SICILIA: cavallo, ma quanto mi costi?

Le moderne vicissitudini in ambito economico/europeo e le parallele misure adottate per processi di risanamento, riquadramento dei conti e riassetto conti pubblici, sferza fortemente il vento del controllo e delle misure di tutela adottate per l’arginamento del trasbordante fiume di spreco che invade quasi ogni comparto strategico nazionale. Rivolgere quindi, una piccola occhiata a specifici anfratti della nostra situazione italiana non sembra essere una grossa fallacia; con la sensazione che, come alla ricerca di petrolio, più si scava e più viene fuori del “nero”. Dobbiamo dirlo, in tutto il territorio nazionale si attestano profonde voragini che separano nettamente l’erogazione e l’utilizzazione dei fondi pubblici, con il corrispettivo, effettivo e corretto utilizzo. Oggi ci troviamo in Sicilia e a generare scalpore non sono adesso solamente i comparti politici, governativi ed economici… ma ambienti molto più vicini a noi uomini appassionati del mondo cavallo. L’istituto incremento ippico è infatti, l’ennesimo testimone di spreco e sperpero a tinte verdi bianche e rosse. La struttura nata nel 1888 come «Regio deposito cavalli», nel 1960 passa sotto il controllo della regione, con il compito di preservare il sangue delle razze equine autoctone siciliane e inoltre cercare di incentivare la diffusione di specie (soprattutto asini) isolane ad alto rischio d’estinzione. Per il solo costo del personale l’istituto incremento ippico riceve 2,2 milioni di euro l’anno per il costo del solo personale e de localizzando difatti la sua sede centrale nelle zone limitrofe. Il piccolo dettaglio sul numero del personale e sulle sue funzione racchiude anch’esso vere note di curiosità tutte da scoprire. Il concorso indetto nel 1990 dava diritto solamente a venti prescelti, la possibilità d’accesso ai ruoli di grooming, ma con grande colpo di scena si decise di raddoppiarne la disponibilità, e così tutti i partecipanti vennero ammessi all’ente. Gran bella fortuna! Inoltre è da considerare anche lo stipendio percepito che si attesta sui 55mila euro a testa all’anno. Da non sottovalutare naturalmente i compensi di direttore generale (60mila euro annui) e consiglio di amministrazione (4mila euro lordi al mese, oltre eventuali rimborsi). Attenzione però a questo punto non si vuol fare stupida demagogia e fare di tutta un’erba un fascio, sembra quindi doveroso porre l’accento su alcune piccole sfaccettature a nostro parere di degna importanza. Innanzi tutto non si vuol mettere in discussione il nobile scopo dell’istituto incremento ippico; preservare un patrimonio prima di tutto genetico e poi storico, è iniziativa nobile e che peraltro insignisce le più grandi nazioni di una profonda coscienza e rispetto per la propria storiografia e identità ( es. salvaguardia dei mustang negli USA). Inoltre in questa sede non si vuol in nessuna maniera screditare le mansioni degli addetti ai lavori, ma si lascerà passare almeno il beneficio del dubbio sulla legittimità di tali esborsi. Oltre a ciò non si vorrebbe rimarcare il classico obsoleto stereotipo di un sud ancora sottoposto ad antichi archetipi di poteri “marci”, rispetto a realtà nazionali candide e sotto perenne pericolo di coppola e lupara; le vicissitudini di molte regioni italiane sembrano ormai sgombrare tali spettri. Come sempre lasciamo la magnanimo lettore lo snocciolamento di queste e di quant’altre personali teorie e ipotesi a riguardo, ma in tempi di sacrifici…non sarebbe più corretto parlare di distribuzione degli stessi?Ed inoltre dove sono gli organi preposti alla vigilanza e al rispetto delle norme?Questi ed altri interrogativi sorgono nella mente dei quanti vedono in tutto ciò un’aurea di stranezza e singolarità, ma certi che l’Europa dirà anche in questo caso cosa fare, e quali provvedimenti prendere al più presto, attendiamo quindi futuri risvolti…si pensa anch’essi carichi di controversi elementi. Si spera comunque che alla fine di tutte le burocratizzazioni e trafile legislative, a non farne le spese siano i nostri amici con coda e criniera!
Edgar Palermo