Cinzia Iacchelli racconta il suo mondiale

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Dopo aver raccolto le impressioni della campionessa italiana Simona Garatti, HSJ e SportEndurance tornano a parlare dei Mondiali di endurance con Cinzia Iacchelli.
Cinzia ha fatto parte della spedizione azzurra a Terengganu, inseme al suo Missouri, ma non ha preso parte al WEC 2008 in quanto non si è presentata in visita preliminare.Allora Cinzia, innanzitutto spiegaci che cosa è successo a Missouri, cavallo che a nostro parere aveva tutte le carte in regola per ben figurare in Malesia;  per quale motivo non è stato presentato alla visita preliminare?“Tutti i dubbi e i timori che avevo prima della partenza, legati al lungo viaggio, al clima e al luogo, totalmente nuovo e così al di fuori degli schemi per cavalli e cavalieri europei, si sono avverati. Missouri si è infortunato durante un’ uscita di “ambientamento” il secondo giorno. Non so bene per quale motivo, ma, mentre stavamo percorrendo l’anello di allenamento, ad un certo punto ha scartato un paio di volte molto bruscamente, cosa tra l’altro del tutto insolita per lui, facendomi quasi cadere a terra.
Passato lo spavento, ho riportato il cavallo verso le scuderie e ho capito subito che qualche cosa non andava, in quanto il cavallo “marcava” parecchio. Lo staff veterinario è subito intervenuto in mio aiuto, ma purtroppo i trattamenti non hanno avuto alcun effetto; solo dopo 5-6 giorni di totale inattività abbiamo iniziato a riscontrare qualche miglioramento; tra l’altro nessun segno di gonfiore aiutava ad individuare il problema del cavallo, risultato negativo a radiografie ed ecografie.”Quando è maturata la scelta di non presentare Missouri in visita?“Abbiamo fatto trottare Missouri dieci minuti prima della visita e vi posso assicurare che pur non essendo bello era meglio di alcuni cavalli che poi sono partiti.
Nonostante questo non avevo voglia di andare ad intaccare l’integrità fisica già abbastanza precaria; ho pensato che se anche avessi superato la visita preliminare quasi sicuramente non avrei potuto portare a termine la gara.”Dopo aver preso questa decisione il resto del team azzurro come ha reagito?“Siamo stati molto bene insieme questo mese in Malesia ed erano tutti quanti molto dispiaciuti.”E tu come hai reagito?“Non ho mai avuto il minimo gesto di stizza verso Missouri; questo è uno sport difficilissimo, che amo da morire e che non cambierei con nulla al mondo; sono consapevole che “ci può stare“; certo dispiace che sia accaduto proprio in una competizione così importante, ma l’endurance insegna anche questo.
Penso che Missouri si sarebbe divertito molto, era una gara nella quale si sarebbe potuto esprimere alla grande. Aveva superato molto bene l’impatto con l’umidità, il caldo, respirava molto bene, poi l’infortunio… non ci voleva! Alla partenza quando ho visto sfilare tutti quei cavalli un po’ di rabbia l’ho provata, ma poi mi sono subito messa al lavoro per aiutare il più possibile i miei compagni di squadra.”Sappiamo che durante la gara hai seguito molto da vicino il team di Simona Garatt;, secondo te avrebbe potuto fare meglio?“Credo che Simona ed il suo team abbiano ottenuto il massimo che si potesse ottenere. La cavalla di Simona, Z’Tadore Al Maury, è veramente fortissima, ma a mio avviso ha risentito molto del cambiamento climatico; Emiliano e Simona sono due persone stupende che ho avuto modo di apprezzare a Terengganu, e non nascondo che quando la Garatti ha tagliato il traguardo mi sono commossa.”Che voto dai al mondiale dell’Italia?“L’Italia ha disputato veramente un buonissimo mondiale, non dimentichiamo infatti che al cancello finale sono arrivati tutti e quattro i binomi partiti, fatta eccezione purtroppo per la eliminazione di Gianluca Laliscia; il 6° posto finale a squadre è un ottimo risultato, dovendo dare un voto darei senza dubbio un 8.”Un ultima domanda, come reputi la scelta delle FEI di far disputare il WEC 2008 in un posto così lontano? Quando diciamo lontano intendiamo climaticamente e culturalmente.“Infelice, ma sin da quando è stata resa nota la località dell’evento; poi una volta “toccato con mano” ne ho avuto la conferma. Ho sentito parecchi componenti di team europei molto scontenti; da parte mia posso dire che, anche se tutto l’evento è stato organizzato abbastanza bene, mi ha lasciato molto perplessa il fatto che durante i primi 4 anelli era prevista solamente un’assistenza, mentre durante le ultime due fasi nessuna!!. Intendiamoci bene: i punti acqua erano tanti, ben forniti e frequenti, ma sappiamo bene quanto conti nel nostro sport il riferimento dell’assistenza per il cavaliere.
Se poi ci mettiamo il contorno della jungla, la notte e quel nubifragio che ci ha investito avrete il quadro completo di quanto sia stata difficile la gara, anche a livello psicologico.” Ringraziamo Cinzia Iacchelli, gentile e disponibile..

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