
Gloria Tinaburri; l’endurista che strizza gli occhi agli squali.

Gloria Tinaburri, non chiamatemi eroina, esordisce alla nostra chiamata! Spieghiamo meglio.
Amazzone facente parte del team Italia ai recenti World Endurance Championship riservati ai cavalli di 8 anni, ha chiuso in 29ma posizione la sua prova e fin qui “nulla quaestio” come dicevano i latini, se non un ottimo risultato evidenziato.
La storia dell’eroina nasce dal fatto che verso la fine della gara, la non ancora diciassettenne, si è resa protagonista di un’azione che non tutti avrebbero avuto il coraggio e il sangue freddo di fare ovvero soccorrere una rider inglese, Nicola Thorne, caduta da cavallo e rimasta senza sensi per un po’.
Il fair play di Gloria non è passato inosservato nemmeno da Christian Lozano, President of the FEI Endurance Committee, che a fine gara ha voluto ringraziarla e stringerle la mano.
Ma conosciamo meglio Gloria Tinaburri che sin da bambina vive in mezzo ai cavalli, sia quadrupedi che a motore a scoppio!

Intervista a Gloria Tinaburri – Una giovane atleta tra cavalli, sogni e fair play.
Gloria, partiamo dall’inizio. Raccontaci un po’ di te.
Mi chiamo Gloria Tinaburri, abito a Pizzofreddo in provincia di Pavia e mi alleno presso il centro La Bosana.
Ho 16 anni e a fine anno ne compirò 17. Ho iniziato a praticare endurance a circa otto anni partecipando a gare nelle categorie pony. Sono praticamente cresciuta in mezzo ai cavalli, sia quelli “a quattro zampe” che quelli “a motore” per via della passione di mio padre Alessandro.
Hai mai capito che un giorno saresti stata in squadra azzurra in una competizione come la scorsa a Jullianges, per di più in un mondiale?
Fin dalle prime gare FEI di qualifica di Nukain Bosana, il mio obiettivo era chiaro, partecipare al Mondiale Giovani Cavalli. Grazie al duro lavoro e al sostegno del mio team, La Bosana, sono riuscita a realizzare questo sogno. La convocazione in nazionale è arrivata inaspettata e mi sono sentita subito onorata di poter indossare la maglia azzurra e rappresentare l’Italia in un evento di così grande importanza. Volevo si portare il mio cavallo al mondiale ma mai avrei pensato di farlo in azzurro.
Hai rinunciato anche ad altre occasioni per inseguire questo sogno, vero?
Sì, ho deciso di rinunciare alla selezione per il Mondiale Young Riders proprio per restare concentrata su questo obiettivo. Non è stata una scelta semplice, ma la rifarei.
Com’è stata l’esperienza al mondiale?
Mi aspettavo una gara molto tecnica, con avversari di altissimo livello e così è stato.
Avendo avuto la fortuna di far parte di una squadra fantastica, mi sono trovata benissimo sia con i miei compagni che con il commissario tecnico e il veterinario.
Sono state persone fondamentali per affrontare al meglio l’intera esperienza.
Veniamo al dunque. Sei stata protagonista anche di un gesto di grande fair play. Ce lo racconti?
Intanto grazie di avermi descritta come un’eroina ma io ho fatto semplicemente ciò che ritenevo giusto. Sono cresciuta in una famiglia e in un team che mi hanno trasmesso valori importanti tra i quali il rispetto e il fair play, che dovrebbe essere alla base dello sport. Pensavo fosse scontato, ma a quanto pare non lo è.
Cosa è successo esattamente durante quella gara?
A circa 3 km dall’arrivo, il cavallo di una mia avversaria è inciampato su un terreno molto irregolare e sassoso. È caduto e l’inglese è finita a terra, sbattendo il volto.
Il cavallo, nel cadere, l’ha colpita accidentalmente con la pancia. Sono scesa subito da cavallo. Lui era immobilizzato, con le redini attorcigliate alla gamba anteriore sinistra.
Lei era incosciente, a terra, con il volto insanguinato. Ho contattato subito la mia allenatrice e le ho mandato la posizione. Poi ho liberato il cavallo e ho cercato di tranquillizzare l’amazzone, che nel frattempo aveva ripreso conoscenza ma era molto agitata.
Non volevo che si muovesse perché non sapevamo ancora la gravità delle sue condizioni. Ho aspettato lì con lei per circa 40 minuti finché non sono arrivati i suoi assistenti. Nel frattempo, sono passati altri tre cavalieri, ma nessuno si è fermato.
Ecco Gloria, nessuno si è fermato, ecco perché il tuo gesto purtroppo non era scontato! Ma Sai come sta oggi?
So che è stata operata e che le hanno ricostruito completamente la bocca; ha subito una piccola lesione cerebrale e si è rotta alcune costole. Le auguro una pronta guarigione.
E ora cosa ti aspetta? Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Sicuramente punto all’Europeo Young Rider del prossimo anno. Dobbiamo ancora definire il calendario delle gare, ma questo sarò uno degli obiettivi principali.

Il mio sogno più grande, che era quello di far parte della squadra nazionale e partecipare a un mondiale, l’ho appena realizzato.
Anche fare altre esperienze all’estero è nel mio mirino, vedremo strada facendo.
Quando non sei a cavallo, cosa fai nel tempo libero?
Mi alleno in palestra, lavoro in un bar e mi diverto con i miei amici come fanno tutti i miei coetanei.
Amici, si che anch’essi mi supportano tanto in tutto ciò che faccio. Ho anche una grande passione per il mondo dei motori e delle corse automobilistiche come ho accennato pocanzi; conosco questo mondo da quando avevo due mesi per via del mio babbo Alessandro che pratica rally e raid con i side by side.
Dulcis in fundo, amo profondamente il mare e infatti quando posso pratico la subacquea.
Sono particolarmente affascinata dal mondo marino e dai suoi abitanti in particolare parlo di quello al vertice della catena alimentare, lo squalo!
Ringrazio tutti, un abbraccio, a presto
Foto Oreste Testa/Sportendurance
HSJ x FISE
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