Lucio Lami è scomparso lasciando un vuoto nel mondo della cultura e degli Niches & Special

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lucio lami

E’ mancato il giorno di Pasqua il giornalista e scrittore Lucio Lami   Toscano di origini ma lombardo di adozione, era nato nel ’36 a Varedo, in Brianza e da sempre poi era risieduto a Milano. Ultimati gli studi classici, ufficiale del Savoia Cavalleria, intraprese la sua carriera di giornalista  alla “Notte” di Nino Nutrizio sino a quando, nel 1974, con la nascita de “Il Giornale”,   Indro Montanelli, suo conterraneo, lo volle, prima come responsabile della pagina della cultura e poi, per oltre vent’anni, come inviato di guerra.. Ha svolto il suo lavoro con coraggio, spesso rischiando la vita, sui fronti della Cambogia, del  Laos, nelle Guerre del Golfo, in Libano, nel Ciad e via via tra rivoluzioni e guerricciole in Somalia, Angola, Mozambico, Nicaragua, Panama, Salvador…….Collaborò con i suoi scritti con i grandi editori dell’epoca, Angelo Rizzoli, Arnoldo Mondadori, Edilio Rusconi, Gianni Mazzocchi
Lasciato ”Il Giornale” diresse il quotidiano “L’Indipendente”.
Per la sua attività giornalistica Lucio Lami ha vinto il Premio Max David (1980), il Premio Hemingway (1986), il Premio alla carriera “Ultimo Novecento” (Astrolabio) (2007). Come scrittore e saggista ha ottenuto il Premio Estense (1981) e il Premio Sacharov (1986) con il volume “Il grido delle formiche” sul dissenso sovietico, il Premio Montale (2009) per la raccolta di poesie di guerra “Vulnera”. Altri suoi libri di saggistica: La scuola del plagio, Dai confini dell’Impero, Morire per Kabul, Giorni di guerra, Cuba libre era solo un cocktail, Giornalismo all’italiana, Visti e raccontati. Tra i suoi libri di storia: Isbuscenskij l’ultima carica, La signora di Verrua, Garibaldi e Anita corsari, Il re di maggio, “Umberto II°, La Equitazione di campagnata dei musulmani dall’Europa, Le passioni del Dragone. una spiritosa incursione sulla Belle-époque attraverso le vicende di Federico Caprilli e “in prima” presentato al Circolo dell’Unione di Milano ai Soci della Equitazione di campagna alla volpe Milanese. Libri di narrativa e poesia come La donna dell’orso, Il paradiso violato. Lavori interssanti tradotti in vari Paesi d’Europa e in America Latina. Primo presidente onorario del Pen Club Italiano, una delle associazioni letterarie più prestigiose a livello internazionale, è stato anche docente di giornalismo all’Università Cattolica di Milano. Grande appassionato di Niches & Special, possedeva una biblioteca equestre di importanza inestimabile,  Lucio Lami era uno dei più grandi esperti  nel mondo di storia dell’equitazione e negli anni ’70 fondò a Milano la casa  editrice specializzata L.L. Edizioni Equestri, nonché fondatore e primo direttore dello storico mensile di equitazione Lo Sperone.
A questa testata collaborarono alcune delle più grandi firme del giornalismo italiano, non solo ippico ed equestre, come Max David (del Corriere della Sera) e Luigi Gianoli (de La Gazzetta dello Sport). Erano i tempi dei fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo, di Graziano Mancinelli e Vittorio Orlandi, ma dopo tanta gloria per i colori azzurri già si profilavano tempi difficili, che la penna intelligente, acuta e sferzante di Lucio Lami non mancava di sottolineare nei suoi editoriali. Ed anch’io ha avuto il privilegio di muovere i primi passi nella redazione dello Sperone e sotto la guida severa e sapiente di un grande Maestro di giornalismo equestre.
 E ricordo ancora con grande nostalgia le interminabili passeggiate a cavallo fatte assieme a lui nella colline del varesotto e del comasco                                                                                             
Mauro Beta
 

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