L’arte nascosta dietro agli ostacoli: a Gérard Lachat il disegno del percorso della Longines EEF Nations Cup Final di Avenches

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Nel salto ostacoli, la vittoria non dipende soltanto dall’atletismo di cavallo e cavaliere, ma anche dall’ingegno del disegnatore del percorso. Dietro a ogni giro netto e a ogni barriera che cade al limite del possibile, si cela un lavoro meticoloso: una sequenza di salti, curve e distanze studiata nei minimi dettagli, in equilibrio tra sport, sicurezza e spettacolo.

Alla Longines EEF Nations Cup Final di Avenches, quell’equilibrio sarà affidato alle mani dell’elvetico Gérard Lachat, course designer con oltre dieci anni di esperienza internazionale. “La creatività, la ricerca di tracciati interessanti e il rapporto con le persone – costruttori, cavalieri, allenatori – è ciò che amo del mio lavoro”, racconta.

Sicurezza, sfida e spettacolo

Per Lachat, la priorità è chiara: “Prima di tutto la sicurezza di cavalli e cavalieri. Poi il percorso deve stimolare i concorrenti ed essere piacevole per il pubblico”. Le distanze vengono calibrate con cura in base al livello della competizione, puntando a indurre piccoli errori piuttosto che rifiuti, così che la difficoltà derivi dalla precisione e dalle decisioni tattiche, non dal rischio.

Un approccio condiviso dal collega belga Bart Vonck, che quest’anno ha firmato i percorsi delle tappe EEF di Drammen e Peelbergen. Ex cavaliere, conosce bene la sottile differenza tra una prova equa e una punitiva: “Non vogliamo che i binomi vengano eliminati o si ritirino. L’ideale è vederli con un errore. Anche 2-3 centimetri in altezza o 10 in larghezza possono cambiare molto”.

Vonck paragona i course designer ad “architetti dell’arena”, attenti non solo agli ostacoli, ma anche alla decorazione, ai colori, alle disposizioni del salto in acqua e persino agli elementi scenici e agli sponsor in campo, che influenzano la percezione del percorso da parte dei cavalli.

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Cavaliere: Kristian Strøm | Bart Vonck, course designer, tiene in considerazione non solo gli ostacoli ma anche la decorazione dell’arena nella costruzione del percorso. © EEF

L’austriaco Andy Bamberger, responsabile del percorso della Nations Cup di Salonicco, sottolinea invece l’importanza di una visione a lungo termine: “Ogni anno aggiungo nuove difficoltà, perché i cavalieri crescono. Per me è una sfida positiva tra atleti e disegnatore”.

Leggere il campo di gara

La capacità di adattarsi è essenziale: nessun concorso è uguale a un altro. Dimensioni dell’arena, fondo, condizioni meteo e livello dei partecipanti influenzano il progetto finale.

Ad Avenches, Lachat potrà contare su un’arena “classica, con sabbia di ottima qualità, che non limita la galoppata dei cavalli”. Ma per la finale promette un tracciato più tecnico e impegnativo delle qualifiche: “Spero ci siano cambiamenti di classifica tra primo e secondo giro, per mantenere la suspense fino all’ultimo”.

L’evoluzione del salto ostacoli

Negli ultimi decenni lo sport è cambiato radicalmente. Cavalli più veloci, agili e rispettosi hanno reso i percorsi più leggeri, tecnici e delicati. “Oggi il galoppo ha raggiunto quasi il massimo della sua estensione – avverte Bamberger – e dovremo tenerne conto in futuro”.

Questo significa che, più che mai, i cavalieri devono ragionare e adattarsi in tempo reale: non basta più lanciarsi su lunghe linee, ma serve precisione assoluta dall’inizio alla fine.

Fondamenta invisibili: il terreno

Il fondo di gara, spesso trascurato dal grande pubblico, è in realtà decisivo per sicurezza e prestazione. “Il terreno influenza le distanze – spiega Lachat – se è troppo duro o troppo morbido, la falcata del cavallo cambia”. Vonck sottolinea come accoppiamenti sbagliati su terreni difficili possano diventare pericolosi, mentre Bamberger ricorda che solo l’occhio umano del course designer può valutare davvero le condizioni e agire a tutela dei cavalli.

Creatività e varietà

Trovare soluzioni sempre nuove è la vera sfida: per Lachat è una ricerca costante di layout originali, per Bamberger un’ispirazione che può nascere da un paesaggio o da un edificio, per Vonck una necessità per mantenere viva l’evoluzione del salto ostacoli.

La EEF Nations Cup Series, collocata tra i circuiti nazionali e le competizioni cinque stelle, è diventata terreno fertile per i giovani talenti. “Ho visto tanti cavalieri iniziare nell’EEF e poi arrivare ai massimi livelli”, sottolinea Vonck.

La pressione di una finale

Progettare un percorso per una finale porta sempre un carico di responsabilità maggiore. “Le aspettative dei cavalieri sono alte, tutti vogliono vincere – ammette Lachat – per me è una pressione in più, ma anche una sfida che accetto volentieri”.

Il suo obiettivo? Disegnare un tracciato che costruisca suspense giro dopo giro, fino all’ultimo salto, regalando al pubblico uno spettacolo memorabile.

Photo credits EEF (c)

© Riproduzione riservata.

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