Rio 2016, finale amara per l’amazzone Janika Sprunger

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Janika Sprunger

L’avventura a Rio de Janeiro si conclude con l’amaro in bocca per Janika Sprunger, vittima di una regola (discutibile, come diverse altre contenute nel regolamento olimpico), secondo la quale non si possono avere nella finale individuale più di tre rappresentanti per nazione, anche se regolarmente qualificati.
Si sa che l’equitazione è spesso uno sport crudele, ma in questo caso la crudeltà proviene da un regolamento olimpico che non premia il grande merito di una squadra che riesce ad ottenere l’accesso alla finale individuale per tutti i suoi rappresentanti e che deve così farne a meno di uno per forza, per regolamento.
Altro punto del regolamento antisportivo e fortemente contestato dagli appassionati di questo sport è l’azzeramento totale delle penalità accumulate per tutti i finalisti: vale a dire che chi ha avuto un alto rendimento costantemente per tutta la durata delle prove di qualificazione, magari con tutti percorsi netti, parte alla pari con chi ha ottenuto la qualificazione per il rotto della cuffia (solitmante trascinandosi dietro molte penalità), ed entrambi avranno esattamente le stesse possibilità di puntare al titolo olimpico.
Svizzera e Germania sono entrambe nella medesima situazione, due squadre che hanno dimostrato grande coesione e grande preparazione essendo state in grado di qualificare tutti e quattro i binomi per la finale individuale, costrette entrambe ad escluderne uno.
La differenza tra queste due situazioni, è che nella Germania l’escluso sarebbe Ludger Beerbaum per sua stessa richiesta, oggi non vedremo dunque il kaiser all’opera, aggiungendo anche purtroppo dato che ogni suo percorso è puro spettacolo equestre. Evidentemente kaiser Ludger, che di ori olimpici ne ha già vinti in abbondanza, dato il suo imminente addio alla nazionale tedesca in manifestazioni ufficiali (decisione già maturata da tempo), ha reputato più saggio cedere il testimone e lasciare la possibilità di giocarsi il podio agli altri tre binomi qualificati della squadra: Christian Ahlmann su Taloubet Z, Meredith Michaels-Beerbaum con Fibonacci e Daniel Deusser su First Class, tutti ambiziosi e con reali possibilità di andare a medaglia.
Per la Svizzera il discorso è molto, molto diverso: Janika Sprunger in campo ci voleva essere eccome, il tecnico degli elvetici ha dovuto prendere una decisione difficile che in qualunque caso avrebbe scontentato qualcuno, per non parlare della grande responsabilità e delle polemiche nel caso in cui non dovesse arrivare nessuna medaglia dal terzetto messo in campo: impossibile escludere Steve Guerdat e Nino des Buissonnets essendo i campioni olimpici in carica, restano allora Martin Fuchs con Clooney, Romain Duguet in sella a Quorida de Treho e appunto, Janika Sprunger con Bonne Chance.
La scelta del tecnico è caduta sull’amazzone, costretta a seguire la finale dagli spalti, con l’amaro in bocca.
www.rio2016.com
(MC)

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