Novità: A Verona in risalto le proprietà benefiche della pet therapy

La pet therapy, ovvero la terapia che prevede il contatto diretto con un animale (in questo caso il cavallo), non è un concetto nuovo e viene applicata già da diversi anni, ma in questi giorni di Fiera in quel di Verona si parla di un vero e proprio progetto promosso dal Centro di referenza nazionale dell’istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che in collaborazione con i più qualificati centri italiani ha presentato un piano di interventi assistiti con gli animali, al fine di potenziare e promuovere ulteriormente questa pratica in Italia.Al momento sulla penisola sono più di un migliaio i cavalli utilizzati per la pet therapy, distribuiti in circa 200 centri ippici, con Lombardia e Veneto in testa alle regioni più attive in questo tipo di attività; che non è poi moltissimo se, dati alla mano, i numeri vengono poi confrontati con la percentuale di popolazione italiana che soffre di patologie o disabilità motorie (il 5% della popolazione), per un totale di 3 milioni di persone, delle quali quasi 400 mila hanno un’età compresa tra gli 0 e i 14 anni.“Per i ragazzi in terapia“, spiega il professor Lino Cavedon, psicologo e psicoterapeuta del Centro di Referenza, “interagire con il cavallo nella fase di grooming e cura del cavallo, la vestizione con la sella e il lavoro a terra o in sella è di notevole aiuto“, al punto che i progetti di pet therapy sono rivolti non più soltanto a persone con problemi di autismo,ma anche a persone con problemi di depressione, traumi, difficoltà motorie o psichiatriche, adolescenti con problei di personalità, sclerosi multipla.Non solo il cavallo, anche l’asino si presta im modo eccelente alla pet therapy, la sua naturale curiosità, la stazza ridotta e il carattere mansueto lo rendono una compagnia perfetta per i bambini e gli anziani, si tratta dell’onoterapia, che in Italia conta 2.500 associati e 46 sedi.Per questo è importante sviluppare il progetto pet therapy, non si tratta solamente di una terapia medica con un rapporto uomo – paziente, bensì di uno scambio di emozioni e di energie positive che intervengono con immensi benefici sull’apparato neuro-recettore, di conseguenza sull’umore e il comportamento che migliorano in modo esponenziale, migliorando la qualità della vita.(CM Quitidiano.net)