Giochi Paralimpici Tokyo 2020: Carola Semperboni e Francesca Salvadè raccontano la loro esperienza

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Tokyo 2020: Semperboni “Giochi Paralimpici? Un sogno che si avvera“
Con i suoi 18 anni compiuti lo scorso 20 maggio è la più giovane delle quattro azzurre dell’Italia Team di Paradressage presenti a Tokyo per i Giochi Paralimpici. Stiamo parlando di Carola Semperboni.
Torinese di nascita e tesserata per l’Asd Nuova Cerrina, l’amazzone italiana qui a Tokyo è alla sua prima partecipazione alle Paralimpiadi. Si è appassionata a questa disciplina proprio dopo avere visto Sara Morganti, la Campionessa del mondo in carica, che oggi è proprio compagna di squadra di Carola. È come un sogno realizzato…
In realtà non è la prima volta che Carola rappresenta l’Italia in una competizione ufficiale, sì, perché a soli 16 anni, nel 2019 ha fatto parte della rappresentativa italiana in campo nei Campionati Europei della disciplina di Rotterdam.  
“Fino a questo momento – ci ha confessato Carola – sono stata abbastanza tranquilla, ma quando entro in campo qui a Tokyo per gli allenamenti avverto un po’ di tensione. Il mio obiettivo è di trasformare questo stato d’animo in energia positiva da impiegare nelle gare che dovrò affrontare da qui a breve”.  
Essere a Tokyo è per Carola un sogno che si avvera. “Solo in questi giorni qui in Giappone – ha aggiunto – mi sto rendendo conto veramente di quello che sta succedendo…che sto partecipando a una Paralimpiade”.
Un pensiero va anche al suo compagno di gara e ai suoi tecnici. “Paul (il cavallo di Carola a Tokyo ndr.) è super. Credo di essere stata super fortunata a trovarlo nel mio percorso e devo dire che si è comportato benissimo. Un cavallo sempre disponibile e per questo sono davvero felice. Sono molto contenta anche per il lavoro che ho fatto e sto continuando a fare con miei tecnici Francesca Cavaglià, Davide Cofanelli e Laura Conz. Non è facile trovare un cavallo con le caratteristiche di Paul, per questo devo ringraziarli uno ad uno. Per il grado I serve un cavallo molto collaborativo e credo che sarà difficile trovarne un secondo con le stesse caratteristiche di Paul”, ha concluso l’amazzone azzurra.  

Tokyo 2020: Salvadè “In questi anni ho dato il massimo“

Si avvicina molto velocemente il momento in cui le quattro azzurre dell’Italia Team di Paradressage dovranno entrare in campo in rettangolo per disputare la prima delle competizioni ai Giochi Paralimpici di Tokyo. Per alcune di loro la partecipazione a una Paralimpiade è una storia che si ripete, per altre è davvero la prima volta. Le abbiamo sentite una ad una per scoprire le loro emozioni e le loro sensazioni, cominciando proprio da Francesca Salvadè.
Genovese di nascita, 32 anni a gennaio e tesserata per Dressage Life Asd, Francesca Salvadè è alla sua terza partecipazione paralimpica, dopo Londra 2012 e Rio 2016 disputate rispettivamente in sella a Come On e Muggel 4. Al suo attivo ha due World Equestrian Games in rappresentanza dell’Italia: Caen 2014 e Tryon 2018, e ben quattro presenze ai Campionati d’Europa: Herning 2013, Deauville 2015, Goteborg 2017 e Rotterdam 2019. Qui a Tokyo l’amazzone italiana ha portato Oliver Vitz ((Castrone Dansk Varmblod, baio, nato in Danimarca nel 2008 ndr.). Nonostante Francesca annoveri già a 32 anni un bagaglio di esperienze davvero importante, secondo quanto da lei dichiarato, le emozioni non cambiano o quasi…  
“A Londra ero molto giovane (23 anni ndr) – ha affermato – e probabilmente inconsapevole di cosa stava realmente succedendo. Quattro anni dopo a Rio de Janeiro ho sentito di più la pressione e devo dire sinceramente anche il peso delle aspettative. Qui a Tokyo sono tranquilla e quasi rilassata, anche perché sono consapevole di avere dato il massimo in quattro, anzi cinque, anni di duro lavoro, purtroppo interrotti dallo stop dovuto alla pandemia. Oliver Vitz è un soggetto molto sensibile, ma si è sempre dimostrato dalla mia parte – ha aggiunto l’amazzone italiana. Mentre Muggel (cavallo storico di Francesca ndr) ha un po’ di carattere in più, con Oliver devo solo stare attenta a non sbagliare niente, poi lui fa il resto e ce la mette tutta”.
Francesca si è dimostrata molto soddisfatta del contesto trovato all’Equestrian Park di Tokyo, sede di tutte le gare equestri. “I cavalli sono arrivati in ottime condizioni – ha aggiunto – e sono alloggiati in strutture molto belle con aria condizionata. Non penso che la situazione in cui ci troviamo e si trovano i nostri compagni di gara sia talmente diversa dall’estate italiana. Qui poi, dalle 11 alle 16 non è consentito far uscire i cavalli dai box per il caldo, quindi il Comitato organizzatore sta dimostrando grande attenzione al benessere del cavallo. Questa mattina in allenamento abbiamo spinto sull’acceleratore, chiedendo ai nostri cavalli qualcosa di più in vista della gara in programma nelle prossime giornate e dopo alcuni giorni di lavoro un po’ più rilassante a seguito del viaggio affrontato.  
Un ringraziamento finale Francesca lo ha fatto ai sui tecnici Norma Paoli, qui a Tokyo, e Italo Cirocchi. “Credo che gran parte del lavoro lo facciano loro, perché non è facile creare un cavallo da paradressage, quindi a loro va il mio ringraziamento, ha concluso Francesca.  
Fonte FISE

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