Cavallo Criollo Argentino: un’antica e interessante storia

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Esemplari di Cavallo Criollo Argentino che galoppano liberi nelle praterie Argentine

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Il Cavallo Criollo Argentino è giunto nel nuovo mondo approdando con i conquistatori spagnoli nelle Indie Occidentali, conosciute nel 1500 come Americhe; qui, gli esemplari di questa razza equina riacquistarono la loro libertà e trovarono condizioni climatico-ambientali migliori rispetto a quelle del Paese d’origine.

Questi cavalli rappresentano una vera e propria icona nel mondo equestre, noti per la loro eleganza, forza e versatilità. In questo articolo, esploreremo la storia, le caratteristiche fisiche/morfologiche e la versatilità tipiche di questa razza.

Storia del Cavallo Argentino

Il Cavallo Criollo Argentino ha una storia ricca e affascinante, originariamente importato dagli spagnoli durante il periodo della colonizzazione, questo animale ha subito diverse fasi di sviluppo e incroci genetici nel corso dei secoli. I colonizzatori portarono questi cavalli nel XVI secolo in Sud America, in particolare in Argentina, Cile, Uruguay, Paraguay, Perù e Brasile meridionale, e molti di loro iniziarono a vivere liberi.

Per quattro secoli, le mandrie formate da questi animali selvatici hanno affrontato temperature estreme e condizioni di alimentazione avverse e tali avversità hanno impresso in loro caratteristiche particolari, come la robustezza e la resistenza, seguendo un processo di adattamento genetico, una modificazione che investe gli organismi di una specie a causa della loro interazione con l’ambiente che li circonda.

Fu a metà del XIX secolo che gli agricoltori del continente sudamericano meridionale iniziarono a rendersi conto dell’importanza e della qualità di questi esemplari, che vagavano per le loro terre. Con le sue ben definite caratteristiche, il Cavallo Criollo Argentino ha cominciato ad essere oggetto di programmi di preservazione della razza dal XX secolo.

L’arrivo del Cavallo Argentino nel Rio de la Plata

I cavalli arrivarono in Argentina, situata nella regione del Rio de la Plata, durante il periodo della colonizzazione spagnola, come già detto. Il loro processo di introduzione in questa parte del mondo è strettamente legato all’espansione europea nelle Americhe, in particolare al processo noto come “conquista” e alla colonizzazione dell’America del Sud.

I primi di loro giunsero in Sud America con i conquistadores spagnoli, in particolare con l’arrivo di Pedro de Mendoza nel 1536. Questi portarono con sé soggetti impiegati in guerra e cavalli da lavoro, con l’obiettivo di avere un aiuto per le loro esplorazioni.

Una volta stabiliti nelle nuove terre, gli spagnoli iniziarono a praticare l’allevamento di questi animali che si adattarono bene alle condizioni climatiche e geografiche della regione del Rio de la Plata, e il loro numero iniziò a crescere rapidamente.

Nel corso dei secoli, il miscuglio tra i cavalli introdotti dagli spagnoli e quelli delle popolazioni native dell’America diede origine alla razza del Caballo Criollo, una razza adattata alle condizioni locali che presto divenne un punto di riferimento nell’industria equina argentina.

I cavalli argentini, infatti, divennero fondamentali per l’agricoltura e l’allevamento del bestiame nelle vaste pampas dell’Argentina e furono impiegati sia per il lavoro nei campi che per il controllo degli animali negli estesi pascoli.

La loro introduzione nel Rio de la Plata, inoltre, ebbe un impatto significativo sull’ecosistema, sull’economia e sulla cultura dell’Argentina, contribuendo alla formazione della tradizione gaucha e alla diffusione della razza criolla argentina.

Ad oggi, si può affermare che questo cavallo rappresenti un’importante parte della cultura dei Paesi del Sud America e che abbia fatto la sua strada nel mondo equestre grazie alle sue peculiari caratteristiche, tanto che nel 2022, in occasione della 124a edizione di Fieracavalli Verona, l’ANACC (Associazione nazionale Allevatori Cavallo Criollo) ha presentato diversi esemplari in quello che è l’evento equestre italiano più importante dell’ultimo secolo.

Caratteristiche fisiche e morfologia

I Cavalli Argentini sono conosciuti per le loro caratteristiche fisiche uniche che lo rendono un soggetto agile e resistente: la loro struttura corporea robusta, il torace ampio che fornisce spazio sufficiente per i polmoni, contribuisce a favorire la resistenza e la capacità di lavoro.

La muscolatura di tutto il corpo risulta molto compatta, il dorso è corto e possente, il che li rende adatti per le attività di lavoro. Il collo, anch’esso forte e muscoloso, di lunghezza media, favorisce il controllo del soggetto quando montato. La forma della testa e del muso sono eleganti, di dimensioni proporzionate rispetto al corpo e lo sguardo risulta fiero, con occhi grandi, vivaci ed espressivi. La coda risulta più bassa che in altre razze.

Il Cavallo Criollo Argentino, in ultimo, presenta dimensioni contenute: va dal 1,35 m al 1,52 m al garrese, con una media di 1,45 m per esemplari femmine e maschi.

La versatilità tipica di questa razza equina

Uno degli aspetti più affascinanti del Cavallo Criollo Argentino è la sua versatilità. Questa razza eccelle in una vasta gamma di discipline equestri, dal dressage, alla corsa, alla lavorazione del bestiame.

Un cavallo versatile ed intelligente, con una forte attitudine al lavoro di campagna, adatto anche ad escursioni, gare di resistenza e gare di monta western come Pole e Barrel e Gimkane.

Tutto questo grazie alle caratteristiche fisiche, elencate in precedenza, che conferiscono al Cavallo Argentino resistenza, forza e agilità uniche.

Per maggiori informazioni sul Cavallo Criollo Argentino visita il sito dell’ANACC: www.anacc.it

Fonti: “Características del Caballo Criollo Argentino” su Equinos Argentinos; Historia de los Caballos Criollos” di Alfredo T. Cetrángolo; “Los primeros caballos en América” di Martín Güemes

© Riproduzione riservata.

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