Preparazione fisica equestre: dalla valutazione funzionale alla strutturazione dell’allenamento del cavaliere

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Nel precedente articolo è stata analizzata l’importanza dell’analisi funzionale nella costruzione della performance equestre, evidenziando come la qualità dell’assetto, la trasmissione degli aiuti e la comunicazione con il cavallo siano direttamente influenzati dalla condizione fisica del cavaliere.

Questo secondo approfondimento si concentra sull’applicazione pratica di tale principio: i protocolli di valutazione funzionale e la strutturazione dell’allenamento.

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La valutazione funzionale rappresenta il punto di partenza imprescindibile per un lavoro mirato. L’osservazione si focalizza principalmente sulle articolazioni maggiormente sollecitate durante la pratica equestre: caviglieginocchia e anche.

Ciascuna di queste strutture deve rispondere a specifici requisiti di mobilità, stabilità e forza, in modo da sostenere il corretto allineamento posturale, la simmetria dell’assetto e la precisione degli aiuti.

Le caviglie, primo punto di contatto con la staffa, devono garantire una flesso-estensione e una prono-supinazione equilibrate tra i due arti. Un deficit in una di queste componenti può comportare uno scarico asimmetrico del peso, alterando il baricentro del cavaliere e, di conseguenza, del cavallo, influenzando l’equilibrio del binomio.

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La valutazione si concentra sia sulla mobilità articolare che sul controllo motorio in condizioni di instabilità, in particolare in appoggio monopodalico.

Le ginocchia, per la loro posizione intermedia nella catena cinetica, devono essere in grado di resistere a forze laterali (valgismo e varismo), soprattutto in situazioni dinamiche. La stabilità di questa articolazione è fortemente legata alla forza e alla resistenza del quadricipite femorale, con prove di resistenza e osservazione della capacità di mantenere l’allineamento articolare durante movimenti complessi o sotto perturbazioni esterne.

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Le anche, fulcro biomeccanico tra core e arto inferiore, sono determinanti per la stabilità del bacino e per l’efficienza dell’assetto in sella. Il loro corretto funzionamento richiede una mobilità adeguata in intra ed extra-rotazione, nonché un’efficace attivazione della muscolatura stabilizzatrice, in particolare del grande e medio gluteo.

Un controllo deficitario in quest’area si riflette sull’intero assetto dinamico del cavaliere, generando asimmetrie che condizionano la risposta del cavallo. Per questo motivo, la valutazione deve integrare test statici, dinamici e, quando possibile, strumenti di videoanalisi in sella.

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L’organizzazione dell’allenamento si basa sui risultati della valutazione funzionale, condotta sia a terra che in sella. Ogni seduta si articola in tre fasi: attivazione, lavoro propriocettivo e rinforzo mirato.

L’attivazione prepara il sistema neuromuscolare attraverso esercizi dinamici e mobilizzazioni specifiche. Il lavoro propriocettivo introduce instabilità controllata per stimolare l’equilibrio e affinare il controllo motorio.

Il rinforzo, infine, si concentra sulle catene cinetiche più sollecitate, in particolare su core, glutei e arti inferiori, con esercizi adattati alle esigenze del cavaliere.

Per una prima valutazione si possono utilizzare test semplici ma indicativi. Il wall test misura la mobilità in dorsiflessione della caviglia: se da una distanza di circa 10 cm il ginocchio non tocca la parete, può esserci una limitazione funzionale.

Il ponte pelvico monopodalico valuta la stabilità del bacino: eventuali cedimenti indicano debolezza glutea. Lo Y Balance Test è un protocollo utilizzato per valutare l’equilibrio dinamico e l’eventuale presenza di asimmetrie tra i due arti inferiori.

Si esegue mantenendo l’appoggio su un solo piede, mentre con l’altro si effettuano tre spostamenti controllati, tracciando idealmente una Y sul pavimento.

Le distanze raggiunte vengono misurate e confrontate tra lato destro e sinistro, fornendo indicazioni precise sul controllo neuromotorio e sulla stabilità funzionale.

L’integrazione tra valutazione funzionale e programmazione dell’allenamento consente un approccio realmente personalizzato, mirato al miglioramento della stabilità, della simmetria e dell’efficacia dell’assetto.

L’obiettivo finale resta invariato: costruire un binomio più equilibrato, efficiente e consapevole.

Nel prossimo articolo approfondiremo come prepararsi al meglio prima di una gara e come favorire un recupero efficace dopo la competizione: due momenti chiave troppo spesso trascurati, ma fondamentali per la continuità della performance.

Scritto da Sofia Caniato
Equestrian Performance Coach
Laureata Magistrale in Scienze dello Sport e della Preparazione Fisica
Instagram: @sofiacaniato_coach

© Riproduzione riservata.

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