
Il mistero del ferro di cavallo: da amuleto medievale a simbolo di buona sorte

C’è chi lo appende fuori dalla porta, chi lo porta al collo come ciondolo e chi lo tiene in tasca come amuleto. Il ferro di cavallo è da secoli uno dei simboli di buona sorte più amati, eppure pochi sanno davvero da dove nasce questa tradizione.
Perché proprio un ferro di cavallo?
Oggi siamo abituati a pensarlo come un semplice oggetto di uso rurale, ma nel passato il ferro era un materiale prezioso e difficile da trovare. Imbattersi in un ferro caduto da uno zoccolo era quindi una vera fortuna, un piccolo “bonus” inatteso. E così, con il tempo, il ferro di cavallo è diventato un portafortuna.
Ma non finisce qui perché il ferro, in molte culture, aveva fama di proteggere dalle energie negative e persino dalle streghe. Il cavallo, poi, era simbolo di forza e vitalità. Insomma, un mix perfetto per trasformarsi in amuleto.
La leggenda del santo e il diavolo
C’è anche una storia che ha contribuito a rendere il ferro di cavallo un oggetto “magico”. Protagonista è San Dunstan, un arcivescovo inglese del Medioevo che, prima di indossare la veste talare, faceva il maniscalco. La leggenda racconta che un giorno ferrò nientemeno che… il diavolo. Durante le operazioni di ferratura, gli conficcò per sbaglio un chiodo nello zoccolo provocandogli un dolore tale che il demonio, disperato, lo pregò di liberarlo. Dunstan accettò, ma solo a una condizione, mai più il diavolo avrebbe messo piede in una casa con un ferro di cavallo sulla porta. Da allora, l’usanza si è diffusa ovunque.
Su o giù? Ecco il dilemma
Se appendere il ferro con le punte in alto o in basso divide ancora oggi le opinioni. Secondo alcuni, con la punta in alto la fortuna “resta dentro” come in un calice. Per altri, con la punta in basso la buona sorte “cade” su chi entra in casa. Qual è il modo giusto? Forse non c’è: la vera magia è il significato che gli diamo.
Un evergreen della fortuna
Dal Medioevo fino agli appartamenti moderni, il ferro di cavallo non ha mai perso il suo fascino. Che lo si creda davvero un amuleto o solo un tocco vintage per la porta di casa, resta un classico intramontabile della scaramanzia. Dopotutto, un pizzico di fortuna in più non fa mai male.
Luca Giannangeli
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