
La messa in sella: fondamenti tecnici e obiettivi.

L’arte dell’assetto per sicurezza, equilibrio e libertà in equitazione per una buona messa in sella
La messa in sella rappresenta la fase preparatoria e fondamentale per ogni cavaliere. È il lavoro che mira a risolvere i problemi di ordine fisico legati all’equitazione, e può essere considerata a pieno titolo la parte “ginnastica” di questa disciplina.
Lo scopo è quello di permettere al cavaliere di acquisire un buon assetto, condizione imprescindibile per garantire solidità, sicurezza e comodità in sella, a tutte le andature e in ogni circostanza, indipendentemente dalle reazioni del cavallo.
L’assetto: equilibrio e legame con il cavallo
Il concetto di assetto si fonda su due principi fondamentali equilibrio: la capacità del cavaliere di rimanere in appiombo sul cavallo, seguendone i movimenti senza dover ricorrere a una contrazione muscolare eccessiva o a uno sforzo di forza. Un assetto equilibrato non si ottiene irrigidendosi, ma sviluppando la sensibilità necessaria a percepire e compensare i cambiamenti di dinamica del cavallo.
Legame, la continuità del contatto tra cavaliere e cavallo. Questo legame non deve essere confuso con la rigidità; al contrario, si tratta della possibilità di seguire intimamente i movimenti dell’animale, assorbendone o ammortizzandone le reazioni attraverso una muscolatura elastica e reattiva.
Un assetto corretto garantisce fermezza, intesa come assenza di movimenti involontari o superflui. Da questa fermezza nasce la disinvoltura, che si traduce nella libertà di azione del cavaliere: libertà fisica, per l’uso giusto ed efficace degli aiuti, e libertà mentale, per mantenere lucidità e calma nelle varie situazioni.
Gli obiettivi tecnici della messa in sella
La messa in sella non è un esercizio occasionale, ma un processo continuo che accompagna tutto l’apprendimento e il perfezionamento del cavaliere. Tra i principali obiettivi troviamo, allineamento del corpo: spalle, bacino e talloni devono trovarsi sulla stessa linea verticale, creando così un baricentro stabile.
Indipendenza degli aiuti: gambe, mani e busto devono agire in maniera coordinata ma indipendente, evitando che un movimento involontario influisca sugli altri. Elasticità articolare: caviglie, ginocchia e bacino funzionano come ammortizzatori naturali, adattandosi alla spinta e al rimbalzo del cavallo in movimento. Respirazione e rilassamento, un cavaliere contratto trasmette rigidità al cavallo; al contrario, una respirazione fluida e un corpo disteso facilitano il dialogo.
Metodi ed esercizi di messa in sella
La didattica equestre prevede una serie di esercizi progressivi volti a sviluppare queste capacità. Alcuni esempi tecnici
Lavoro alla longe: il cavaliere viene messo in sella su un cavallo condotto dall’istruttore alla corda. Questo permette di concentrarsi sull’assetto, senza preoccuparsi della direzione o della velocità.
Esercizi senza staffe: favoriscono l’apertura del bacino, la mobilità del busto e il rafforzamento della muscolatura posturale.
Cambio di posizione (tre andature): alternanza tra posizione seduta, leggera e sospesa per sviluppare equilibrio e capacità di adattamento.
Lavoro sul tronco e sulle braccia: esercizi di apertura e rotazione per sciogliere le spalle, favorire la verticalità e impedire la rigidità della parte superiore del corpo.
La progressione: dal controllo alla naturalezza
Un buon assetto non è mai “statico”: si tratta di una condizione dinamica che evolve con l’esperienza. Inizialmente il cavaliere deve pensare al proprio corpo, correggere la postura e controllare la posizione di ogni segmento. Con la pratica, questi gesti diventano naturali e si trasformano in una seconda natura, permettendo di passare dalla concentrazione sul sé al dialogo vero e proprio con il cavallo.
fonti Accademia del cavallo
Gruppo Italiano Ecole de Légèreté
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