Il collo del cavallo: regolatore centrale di equilibrio, movimento e performance atletiche
Il collo del cavallo è molto più della bella curva che ammiriamo. In pratica, agisce come una leva biomeccanica, uno strumento di bilanciamento, un ammortizzatore, una via di comunicazione neurologica e una struttura chiave di tensegrità che influenza il modo in cui il cavallo si muove e si sostiene.
Chiunque lavori con i cavalli abbastanza a lungo inizia a rendersi conto di quanto la regione cervicale sia centrale per l’equilibrio, la postura e la salute fisica a lungo termine. La ricerca continua a confermare ciò che spesso osserviamo nel lavoro quotidiano: il collo è una delle parti più influenti dell’intero sistema muscoloscheletrico.
Anatomicamente è costituito da sette vertebre cervicali e più di un centinaio di muscoli, ma il suo ruolo va ben oltre il semplice sostegno della testa. Il collo regola continuamente il baricentro del cavallo, a volte con movimenti così piccoli da passare inosservati. Funziona proprio come il bilanciere di un funambolo, mantenendo silenziosamente organizzato tutto il resto.
Quando il cavallo allunga il collo in avanti, la falcata si allunga e lo slancio aumenta; quando il collo si solleva e si riunisce, il peso si sposta verso il posteriore, consentendo un vero ingaggio e l’attivazione del tronco, o core. Che si parli di un cavallo da compagnia o di un atleta di alto livello, un collo flessibile e sano è essenziale per il comfort, la performance e il benessere generale.
Guardare il collo sotto il punto di vista della biotensegrità ci offre un apprezzamento ancora più profondo di quanto sia interconnesso. La biotensegrità vede il corpo come un equilibrio di tensione e compressione continua, il che significa che il collo non è solo una pila di ossa: è una struttura dinamica ed elastica sospesa all’interno di una rete di muscoli, fasce e legamenti.
Il legamento nucale, la fascia cervicale e gli stabilizzatori profondi lavorano tutti insieme per sostenere la testa con il minimo sforzo, immagazzinando e rilasciando energia elastica mentre il cavallo si muove. Questo elegante sistema riduce il costo energetico della locomozione e aiuta a stabilizzare l’intera colonna vertebrale.
Poiché il collo agisce come un potente ancoraggio fasciale, la sua postura influenza direttamente le spalle, il torace e persino la regione lombare. La postura cervicale non esiste mai isolata.
Gli studi hanno dimostrato che il rafforzamento specifico del collo e dei muscoli suboccipitali può aumentare la flessione toracolombare e migliorare lo sviluppo della linea dorsale (topline), confermando ciò che molti di noi vedono clinicamente: quando il collo si muove bene, la schiena segue. Quando ciò non accade, le compensazioni si propagano in tutto il corpo.

Il ruolo del collo del cavallo nella performance
Ogni disciplina equestre fa grande affidamento sul collo, anche se in modi leggermente diversi:
- Nel dressage, la base del collo deve sollevarsi e la colonna cervicale deve rimanere morbida affinché il cavallo si porti veramente in equilibrio. Senza questo, sollevare il torace, ingaggiare i posteriori o eseguire lavori riuniti come piaffe o pirouette diventa estremamente difficile.
- I cavalli da salto ostacoli dipendono dal collo per l’equilibrio e la traiettoria. Prima dello stacco, il collo aiuta a organizzare il centro di massa; sopra l’ostacolo, guida la basculazione; all’atterraggio, stabilizza il corpo. Qualsiasi rigidità, dolore o debolezza in questa regione aumenta le forze di atterraggio, altera la tecnica e aumenta il rischio di lesioni.
- I cavalli da polo, invece, richiedono una straordinaria mobilità laterale e di un rapido ribilanciamento. Fermate improvvise, curve e scatti di accelerazione richiedono un collo in grado di assorbire e ridistribuire forze enormi mantenendo stabile il resto del corpo.
In tutte le discipline, non importa quanto diverse, vale lo stesso principio: se il collo manca di libertà, forza o flessibilità, le pretazioni ne risentono.
Quando le cose vanno storte
Poiché il collo è così profondamente coinvolto nel movimento, è anche altamente vulnerabile. Tensione muscolare, sforzi ripetitivi, errori di allenamento, asimmetrie o patologie articolari possono compromettere la funzione cervicale. E quando ciò accade, gli effetti si propagano rapidamente.
In un sistema di tensegrità, nel momento in cui una parte diventa limitata, altre regioni compensano. Un collo rigido o dolorante può ridurre il sollevamento del garrese, alterare la libertà delle spalle, influenzare l’ingaggio degli arti posteriori e compromettere la coordinazione dei movimenti del cavallo. Questi cavalli sviluppano spesso schemi motori che sembrano debolezza dei posteriori, problemi sacro-iliaci o dolore alla schiena, ma la vera origine è frequentemente più in alto, nella colonna cervicale.
Anche i metodi di addestramento contano. Tecniche che implicano posizionamenti estremi, come l’iperflessione, sono note per alterare i patterns di movimento naturale e possono persino influenzare la respirazione. L’uso del collo influenza direttamente il benessere e la salute a lungo termine del cavallo.
Perché la cura proattiva e integrata è importante
Tutto questo evidenzia quanto sia essenziale mantenere la piena mobilità cervicale. Un cavallo non può stabilizzare il tronco, usare le spalle liberamente o rispondere accuratamente al cavaliere se il suo collo non può muoversi correttamente. Col tempo, un movimento cervicale limitato porta a sviluppi muscolari compensatori, ridotta elasticità, rigidità cronica e un maggiore rischio di infortuni.
Mantenere la salute del collo richiede una combinazione di diagnosi medica e riabilitazione funzionale. Il ruolo del veterinario è cruciale per identificare problemi strutturali più profondi, come l’artrosi delle faccette articolari, problemi al legamento nucale, restringimenti foraminali o condizioni più gravi come la Mielopatia Stenotica Vertebrale Cervicale (CVSM), nota anche come Equine Wobbler Syndrome.

Assicurarsi che non vi siano patologie sottostanti è sempre il primo passo. Una volta escluse o gestite le problematiche strutturali, la fisioterapia e l’osteopatia diventano centrali. La terapia manuale aiuta a ripristinare il range di movimento passivo, ridurre l’ipertonia cronica e migliorare la mobilità fasciale. L’esercizio terapeutico costruisce poi la forza dinamica e la stabilità neuromuscolare. Esercizi come i “carrot stretches” mirati, lavoro su barriere ed esercizi controllati in water treadmill (tapis roulant subacqueo), supportano una postura più sana e schemi di movimento migliorati.
Mantenendo il collo flessibile, forte e senza dolore, sosteniamo l’intero corpo. Non si tratta solo di migliorare la performance, si tratta di prevenire infortuni, lesioni, e proteggere il benessere a lungo termine del cavallo.
In conclusione, si può dire che per tutte le razze e discipline, il messaggio è chiaro: un collo sano, mobile e ben sviluppato è essenziale per salute e performance. Che lo si guardi attraverso la biomeccanica o la biotensegrità, la regione cervicale si distingue come una delle strutture più influenti nel corpo del cavallo. Supportarla attraverso un allenamento attento e specifico, una buona gestione e cure fisioterapiche o osteopatiche regolari non è facoltativo: è essenziale per mantenere un cavallo felice, comodo e performante.
Bartolomeo Cavina
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