavità addominale, a volte molto difficilmente diagnosticabile senza eseguire una laparotomia , chiamata lipoma peduncolato.
Altri fattori comunemente riconosciuti come cause di colica sono fattori cosiddetti ambientali; la stagione, la temperatura, il luogo dove i cavalli soggiornano, l’alimentazione, intesa come qualità e tipo, ma anche come quantità e numero di pasti in cui viene suddivisa, il tipo di scuderizzazione (sempre in box, box e paddock, sempre paddock,…).
Si è notata una maggior tendenza al verificarsi di coliche, ad esempio, quando viene cambiata bruscamente l’alimentazione.
E ancora possono essere fattori predisponesti il tipo di addestramento e di lavoro che svolge il cavallo, il modo in cui viene gestito in scuderia, prima e dopo il lavoro.
Un altro fattore considerato molto importante come causa predisponente di colica è rappresentato dalle infestazioni parassitarie, in assoluto riconosciuto come una delle cause più frequenti di colica.
E poi alcuni trattamenti farmacologici e alcune patologie come ad esempio i problemi dentari sembrerebbero predisporre ad alcune forme di colica.
Potremmo approfondire di molto questa analisi, entrando in dettagli anche molto interessanti di studi condotti da colleghi veterinari che hanno voluto cercare le cause dell’insorgenza di questo stato morboso che può divenire così insidioso.
In sintesi si può dire che ogni cavallo sottoposto ad un mamagement quotidiano non adeguato o bruscamente variato, è da considerarsi maggiormente esposto ad un rischio di colica.
Dalle cause , così estese e varie, passiamo dunque alla sintomatologia: il dolore da lieve ed intermittente a violentissimo e persistente e il comun denominatore di tutte le coliche.
Però attenzione! Poco dolore non è sempre sinonimo di colica non grave e viceversa.
Qui entra in gioco l’esperienza e la professionalità del veterinario che viene chiamato ad intervenire “in campo”.
In linea generale è assolutamente doveroso affermare che in ogni caso di colica prima si interviene, maggiori sono le possibilità di migliorare la prognosi. Se un cavallo” non convince” o peggio ha già delle chiare manifestazioni di dolore, NON SI DEVEASPETTARE!
Il consiglio e quello di chiamare immediatamente il veterinario curante!
Egli potrà eseguire una visita accurata e grazie ad alcune procedure come l ‘esplorazione rettale, l’utilizzo di una sonda rino-gastrica e ad alcuni semplici esami di laboratorio, sarà già in grado di avere un primo indicativo quadro della gravità della situazione.
Esiste anche un altro esame, eseguibile in scuderia che può fornire utili indicazioni riguardo alle condizioni dell’’addome del cavallo: la paracentesi addominale. Questo esame serve per dare una valutazione del liquido peritoneale e viene praticato ogniqual volta l’esplorazione rettale non sia considerata sufficiente ai fini diagnostici. Non è un esame privo di rischi perché può veicolare germi all’interno della cavità addominale e potrebbe causare il perforamento di un viscere. Difatti non è un esame consigliabile nelle fattrici in avanzato stadio di gravidanza. Non è praticamente mai un esame che da solo può essere decisivo ai fini diagnostici ovvero che ci indichi chiaramente a che tipo di problema della cavità addominale ci troviamo di fronte, però da indicazioni molto utili.Ad esempio, nei puledri in colica con rottura della vescica, l’esame di questo reperto può evidenziare presenza di urina e, in questo caso allora, l’indicazione è utilissima al fine diagnostico.
Anche l’avvento di nuove tecniche ecografiche è di notevole supporto al veterinario che in alcuni casi, tramite questo tipo di esame riesce da avere moltissime informazioni riguardo allo stato della cavità addominale.
Inoltre un’ utile valutazione, anche se non può essere l’unico parametro considerato, è il tipo di risposta che si ha alla somministrazione di antidolorifici.
Attenzione però! E’ assolutamente sconsigliato il fai da te!
La somministrazione dei soliti antispastici utilizzati normalmente in questi casi possono far evolvere la sintomatologia in situazioni passeggere e non risolutive.
Sconsiglio vivamente di eseguire una terapia di questo genere senza aver avvisto il veterinario o senza comunque richiederne l’intervento.
Si, invece, in attesa dell’arrivo del dottore, ma esclusivamente sotto suo consiglio, in quanto indicherà posologia (i cavalli non hanno tutti lo stesso peso!) e via di somministrazione, si può iniziare a somministrare l’antidolorifico.
Eseguita la visita, il medico veterinario avrà dati sufficienti da poter discernere tra una situazione che può essere gestita in scuderia e una che richiede l’immediato ricovero.
Per tutte le coliche che hanno una indicazione curativa di tipo chirurgico la prognosi è direttamente proporzionale alla tempestività dell’arrivo in clinica.
Più aspettiamo, più si aggravano le condizioni che hanno scatenato l’insorgenza della colica e minori sono le possibilità per il nostro cavallo di essere curato con successo.
Anche il trasporto verso la clinica è importante: molti cavalli hanno dolori così violenti da rendere molto difficoltose tutte le operazioni di carico/scarico e rischiano di ferirsi durante il viaggio.
Questi cavalli vanno sempre trasportati sedati.
Ancora una volta è indispensabile l’intervento del veterinario che somministrerà al cavallo la sostanza idonea. Infatti certi sedativi sono assolutamente sconsigliati in corso di colica perché mascherano la sintomatologia il che può avere gravi conseguenze sulle successive valutazioni mediche. Inoltre anche il dosaggio deve essere calcolato in modo molto preciso, tenendo conto dello stato di stress dell’animale.
Infatti il cavallo deve essere tranquillizzato in modo da poter essere trasportato in sicurezza, ma non deve cadere nelle fasi carico/scarico o peggio, durante il viaggio,perché ha ricevuto una dose eccessiva di sedativo.
Una volta arrivato in una clinica specializzata, il cavallo sarà sottoposto a tutte le cure mediche e chirurgiche necessarie; non sempre l’esito di una colica è favorevole purtroppo, ma ancora una volta tengo a ricordare che più è tempestivo l’intervento del veterinario, maggiori sono le percentuali di successo.
Dott. Marianna Chemollo