Le interviste di HSJ, un grande protagonista: Harrie Smolders

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La stagione sportiva in corso sta entrando nel vivo con una serie di appuntamenti di prima fascia tra Longines Global Champions Tour, Coppa delle Nazioni e soprattutto l’avvicinarsi dell’appuntamento principale del 2018, i World Equestrian Games.Tra i grandi protagonisti del 2017 c’è Harrie Smolders, soprannominato “l’olandese volante“ è stato autore di una annata pressochè perfetta che si è conclusa con la vittoria del Longines Global Champions Tour e con una medaglia d’argento agli ultimi campionati europei di Gothemburg, abbiamo scambiato con lui una lunga chiacchierata sulla stagione in corso.
Dopo una stagione trionfale come la tua quali sono le tue aspettative per il 2018 con un appuntamento importante come i World Equestrian Games e quali sono secondo te le formazioni più forti e favorite per la vittoria?
“E’ molto difficile dire ora quale delle squadre potrebbero essere le favorite, ci sono diverse squadre molto competitive ma tutto dipenderà dalla condizione dei cavalli ai Campionati del Mondo, un appuntamento cruciale della stagione perchè è anche la prima possibilità di qualificazione per i prossimi Giochi Olimpici e ogni squadra e cavaliere presente sarà concentrato su quello“.
Lo scorso anno hai costruito una stagione straordinaria principalmente con due cavalli: Emerald e Don VHP Z, quest’anno quale dei tuoi saltatori potrebbe essere il più influente?
“Per entrambi l’agenda sportiva sarà simile a quella dello scorso anno, entrambi hanno avuto una stagione indoor positiva anche se non eccessivamente intensa con 3 o 4 mesi di riposo: Emerald da agosto a gennaio non ha saltato ma è rimasto a disposizione solo come riproduttore, mentre Don VHP Z è rimasto a riposo da dicembre fino a primavera, una scelta voluta per far sì che fossero al massimo durante la stagione estiva”.
Sappiamo che stai lavorando anche con diversi giovani cavalli, pensi che questa stagione possa essere quella del debutto sul grande palcoscenico per qualcuno di loro?
“Sì, ci sono due o tre giovani che potrebbero debuttare quest’anno, per esempio l’11 anni Cas 2 (stallone figlio di Indoctro che ha presentato in effetti proprio la scorsa settimana durante il Longines Masters New York, 11° posto per loro nel GP), Capital Colnardo (da Colman, anche lui presente ai Masters di NewYork) e poi un 9 anni molto promettente per il quest’estate potrebbe esserci il salto di qualità.“
Durante i Dutch Masters ti abbiamo visto in una veste differente perchè hai partecipato in prima persona al debutto in gara di tuo figlio Siep, sostenendolo e guidandolo nei suoi primi passi su un campo gara: come è andato il debutto? Siep ti ha ricordato qualcosa di te quando avevi la stessa età?
“In realtà non molto, lui ha sei anni ed ha iniziato più giovane rispetto a me che ne avevo otto, è presto per sbilanciarsi. Vedo che è molto interessatoè, conosce i cavalli che monto ogni giorno, ne conosce i nomi e a volte segue anche le gare in TV, gli piace molto ed è questo l’importante per me.“
Tua moglie e i tuoi figli ti seguono spesso in gara?
“No, non così spesso. Tre o quattro volte all’anno quando sono in vacanza, ma penso che dovrebbero venire più spesso perchè quando loro sono presenti va sempre molto bene: erano ai campionati europei la scorsa estate e a Mechelen quando ho vinto la tappa di Coppa del Mondo, alle finali di Coppa del Mondo due anni fa, davvero credo dovrebbero venire più spesso!“.
Sei molto conosciuto per la tua horsemanship, quell’abilità speciale di comprendere ed interpretare i cavalli, ma quanto tempo spendi in sella e ad allenare i cavalli quando sei a casa?“Tutto il giorno“Ogni giorno?
“Tutto il giorno tutti i giorni, sette giorni alla settimana“.

Come programmi il lavoro dei tuoi cavalli ed il loro programma di gare?
“In genere il programma di base è sempre lo stesso, a seconda del caso e del cavallo poi valuto gli eventuali extra, per prima cosa bisogna conoscere molto bene il cavallo per pianificare con precisione cosa manca nel programma“.
Qual’è secondo te la chiave per ottenere il massimo e sviluppare il talento di ciascun cavallo?
“La pazienza è davvero importante. Pazienza, dedizione e perseveranza. In gara se le cose non vanno bene bisogna lavorare ancora di più, andare più a fondo e capire l’origine del problema, cosa non funziona e che direzione bisogna prendere. Per questo ci vuole anche perseveranza soprattutto nei momenti di successo in cui le cose vengono facili, ma quando arrivano i momenti di difficoltà bisogna lavorare il doppio“.
Come trainer ti capita anche di avere studenti esterni? Di viaggiare anche per raggiungere studenti esterni? 
“Sì mi capita di avere allievi. In quel caso però mi piace avere la gestione totale: vengono con il proprio cavallo e seguono il mio programma, a volte monto anche il loro cavallo per il quale poi viene steso un programma di lavoro appositamente per lui con i giusti accorgimenti sia per le caratteristiche del cavallo e del cavaliere, il pacchetto completo“.
Hai mai avuto un idolo, un cavaliere o un cavallo favoriti?
“Non ho mai guardato tanto agli idoli, ma cerco sempre di rubare con i miei occhi i trucchetti dei buoni cavalieri e durante la mia carriera, quando ho avuto qualche problema con un cavallo pensavo a quale trainer o cavaliere sarei potuto andare o rivolgermi per risolverlo. Questo è il modo in cui sono cresciuto“.
Un ringraziamento ad Harrie Smolders per il tempo che ci ha dedicato ed un augurio per il proseguimento della sua stagione.
© MC per HSJPhoto: courtesy of Harrie Smolders

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