Questione I.V.A. Galoppo Italiano

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Un’ opportunità per il galoppo italiano

Al fine di contribuire in maniera costruttiva al dibattito sviluppatisi sul tema centrale dell’Imposta sul Valore Aggiunto e sulle sue proposte di modifica riguardanti il comparto ippico, Unione Proprietari Galoppo ha dato mandato a due suoi Soci esperti in materia, i Dottori Commercialisti Carlo Barlocco e Carlo Polci, che qui ringraziamo pubblicamente, di approfondire la questione e rinvenire gli aspetti salienti di un argomento che riveste particolare rilevanza nel processo di risanamento e rilancio del nostro settore.

Ministero dell’Agricoltura

Innanzitutto, desideriamo rendere merito al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, e nello specifico al Senatore La Pietra Sottosegretario con delega all’ippica, per aver prontamente inserito in agenda il tema, comprendendone fin da subito la centralità.Il fondamento che sta alla base di ogni richiesta di riduzione dell’aliquota IVA in ambito ippico è legato all’adozione in seno all’Unione Europea di una Direttiva, datata Aprile 2022, che consente a ogni Stato membro di recepire tale indirizzo e introdurre una aliquota agevolata sulle cessioni di cavalli e  forniture di servizi in ambito ippico.

UPG, Unione Proprietari Galoppo

Avendo fatto questa doverosa premessa e pur essendo inseriti come Unione Proprietari Galoppo all’interno di una filiera che a monte parte dall’allevamento e arriva a valle fino alle corse in pista, spingendosi anche oltre con la carriera post corse, riteniamo di concentrare il presente studio alla categoria che come UPG  rappresentiamo, appunto i Proprietari di Cavalli.

Riteniamo che la stessa si possa schematicamente suddividere in “Imprenditori” e “Non Imprenditori”. Appartengono alla prima categoria tutti gli esercenti scuderia con Partita IVA qualunque sia la forma giuridica adottata, ovverosia:

– Società, che sia di capitali o di persone.

– Ditta individuale.

Fanno invece parte della seconda le persone fisiche, che “reputano” che nei loro confronti il possesso di cavalli da corsa si configuri come un mero

godimento del bene cavallo con finalità puramente sportive.

La valutazione di tale condizione è demandata in prima battuta al Proprietario stesso che, interpretate le norme civilistiche e, soprattutto, tributarie – in primis art. 55 TUIR comma 2 lett. A – deciderà consapevolmente in tal senso.

In seconda battuta potrebbe essere la stessa Agenzia delle Entrate a valutare la correttezza o meno di tale scelta, per la quale non esistono parametri normativi, non risultando riferimenti giurisprudenziali recenti sul tema e pochissimi datati.

Proprietari Imprenditori e Proprietari Non Imprenditori

Il Proprietario qualificatosi “Non Imprenditore” sui premi vinti al traguardo dai suoi portacolori subirà la sola ritenuta a titolo di imposta e non avrà alcun obbligo tributario, perlomeno per i premi vinti in Italia ed erogati e certificati direttamente dal MASAF.

Giova però ricordare che, in questo caso, il possesso di uno o più cavalli può incidere sulla “capacità di spesa”, sinteticamente attribuibile al contribuente in caso di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Venendo invece ai Proprietari “Imprenditori”, per i quali la tassazione dei premi avviene, sempre al 4%, ma a titolo di acconto, tralasciando in questa sede tutte le problematiche connesse alla determinazione del reddito, ci sembra rilevante un ragionamento in tema di IVA, visto le novità suddette in

sede Europea e quelle, conseguenti alle decisioni prese a Bruxelles, arrivate dai cugini francesi, anche se per ora limitate al solo comparto allevatorio.

L’art. 19 del DPER 26/10/72 istitutivo dell’IVA dopo le ultime modifiche risalenti all’anno 1999 ha di fatto sancito che la detraibilità dell’IVA assolta sugli acquisti è legata allo svolgimento di operazioni attive imponibili.

A salvaguardia delle scuderie intervenne allora la legge 342/2000 Art. 44 che istituì il famoso “elenco IVA” cui potevano iscriversi, per scelta e non per obbligo, solo i Proprietari che, nell’anno precedente, avevano avuto in proprietà e/o gestione almeno cinque cavalli, i quali avessero regolarmente corso.

L’accesso a questo elenco implica l’imponibilità dei premi (ora attraverso il meccanismo dello split payment) e, come logico corollario, la detraibilità dell’IVA sugli acquisti per cavalli, pensioni e così via.

Da quanto sopra, se ne deduce che oggi sul versante IVA esistono due categorie di imprenditori: gli iscritti e i non iscritti all’elenco.

Ad avviso dei già menzionati Professionisti da noi interpellati, l’eliminazione totale dell’IVA dai premi avrebbe il primo innegabile vantaggio di incrementare in maniera sensibile il Montepremi globale a disposizione delle scuderie, rammentiamo che oggi tale ammontare comprende anche una quota di IVA.

In secondo luogo, consentirebbe di velocizzare i pagamenti, equiparando le tempistiche di pagamento di tutte le categorie di Proprietari.

Ricordiamo che oggi i Proprietari con Partita IVA accusano un ritardo aggiuntivo quantificabile in circa 4 mesi rispetto a quelli soggetti al cosiddetto 4%.

Come contraltare, tale scelta di eliminazione totale, andrebbe però a penalizzare i complessi più importanti e strutturati, in fondo gli unici, a ben vedere, sui quali andrebbe di fatto ad incidere un tale cambiamento.

Tale impatto potenzialmente devastante non si avrebbe se invece si optasse, ovviamente seguendo la Direttiva Europea e in funzione di una serie di considerazioni, per una riduzione dell’aliquota IVA su tutta la filiera.

Ipotizzando una aliquota ridotta – pensiamo con estremo favore al quel 5 o 5,5% che il Sottosegretario La Pietra aveva avanzato quest’anno in alcun di incontri con le categorie e indicato, ad esempio, anche in sede di Proposta di Legge n.329 dall’On. Gadda, oppure a una più elevata aliquota del 10% – su premi, vendita cavalli, pensioni e acquisti di beni e servizi legati alla filiera del cavallo si rilancerebbe il settore favorendo gli investimenti delle scuderie più impegnate e l’acquisto di cavalli in allenamento da parte degli operatori minori.

Conclusioni

Concludendo, una riduzione dell’aliquota IVA innescherebbe un effetto volano che rilancerebbe l’intero settore ippico, che finalmente, grazie all’intervento dell’attuale Governo, potrebbe tornare a guardare con maggiore fiducia al futuro e quindi investire di conseguenza.

Tale effetto volano non sarebbe limitato al solo settore ippico ma innescherebbe una strategia win-win con ricadute positive molto sensibili sia a livello occupazionale, sia per le casse dello Stato.

Riprendendo il titolo d’apertura, una occasione dunque da non perdere per il rilancio del galoppo italiano.

Per maggiori informazioni visita il sito http://www.associazionenazionalegaloppo.com/

Unione Proprietari Galoppo

Il Presidente

Dott. Antonio Viani

© Riproduzione riservata.

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