Veterinaria: Trypanosoma equiperdum

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trypanosoma equiperdum

Come già avvenuto in passato,si è cercato più volte di porre l’accento anche su questioni non prettamente di carattere agonistico,ma anche medico-veterinario.  La stretta relazione tra il benessere del cavallo e il suo rendimento sportivo,hanno creato in non rari casi, la spontanea curiosità per la conoscenza e/o il proseguo  di numerosi fenomeni, incentrati su  patologie o scenari medici, più o meno sotto l’attenzione del grande pubblico. Oggi in particolare tratteremo il fenomeno del  Trypanosoma equiperdum, e i suoi più odierni risvolti. Il  Trypanosoma equiperdum  , appartiene a quella complessa classe riferita ai protozoi (organismi unicellulari eucarioti, autotrofi o eterotrofi, attualmente in numero sterminato i mari, acque salmastre e dolci, i terreni umidi), è responsabile di una patologia denominata anche durina o sifilide equina ,la quale trasmessa principalmente durante la monta naturale , colpisce in particolar modo il cavallo,(mentre nell’asino si denota un decorso per lo più  asintomatico). Lo sviluppo avviene in più stadi con un periodo di incubazione di cerca da1 a 4 settimane. In una prima fase si osserva una infiammazione degli organi genitali, in seguito nelle zone interessate si possono notare macchie prive di pigmenti,con successive orticarie estese . In una terza fase gli animali sono colpiti da stanchezza , fiacchezza e debolezza, mentre nello stadio finale si osservano anche gravi disturbi nervosi come iperalgesia (accentuazione della capacità di avvertire uno stimolo dolorifico) e paralisi degli arti. Attualmente non esiste un vaccino disponibile, e molti animali colpiti muoiono. Le zone di maggiore interesse riguardano la zona mediterranea , Medio Oriente, America del Sud e Asia centrale. Dopo questa veloce digressione chiarificativa, si nota come questo fenomeno che non eguaglia di certo le grandi piaghe epidemiche ,sia però fonte di molta attenzione ,anche oltre confine. È datato  giugno 2011 il primo campanello d’allarme scattato a causa di un focolaio di durina, identificato a Catania , in Sicilia, rintracciando un decesso, una caso grave, e  altri soggetti esposti. Il dipartimento britannico per l’Ambiente, Alimentazione e Affari Rurali (Defra), che ha denunciato i focolai, ha posto i soggetti in quarantena , sotto osservazione di un’equipe di veterinari; e  vista l’assenza di altri focolai in Europa le indagini sono in corso. È datata invece 8 dicembre la notizia secondo la quale,altri casi di durina sono stati rintracciati nell’Italia meridionale ( Puglia, Sicilia ) ; il caso è stato confermato il 25 novembre e segnalato all’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) il 1 ° dicembre. Un alto funzionario veterinario appartenente  al Ministero della Salute, il dottor Romano Marabelli ha dato la conferma dei casi segnalati nelle regioni suddette,con un rapporto che descrive 49 soggetti con sintomi che attestano la potenzialità della malattia. Nel suo primo aggiornamento settimanale, datato 6 dicembre, il dottor Marabelli non ha rilevato altri casi .  La grande diffusione della pratica dell’inseminazione artificiale, ha fortemente ipotecato la diffusione della patologia, ma la questione in merito solleva comunque il classico polverone di incertezza e sgomento. Purtroppo diverse realtà portano con se diverse problematiche  che raccolgono elementi culturali, economici, etici ecc…L’elemento caratterizzante di  questo,come di altri fenomeni, si riassume in definitiva nel non pieno rispetto e attenzione per la salute del cavallo. Non si capisce per qual motivo, essendo consci della possibilità del sopraggiungere di una patologia molto invasiva, si voglia continuare a protrarre con pratiche rischiose e oggettivamente obsolete.  Il caso preso in esame oggi , delinea l’ennesima linea sottile, di quell’intricato maglia del  mondo del cavallo, che in certe aree  assume di certo, risvolti non del tutto chiari e pienamente condivisibili. Sfortunatamente si crede che ancora ci sia molta  strada da fare per raggiungere quella maturità e coscienza,rintracciabile in paesi , nei quali molteplici associazioni o anche singoli individui, vigilano e denunciano irregolarità o infrazioni ai danni dei cavalli. L’allineamento quindi, con realtà dalle quali prendere esempio, è un processo molto lungo, che trova nella sua complessità ,il composito processo di mutamento della coscienza individuale;la cui risultante sarà altresì una metamorfosi della coscienza collettiva. Così da riconoscere anche il tramontare di quel senso tutto utilitaristico, che vede troppe volte protagonista il malcapitato cavallo di turno.   
Edgar Palermo

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