Simona Garatti, la numero uno d’Italia

La campionessa italiana di endurance Simona Garatti, racconta il suo mondiale in MalesiaA quasi una settimana di distanza dal termine della competizione, torniamo a parlare di mondiale. Quello che si è corso il 7 novembre in Malesia verrà ricordato dai presenti come sì, la più sfarzosa competizione mai organizzata di endurance, ma, molto probabilmente, anche per la più difficoltosa per quanto riguarda le condizioni atmosferiche.
Simona Garatti, campionessa italiana 2008 e 27° assoluta in Malesia, appena rientrata in Italia, ci spiega il perché:
La partenza è stata data alle 17:30 ora locale e il meteo sembrava buono, la temperatura intorno ai 30° e il cielo non molto nuvoloso. Con il giungere della sera però tutto è cambiato molto in fretta e durante il secondo loop di gara si è scatenato il “finimondo”.
Non ho mai visto piovere con un’intensità del genere, nel bel bezzo della jungla io e Patrizia Giacchero abbiamo dovuto spegnere i faretti sopra il casco perché la luce confondeva la vista, il tracciato di gara era allagato, almeno 10-15 cm di acqua ci hanno accompagnato sino al vet-gate. Mentre eravamo intenti a far rientrare i cavalli, un fulmine, caduto vicinissimo a noi, ha illuminato l’intera area, facendo avvertire a diversi presenti la sensazione di aver preso la “scossa”.
Con l’evolversi della gara la situazione è tornata alla normalità facendo salire notevolmente il tasso di umidità, per arrivare all’ultima fase sotto un sole cocente e con un caldo quasi insopportabile.
Com’era il percorso?
Molto noioso, segnalato molto bene e tutto in piano, tranne una lieve salita durante il 5° anello, ma nulla di preoccupante; tra l’altro essendo il tracciato tutto sviluppato nella zona circostante le scuderie i cavalli erano sempre tentati dal prendere la via più breve per rientrare. Abbiamo avuto il nostro bel da fare insomma…..
27° posto assoluto 6°posto a squadre, sinceramente io ti avrei voluto vedere una decina di posti più avanti, qual è il tuo stato d’animo?
Ho letto su altri siti che ci si aspettava qualche cosa di più in quanto la mia cavalla Z’Tadore Al Maury, era accreditata di medie migliori, ma vi posso assicurare che ho fatto il possibile. Le condizioni climatiche non hanno favorito le squadre europee, basti pensare che in certe giornate il tasso di umidità era del 100% e si avvertiva una temperatura di oltre 40°. E’ vero, ha vinto una spagnola, ma il suo cavallo ha svolto l’ultimo anno di preparazione a Dubai.
Forse, a giochi fatti, avrei potuto fare qualcosina di più, ma significava prendersi rischi enormi, rischi che a questi livelli non vengono perdonati, inoltre abbiamo dovuto affrontare la gara pensando anche alla graduatoria a squadre, visto che le scelte erano state automatiche.
Ecco, cosa è successo il giovedì precedente la gara, giornata di visite pre-eliminari.
Puntualizzo che non ho visto la visita di Lara, ne tanto meno Missouri, ma Missouri non è stato presentato e Lara non ha passato la visita pre-eliminare, non ho nient’altro da aggiungere.
Che giudizio dai al tuo mondiale, e a quello della squadra azzurra?
Penso che un sesto posto a squadre ottenuto dall’Italia in Malesia, e ci tengo a sottolinearlo in Malesia, perché, con soli 20 giorni di “acclimatamento”, è stato il massimo che abbiamo potuto ottenere; non dimentichiamo che abbiamo preceduto nazioni europee molto più accreditate della nostra, tipo Francia e Belgio.
Dal canto mio sono stanchissima, ma molto soddisfatta della mia prestazione e di quella Z’Tadore, la mia cavalla, che ha concluso una gara difficilissima.D.Menolfi – in foto la Garatti