Lo stage federale Mounted Games ad Arezzo: costruire atleti consapevoli per il futuro della disciplina
I Mounted Games sono spesso percepiti come una disciplina immediata, veloce e spettacolare, ma chi li pratica ad alto livello sa bene quanto il “gioco” sia solo la punta dell’iceberg. Dietro ogni prova ci sono equitazione, preparazione atletica, precisione tecnica, capacità decisionale e un rapporto cavallo–cavaliere estremamente raffinato. È proprio su questi presupposti che nasce lo stage federale di formazione e sviluppo, in programma dal 27 al 28 dicembre all’Arezzo Equestrian Centre.
Lo stage è rivolto agli Under 12, Under 15 e Under 18 e rappresenta un momento chiave per lo sviluppo interno della disciplina. A guidare il lavoro sul campo sarà Filippo Chiarenza, tecnico della Nazionale, atleta di lungo corso e profondo conoscitore dei Mounted Games italiani e internazionali, affiancato da un secondo tecnico, Alessia Farinetti.
Una disciplina complessa, che va capita prima di essere “giocata”
Chiarenza lo chiarisce fin da subito:
«Noi non facciamo una gara a tempo. Siamo tutti insieme in campo e la stessa manovra può richiedere di essere fatta in modo diverso in base alla situazione che si crea. Magari hai una partenza veloce, poi una partenza lenta con uno stop dopo dieci metri, e tutto questo cambia in base a quello che succede intorno a te».
Questa imprevedibilità rende i Mounted Games una disciplina altamente formativa, ma anche estremamente esigente.
«Devi avere un cavallo preparato su quello che deve fare, ma allo stesso tempo pronto ad ascoltare l’indicazione che gli dai e a interpretarla subito. Se no giocare diventa complicato».
Lo stage: non ripartire da zero, ma andare più a fondo
Lo stage di Arezzo non nasce come evento promozionale o introduttivo. È pensato per atleti che già gareggiano e che hanno una base tecnica consolidata.
«Essendo una cosa che riguarda ragazzi già di un certo livello, sarà un approfondimento tecnico che può partire da una buona base», spiega Chiarenza.
Il lavoro partirà dall’equitazione vera e propria:
«Volevo ripartire dalla costruzione di quello che facciamo nei giochi, ma partendo proprio dal lato più tecnico di come si monta a cavallo, dall’equitazione che c’è dietro al gioco in sé».
Solo successivamente si entrerà nel dettaglio dei gesti specifici dei Mounted Games:
«Poi andremo a perfezionare alcuni aspetti più tecnici del gioco: il lavoro a piedi, le discese, le risalite e tutta la parte di manualità, che soprattutto ad alte velocità diventa fondamentale».
Giovani atleti e tecnici: una crescita condivisa
Il gruppo più numeroso sarà quello degli Under 15, ma lo stage coinvolgerà anche Under 12 e Under 18, con la possibilità di avere ragazzi anche molto giovani:
«Nell’Under 12 è facile che ci sia qualcuno di dieci anni. Il regolamento prevede atleti dagli otto anni, anche se succede raramente».
Una scelta che punta a creare continuità nel tempo:
«Abbiamo deciso di lasciare aperte le iscrizioni fino agli Under 18 proprio per dare più possibilità, più numeri ai più giovani di venire e approfondire».
Fondamentale anche l’apertura ai tecnici come uditori:
«Abbiamo aperto anche ai tecnici dei ragazzi, in modo che ci sia la possibilità di confrontarsi. La sera del sabato, se ci sono domande o aspetti da approfondire, si può parlare insieme».
Sviluppo prima della promozione
Filippo Chiarenza è molto chiaro su questo punto:
«Questo tipo di evento riguarda più lo sviluppo della disciplina in se stessa, ed è principalmente rivolto a cavalieri che già partecipano a competizioni e gare quindi si parte già da un buon livello generale e, su quello, si cerca di costruire ulteriormente».
L’obiettivo è strategico e a lungo termine:
«L’idea è promuovere la disciplina dei Mounted Games per migliorare la preparazione degli atleti e, soprattutto, per arrivare ad avere una base sempre più numerosa di atleti preparati. L’obiettivo? Dare la possibilità a tutti di crescere e migliorarsi».
HSJ x FISE
Ph Fabrizio Vacca | Jousting time
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