
Fattrice e puledro: nascita e sviluppo di questi splendidi animali

L’arrivo di un puledro è un momento emozionante e delicato, che segna l’inizio di una nuova vita. Protagonista indiscussa di questo evento è la fattrice, ovvero la femmina adulta destinata alla riproduzione; dopo una lunga gestazione, nel cavallo della durata di 11 mesi, la fattrice dà alla luce un piccolo già sorprendentemente autonomo, capace di alzarsi in piedi e muovere i primi passi a poche ore dal parto.
In natura come negli allevamenti, comprendere le esigenze della fattrice e del suo puledro è fondamentale per garantire una nascita sicura e una crescita sana.
La gravidanza della fattrice: un anno di attesa per un puledro forte e autonomo
La gestazione della fattrice dura circa 11-12 mesi. Questo lungo periodo è strettamente legato all’evoluzione di cavalli, zebre e asini, animali che vivono in ambienti aperti, come le praterie, dove i pericoli sono sempre in agguato. Per questo motivo, il puledro nasce già ben sviluppato, pronto a camminare entro un’ora dalla nascita e a nutrirsi di erba nel giro di poche settimane, anche se l’allattamento materno prosegue fino a circa un anno.
Quando nasce un puledro: il parto e il primo contatto
In natura, la maggior parte delle fattrici partorisce in primavera, periodo in cui l’ambiente è più favorevole grazie alla maggiore disponibilità di erba fresca. Questo permette alla madre di alimentarsi meglio e al piccolo di crescere in condizioni ottimali. Nelle strutture di allevamento, il parto è spesso monitorato con attenzione per evitare complicazioni, soprattutto nelle cavalle da riproduzione selezionata, che potrebbero aver bisogno di assistenza.
Le fattrici pony e le cavalle allo stato brado tendono a partorire più rapidamente e senza assistenza rispetto alle cavalle da allevamento. Questo comportamento è il frutto della selezione naturale: nei branchi, la rapidità del parto e la capacità del puledro di alzarsi e seguire la madre sono vitali per sfuggire ai predatori.
Subito dopo il parto, la madre si riposa mentre il puledro inizia a muovere i primi passi. Ancora coperto dalle membrane fetali, il piccolo si libera spontaneamente del cordone ombelicale, mentre la fattrice lo pulisce accuratamente. Questo gesto non è solo una forma di cura, ma ha anche lo scopo di stimolare la circolazione e la respirazione.
Il colostro: il primo latte che fa la differenza
La prima poppata è fondamentale: il puledro cerca istintivamente le mammelle della madre per assumere il colostro, un latte speciale ricco di anticorpi che rafforzano il sistema immunitario. È un passaggio essenziale per la sopravvivenza e la salute del piccolo nelle prime settimane di vita. Leggi “Il vade mecum per l’alimentazione dei puledri“.
Dalla nascita all’indipendenza del puledro
Il puledro, che sia cavallo, zebra o asino, resta con la madre circa 6 mesi. In natura, una volta terminato il colostro e raggiunta la maturità, abbandona il branco materno per unirsi ad altri individui e formare nuovi gruppi familiari. Nelle zebre, ad esempio, è frequente osservare comportamenti di protezione collettiva: gli adulti si uniscono per difendere i piccoli dai predatori.
Per chi opera nel settore dell’allevamento, comprendere i comportamenti naturali delle fattrici e le esigenze dei puledri è fondamentale per garantire una riproduzione sana e una crescita equilibrata. La qualità dell’assistenza nel periodo perinatale, la gestione alimentare della madre e la salute del puledro rappresentano elementi chiave per ottenere soggetti forti, equilibrati e ben inseriti nel contesto sportivo o lavorativo.
fonte: “Il Cavallo” DeAgostini
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