UNA SEMPLICE STORIA DI..

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cavallo bello generico 1

Forse troppe volte abbiamo assistito direttamente o indirettamente a scene o accadimenti chevedevano l’accantonamento, il pensionamento o peggio la soppressione di cavalli sportivi, con ormai danni fisici irreparabili, attribuibili sostanzialmente all’errata gestione agonistica del soggetto stesso. Come facilmente intuibile in tali situazioni , i proprietari si fanno forti del loro ruolo di detenzione di proprietà e il più delle volte di primi protagonisti delle azioni economiche, i cavalieri, legittimano le loro posizioni naturalmente, sotto l’aspetto agonistico/atletico, e il cavallo…beh…il cavallo sta sostanzialmente in mezzo . Ma quella che oggi vogliamo raccontare è una storia che dimostra forse, la non reale veridicità di tutto ciò, ipotizzando chissà , che oltre al fattore denaro c’è qualcosa di più… Il binomio Harley Brown e Angelli ,è molto rinomato soprattutto oltre oceano ,dove gareggiando ai massimi livelli, l’affiatato binomio riesce sempre a regalare grosse emozioni e sfoggio di grande classe e talento da parte di entrambi. Come purtroppo però spesso accade anche, per il qualitativo baio (Angelli) arriva il momento che ogni cavallo agonista prima o poi deve affrontare. Durante un Gran Prix si ha la lacerazione del tendine posteriore con conseguente stop forzato. Il danno sembra irreparabile e l’alto livello di gravità fa emergere la possibilità dell’eutanasia. Harley Brown si oppone ,forte della profonda conoscenza che ha del suo compagno di gara, azzarda il tutto per tutto con la somministrazione di una cura che solo da pochi anni sta entrando in auge nel mondo equestre. Grazie al dottor Patrick Casey si
cerca quindi, di porre rimedio ad una situazione, che prospetta una percentuale dal 5 al 15 % di possibilità di tornare a competere ai massimi livelli con le normali pratiche riabilitative. Si attua allora una nuova procedura: la coltivazione di cellule in laboratorio che, venendo successivamente impiantate nella parte lesa, riescano a rimarginare e “rinsaldare “ i tessuti danneggiati . Dopo un lungo lavoro riabilitativo , una stretta sinergia tra il dottor Patrick Casey , Brown e il proprietariodi Angelli ( Mark Harryman) si riesce nell’ardua impresa di ridare forza e salute ad un cavallo ,che molto probabilmente era papabile per l’eutanasia. Adesso il binomio Brown e Angelli è stato selezionati per accedere a Londra 2012… “Noi non avremmo mai potuto immaginare quanto bene potesse funzionare questa terapia .Non ho mai sentito parlare di un cavallo che si riprendesse da un tale infortunio, tanto meno ritornare ad essere competitivi ai massimi livelli. E ‘proprio come un sogno ,ha commentato Brown“ Verso la fine del mese di marzo, Casey, Brown e Harryman saranno riuniti in Florida, dove si perfezionerà la preparazione per Angelli ; e da li si volerà direttamente per il vecchio continente. Che forse non sia solo business il mondo degli alti empirei equestri , èquestione che rende molto più vivida la speranza di un sempre progressivo miglioramento in molti interstizi culturali, spostando il centro focale dal puro interesse economico, alla concretizzazione
in ultima analisi, di quella moltitudine di insegnamenti che sin dai primi passi vengono promossi a tutti coloro che si avvicina al mondo del cavallo. Da ogni storia ciascuno può trarre i propri insegnamenti, ma si crede che da queste storie ad esempio, potremmo trarre preziose perle di un modus operandi che difficilmente trova una consuetudine nella realtà di tutti i giorni.
Naturalmente non si è così ingenui nel poter pensare che chiunque possa affrontare sfide (anche solo in termini monetari) come la storia sopra menzionata, ma lo si ripete, è centrale il riuscire a carpire l’essenza che sta dietro al fenomeno stesso. Forse il non voler dissaldare quel patto emozionale che si crea tra cavallo e cavaliere, il non voler tradire quell’alleanza millenaria che ha visto affianco uomo e cavallo in battaglia ,come nei duri lavori di tutti i giorni, sembra poter giustificare la volontà di un uomo di voler ridare al suo “fedele destriero” il benessere ,che forse troppe volte quest’ultimo, ha dovuto sacrificare in nome della tanto agognata ,umana vittoria!
Edgar Palermo

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