Olimpiadi: eppure manca qualcosa

Le Olimpiadi si avvicinano, e con esse gradatamente aumenterà l’interesse, e l’attenzione da parte dei media e di tutto il mondo del <<cavallo agonista che focalizzeranno la loro concentrazione su l’evento sportivo quadriennale più famoso al mondo sin dall’antica Grecia. Sono già noti le nazioni e i binomi delle tre discipline, la tabella di marcia delle competizioni è stata redatta, e le strutture a Greenwich Park sembrano ormai pronte per ospitare cavalli, cavalieri e conseguenziale entourage a seguito. Sembra esserci tutto ma due sono gli elementi da sottoporre alla cortese attenzione del lettore; due grandi assenze che, anche se geneticamente diverse tra loro, avranno sicuramente un impatto sulla risultante finale dei giochi. Il primo elemento è l’assenza del grande campione Ludger Beerbaum, che come riportano le agenzie di stampa più quotate, sembra aver notato un calo nelle prestazioni della sua Gotha FRH, tale da indurlo ad ammainare le vele ed abbandonare l’avventura olimpica. “La cavalla semplicemente non è in forma, per questo preferisco non partecipare con lei alle Olimpiadi“. Queste le testuali parole del fuori classe dopo il risultato ad Aachen; in effetti le 15 penalità e l’89° posto, hanno da subito fatto presagire che qualcosa non andasse per il verso giusto, soprattutto dopo la conquista del punteggio massimo nella 4° tappa della Fei Nations Cup a Rotterdam il mese precedente. Naturalmente quali fattori ci siano dietro ad un tal calo fisico, forse solo il cavaliere dentro di sé, saprebbe scovarli e rintracciarli, ma i dubbi dati anche da un’analisi approssimativa e superficiale sorgono. Che ci siano strategie economiche, errori di management, errate pianificazioni di lavoro o della stagione agonistica, o semplicemente sfortuna, salta all’occhio il fatto che un grande binomio come Beerbaum/Gotha si sia fatto cogliere così di sorpresa da uno dei fattori più banali in campo agonistico cioè, la perdita di forma. A rendere il tutto ancora più inverosimile è il fatto che stiamo parlando di un binomio appartenente ad una delle nazioni più forti, più competitive con maggiori risorse e con maggiori mezzi momentaneamente presente nel panorama europeo (se non mondiale). Vorremmo sottolineare infatti come il lavoro in team ( nel quale rintracciamo l’importantissima presenza del selezionatore Otto Becker ) è di fondamentale importanza per la preparazione della squadra, seguita quindi da interi professionisti nel settori sportivo medico-veterinario ecc… Tutte le ipotesi portano comunque al nulla di fatto per il binomio tedesco che lasciano di sicuro la competizione olimpica priva di una grossa variabile interveniente. Passando invece al secondo punto di analisi che verte su un’ulteriore assenza, beh qui sinceramente la storia si complica un po’! Parliamo infatti della squadra italiana e della sua assenza nel panorama olimpico del salto ostacoli. A parte il grandissimo riconoscimento a livello internazionale per il talento, la tecnica, lo stile tutto italiano Truppa/Eremo, è banalmente ovvio come il settore del salto ostacoli, rispetto allo standard europeo e mondiale sia in forte involuzione, e manchi di quella spinta propulsiva verso le alti vette agonistiche. Anche qui i dubbi sul perché e su come modificare la situazione sono infiniti come i granelli della sabbia del deserto. A differenza del caso tedesco infatti, la nostra squadra tricolore, soffre cronicamente di disfunzioni interne, una federazione che naviga sempre nelle torbide acque dell’oscurantismo reale o ipotetico attribuitogli dai più, un consenso di base molto labile e risicato e sicuramente per ultima ma non in ultima istanza la profondissima crisi economica. In dettaglio si vede come moltissimi binomi abbiano exploit in determinati periodi o addirittura ristrette competizioni… per poi finire nell’oblio per lungo tempo, quindi un’altalena agonistica che non permette oggettivamente la pianificazione e il raggiungimento di obbiettivi qualificanti. Nonostante la buona qualità tecnica dei cavalieri, un settore allevatoriale interno sempre più all’avanguardia e al passo con i tempi per quel che riguarda tecniche, soggetti e linee genetiche… qualcosa si è inceppato e consciamente o inconsciamente forse ciascuno di noi potrebbe e/o avrebbe la reale risposta a tali interrogativi. Come sempre a ciascuno le proprie considerazioni, noi ci consoliamo con il fatto che almeno ai campionati italiani… l’Italia abbia vinto!
Edgar Palermo