Giuseppe Neri nuovo Campione Nazionale di Endurance

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Arrivo Neri Camp. Italiano 09 CEIO GUBBIO 38

Il romagnolo ha conquistato il titolo ’09 aggiudicandosi il CEIO*** di 160 km disputato a Gubbio alla media di 16,248 km/ora, argento al campano Danilo De Angelis, bronzo all’abruzzese Jacopo Di Matteo e “best condition” alla belga Kristel Van den Abeele.Abbiamo sentito il nuovo Campione, entusiasta e felice, che tira in ballo anche Giovanbattista Vico; eccovelo!
“Sabato scorso ho vinto a Gubbio il CEIO*** di 160 km, la gara più importante della mia carriera nella disciplina dell’endurance, aggiudicandomi addirittura il Campionato Italiano 2009 e rilevando la brava bresciana Simona Garatti. Questo è successo dopo una lunga parentesi poco fortunata ed ancora meno gratificante e culminata, guarda caso, proprio a Gubbio nel 2006… Vedi un po’ i “corsi e ricorsi…”e soprattutto due anni e mezzo dopo aver incontrato Ghemir, il cavallo che ha tenuto accesa la scintilla quando stava per spegnersi e che mi ha fatto tornare la voglia di provarci. Perchè Ghemir? non so dirlo… sensazioni.
Due anni e mezzo nei quali ci siamo conosciuti, abbiamo scoperto giorno per giorno di star bene insieme, di essere una bella coppia, di essere molto simili per tanti aspetti. E così la sua grande Gubbio era programmata sin dall’inizio anno, perchè ritenevo fosse il momento giusto per fargli conoscere la prima 160 km, una gara importante che allora non era ancora prova di campionato italiano, perchè il calendario nazionale all’inizio di stagione la prevedeva altrove. Poi sono cambiate le cose e il campionato italiano si è spostato a Gubbio… e forse questa novità era un segno del destino per il mio cavallo.
Ghemir è arrivato a questa gara con un curriculum credo di tutto rispetto, quattro gare di 120 km disputate in quindici mesi, con le ultime tre disputate in un anno e tutte vinte con distacchi importanti sul secondo.
Gubbio è una gara difficile anche per le condizioni climatiche spesso ostili che molte volte hanno rappresentato un problema in più da affrontare.
La gara era stata da me pensata in tanti modi, tante le strategie ipotizzabili sulla carta, ma poi sul campo è venuta fuori una gara diversa, nata dalle situazioni di quel giorno, di quei momenti, dai segnali che un cavallo può trasmetterti anche col suo silenzio.
Dopo un primo cancello molto buono, una dimostrazione che Ghemir c’era ed era il solito, per evitare il pericolo di cadere in una eventuale gara di attesa con tanti, troppi avversari forti da controllare e “marcare“, e con la ripartenza praticamente in testa già dopo il primo giro, mi è nata l’idea, forse un po’ folle ma vincente della fuga da lontano, nonostante la prospettiva un po’inquietante di 125 km da affrontare in solitudine se tutto fosse andato per il meglio.
Il secondo giro è stato un lampo ed ha prodotto un distacco di alcuni minuti rispetto ai primi inseguitori, grazie anche all’ottimo rientro di Ghemir al cancello e nel terzo giro, quello arancio, particolarmente duro per il tracciato e l’orario nel quale si affrontava, è stato da tutti i concorrenti, una cinquantina, il momento più temuto della gara, difatti ha fatto una grande selezione tra i concorrenti. Ma noi lo abbiamo affrontato con serenità ed efficacia ma senza eccedere, anche se pensavo di perdere qualcosa per la riscossa dei primi inseguitori, cosa che invece non è successa.
Qualcosa abbiamo perso nel quarto giro, anche se io non sono andato piano, ma gli inseguitori questa volta hanno spinto al massimo per tentare il ricongiungimento, uno sforzo che in seguito hanno pagato in tanti.
Il quinto giro era la mia incognita.
L’ingresso in quei fatidici 40 km in più rispetto alle precedenti esperienze di chilometraggio di gara di Ghemir, il momento nel quale, probabilmente, chi ci inseguiva si aspettava il crollo o quanto meno un cedimento, quando io stesso ero curioso di come Ghemir se la sarebbe cavata, ho capito che potevamo camminare sicuri e così abbiamo finito il quinto giro a 19 km di media, di gran lunga il più veloce di tutti i concorrenti in gara, superando il cancello in assoluta sicurezza.
L’ultimo giro, 12,2 km, infine, affrontato, a quel punto, con una certa tranquillità, senza spingere e senza rischiare, è stato ancor più veloce e alla fine ne è uscita una gara, se vogliamo, lucidamente folle ma, reputo, molto vicina alla perfezione ed una bellissima vittoria ad una media complessiva decisamente di rispetto per un debuttante in questa categoria, con un distacco importante dal secondo (23 minuti).
Una vittoria che è un premio per costanza, impegno, per il non mollare mai, ingredienti necessari ma spesso non sufficienti in questo splendido sport, ma soprattutto la vittoria di un grande cavallo, che francamente non so più cosa debba fare per dimostrare il proprio valore.
Adesso intanto Ghemir si farà una bella estate di vacanza, prima di riprendere il lavoro in vista, probabilmente, di un’ultima gara a fine 2009.(il Campionato Europeo diciamo noi…).
Ha solo 8 anni, e se il destino gli vorrà bene, mi auguro lo aspetti una lunga carriera ad alto livello. Lo spero per lui e per me.
Grazie Ghemir per tutto quello che mi hai regalato al CEIO*** di Gubbio 2009”.
Grande giornata di endurance, lo ripetiamo, la YR abruzzese Elena Mariotti su Naiade Du Croate si aggiudica la CEI2YJ* di 120 km, media 15,109 km/ora, Erika Vagnetti su Ghimly la CEI2*  di 120 km,media 16,941 km/ora e Marco Melograni la CEI1* di 93,5 km. alla media di 15,348 km./ora.
Mauro Beta

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