L’ippica dell’anno che verrà……Mai.

Brutta parola “MAI“. E’ quella che si scrive sui registri delle carceri alla voce “termine della pena“ per i condannati all’ergastolo. Perchè avvicinarla con tanta sfiducia alla ripresa,augurata da più parti, dell’ippica nel nostro paese?. La risposta è nel vederne ancora oggi affidate le sorti a persone che del mondo ippico non conoscono nulla o quasi ma si piccano, petto in fuori, di saperne a sufficienza per decidere. Con rabbia viene da chiedersi il perchè in Italia tutto deve necessariamente gravitare intorno alla politica. Anche i cavalli. Eppure di gente competente che del nobile quadrupede e del loro mondo conoscono vita,morte e…miracoli ve ne sono a iosa per guidarne l’uscita dalla melma. Presenze prestigiose presenti in ogni comparto del movimento ippico che ci vengono invidiate all’estero. Allevatori, allenatori, tecnici, giudici, driver, fantiini, veterinari, personale di scuderia,gestori d’ippodromi, segreterie e quant’altri ancora abbiamo omesso di citare costretti viceversa a vivere da tempo con una profonda angoscia legata al loro futuro lavorativo. Lo spauracchio della fame per le loro famiglie vissuto un anno addietro e che ancora oggi non è scomparso. Chi ha conosciuto gli anni “tranquilli“ dell’ippica italiana non può che dolersi del pessimo modo con il quale ancora in questi giorni si stanno portando avanti strampalati programmi di ripresa. Non può che avvilirsi di fronte ad iniziative che sanno solo di inettitudine. L’ippica presa in prestito dalla politica per assegnare poltrone e gratificare personaggi che nulla sanno di quel mondo e che non hanno la necessaria modestia di chiedere prima di decidere non ci piace per nulla. Nessun “piano“ potrà assicurare un futuro all’ippica fino a quando a proporlo e portarlo avanti saranno coloro che il mondo ippico lo hanno visto solo e soltanto dall’alto di una tribuna. (Bruno Delgado)