Mascalcia correttiva, quando e perché.

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Foto mascalcia correttiva

Il piede del cavallo è una delle componenti più sensibili e questa spiccata sensibilità fa sì che la loro cura sia fondamentale. Proprio in questo contesto, la figura del maniscalco ricopre un ruolo imprescindibile nella gestione dell’animale.

Recentemente, noi di HSJ abbiamo intercettato Luca Foresi, un giovane maniscalco che ci ha parlato della mascalcia correttiva e dei possibili problemi a cui si deve far fronte durante la carriera sportiva e non, oltre che della sua esperienza con i cavalli da salto.

Luca parlaci della Mascalcia correttiva, cosa si intende per “ferratura correttiva“?

“Per ferratura correttiva si intende una tipologia specifica di ferratura utilizzata per curare e gestire problematiche o patologie che riguardano la parte distale degli arti dei cavalli”

Per i nostri lettori sarebbe interessante capire quando è necessario intervenire ed il perché, che potrà sembrare scontato, ma è sempre interessante far scoprire queste dinamiche anche a chi non è un esperto del settore.

È importante intervenire quando c’è un difetto o un problema biomeccanico nel cavallo e solitamente, nel 90% dei casi, si effettuano visite in accordo e collaborazione con il veterinario che darà una diagnosi gestita poi dal lavoro diretto del maniscalco.”

“Le ferrature correttive – ha continuato Luca – vengono studiate e realizzate soprattuto per i cavalli agonisti che devono seguire un programma specifico ed affrontare le gare rendendo al massimo delle loro possibilità. Ci tengo a sottolineare che la cosa più importante è che tutte le azioni vengano fatte senza guardare il risultato sportivo, ma solo ed esclusivamente per migliorare la salute del cavallo”

Quali sono le problematiche maggiori che ti sei trovato ad affrontare?

“Dipende molto dalla disciplina, i difetti di appiombo sono più o meno uguali in tutti i soggetti, perché questo è un problema più genetico o allevatoriale. Nel salto ostacoli, per la mia esperienza, le patologie più comuni sono legate ai navicolari oppure ai problemi tendinei al livello dei flessori profondi, derivanti dal peso del cavallo in relazione allo sforzo.”

Come si agisce quando ci si trova davanti ai problemi sopra citati?

“I casi come il navicolare o i flessori profondi, sono gestibili modificando l’appiombo, aumentando l’angolazione, cercando di tenere alti i talloni, con il pareggio e con l ‘applicazione dei ferri ortopedici.

Per i navicolari, i ferri più utilizzati sono delle pianelle, quindi un ferro chiuso essenzialmente, che può essere un rullante [ferro non piatto, più cilindrico n.d.r] interrotto ai talloni, perché la rullatura copre tutta la zona delle punta e si interrompe all’altezza dei quarti, creando un rialzo che copre la parte posteriore del piede e che quindi sostiene la zona che copre il quarto laterale e mediale del fettone.

Un’altra tipologia di ferro è il rullante a uovo, che è un ferro di forma ovale, completamente rullante senza essere interrotto ai talloni. Inoltre è possibile utilizzare anche il ferro rullante a uovo interrotto che segue lo stesso disegno del rullante interrotto, ma con la forma a uovo.

Questi i tre modelli di ferri più utilizzati, nei casi più gravi mi sono trovato a montare i Rock’n’roll, un ferro che è essenzialmente una piastra di alluminio completamente chiusa con una sagoma in rilievo che va a contatto direttamente con il terreno, così da concentrare le pressioni al centro del piede.”

In conclusione Luca Foresi ci ricorda che, solitamente, le ferrature ortopediche, sono affiancate dall’applicazione di solette chiuse, in gomma o cuoio ed un pad antischock messo tra piede e soletta, una sorta di ammortizzatore.

Damiano Poggi

© Riproduzione riservata.

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