Kim Emmen: dai pony di casa al palcoscenico olimpico

Advertisement
DSC07773 2

Nel cuore di Roma, durante la tappa della Rolex Series CSI5* lo scorso maggio, abbiamo incontrato la cavallerizza olandese Kim Emmen.

La sua ascesa nel mondo del salto ostacoli è stata definita da perseveranza, talento e una straordinaria capacità di costruire cavalli di altissimo livello partendo da zero. Dopo diverse stagioni importanti — e una grande prestazione ai Campionati Europei di quest’estate — il suo posto tra l’élite della disciplina è oggi più saldo che mai.

«Non avevamo cavalli fatti — dovevo costruirli io»

«Ho sempre avuto i pony a casa», racconta Kim con voce calma e riflessiva. «I miei genitori avevano entrambi lavori normali, niente a che fare con i cavalli da sport, ma mia madre cavalcava un po’ nel tempo libero. È così che ho iniziato.»

Crescere senza cavalli già pronti ha significato per Kim imparare fin da subito a formarli da sé.
«Non erano mai pronti», dice sorridendo. «Dovevo crescerli da sola. Ma i miei genitori si sono sempre assicurati che avessi l’opportunità di montare. Hanno fatto di tutto per me.»

Passo dopo passo: come si costruisce una cavallerizza

Il percorso formativo di Kim si è sviluppato in modo molto pratico, passando attraverso alcune scuderie di riferimento. Ha cominciato a soli sedici anni con Tim e Gerard Franssen, dove è rimasta per circa due o tre anni.

«Montavo cavalli junior, ma era una scuderia commerciale. Appena i cavalli iniziavano ad andare bene e io raggiungevo un certo livello… venivano venduti. Era un ciclo continuo di ripartenze.»

In seguito ha lavorato con Niels Bruynseels, in un ruolo più dietro le quinte, focalizzato sui giovani cavalli — un periodo che oggi definisce essenziale per la sua crescita.

Poi è arrivato l’anno trascorso con Luc Tilleman alla T&L Stables, dove Kim ha iniziato a competere con più costanza.
«Montavo tantissimo cavalli di 5, 6 e 7 anni, facendo il circuito Young Horse Cyclus. È stata un’enorme scuola di esperienza in gara.»

Ma il passaggio più importante è avvenuto alla scuderia De Margaretha Hoeve, con Erik Berkhof, dove Kim è rimasta per cinque anni.
«Erik mi ha dato tantissimo supporto», spiega. «Mi ha inserita nel team della Global Champions League, ed è stato quello a spalancare davvero le porte allo sport di alto livello.»

Imagine e il momento olimpico

Tra tutti i cavalli che hanno segnato la sua carriera, uno spicca su tutti: Imagine.

Dopo due anni trascorsi a montare per Sean Cubitt — durante i quali si è distinta con cavalli come Jack Van Het Dennehof e ha rappresentato la nazionale olandese in più occasioni — Kim è tornata a De Margaretha Hoeve e ha ricevuto in affidamento Imagine. È stato l’inizio di un nuovo capitolo.

«Ha funzionato subito», dice. «Avevo già avuto buoni cavalli, ma Imagine ha portato tutto a un altro livello.»

Nel 2024, Kim e Imagine hanno contribuito in modo decisivo al successo della squadra olandese alle Olimpiadi di Parigi, con un netto fondamentale nella gara a squadre. È stato uno dei momenti più importanti della competizione.

Una stagione di successi e nuovi obiettivi

Ora il focus si sposta sulle prossime tappe della Global Champions League, dove gareggia con il team Madrid In Motion.

Il 2025 si sta rivelando un altro anno importante per Kim. Uno degli obiettivi principali della stagione — ottenere un buon risultato ai Campionati Europei — è stato centrato, aggiungendo slancio alla sua annata.

Il suo parco cavalli è cambiato di recente, dopo la vendita di Inflame e Island.
«Ho dovuto mettere in sesto rapidamente alcuni nuovi cavalli», racconta. «Ma hanno risposto molto bene — sia a Windsor che qui a Roma. Sono curiosa di vedere come si evolveranno.»

Kim Emmen - Imagine N.o.P
Kim Emmen: dai pony di casa al palcoscenico olimpico 3

Il team dietro le quinte

Kim sottolinea quanto il suo successo sia legato al gruppo di lavoro che ha costruito intorno a sé.

«Abbiamo un grande team», dice. «Sören mi segue nell’allenamento, e Patricia, la nostra stable manager, si occupa di tutto ciò che riguarda la burocrazia e l’organizzazione a casa. Sascha è qui con noi a Roma questa settimana. Ognuno dà il proprio contributo.»

Anche la groom che segue i cavalli a casa ha un ruolo fondamentale.
«Lavora con me da anni, si occupa dei dodici cavalli in scuderia. Fa un lavoro durissimo — non potrei fare niente senza di lei.»

Il sostegno di Sören e la gestione della pressione

Kim lavora a stretto contatto con il suo trainer Sören Kühl, una presenza fondamentale sia in gara che a casa.

«Non è tanto una questione di stile di equitazione», spiega. «È più una questione di sensazioni. Sören mi aiuta a cogliere i dettagli giusti — nel riscaldamento, nel lavoro quotidiano, e soprattutto nel mantenere la calma prima di entrare in campo.»

Ride, aggiungendo: «A volte è più nervoso di me — quindi non so bene chi calma chi!»

Nonostante appaia sempre composta, Kim ammette di provare ogni tanto un po’ di tensione.
«Un po’ di nervosismo arriva ogni tanto, certo. Ma non tanto per la gara in sé. Avere un team di supporto solido — e qualcuno come Sören nel riscaldamento — fa davvero la differenza.»

Uno sguardo al futuro

Dai pony nel cortile di casa ai percorsi netti sui più grandi palcoscenici internazionali, Kim Emmen ha costruito la sua carriera sulla costanza, sul duro lavoro e su una determinazione silenziosa ma incrollabile.

Con parte degli obiettivi del 2025 già raggiunti, il prossimo traguardo è chiaro: i Campionati del Mondo del 2026.

E se le sue recenti prestazioni sono un indicatore di ciò che verrà… Kim Emmen è solo all’inizio.

Valentina Sozzi / PH VS Media

© Riproduzione riservata.

Rimani aggiornato sulle news di Horse Show Jumping

Iscriviti alla newsletter
Advertisement
Mascheroni Logo
Sport Endurance logo
logo avantea
Tenuta Monticelli logo
IMG 7016
IMG 7017
Kep Italia
club ippico euratom ogo