
Quando i cavalli sbuffano di piacere e si grattano tra loro: piccoli gesti di grande amicizia

I comportamenti buffi dei cavalli: quando “sbuffano” di piacere e si grattano tra loro
I cavalli non comunicano solo con gli occhi o con il corpo: spesso sanno sorprenderci con gesti semplici, spontanei e incredibilmente teneri. Due tra i comportamenti più buffi e adorabili sono lo sbuffo di piacere e il grattarsi a vicenda. Piccoli momenti che, per chi li osserva, diventano un concentrato di benessere e simpatia.
Lo “sbuffo” di piacere
Quando un cavallo espira in modo forte e prolungato, con le narici che vibrano leggermente, non sempre si tratta di un atto di nervosismo o allerta. In contesti rilassati – durante una passeggiata lenta, dopo una sessione di grooming o quando si trova in un luogo familiare – lo “sbuffo” può essere un segnale di rilassamento profondo.
È come se dicesse: «Ah… che bello così!».
Questo suono, rotondo e caldo, spesso contagia chi lo ascolta, creando un’atmosfera distesa nella scuderia. Non a caso, alcuni studi sul comportamento equino lo associano a una riduzione dello stress e a uno stato emotivo positivo.

Il “grooming reciproco”: grattarsi tra loro
Nella vita di branco, i cavalli dedicano molto tempo alla toelettatura reciproca (in inglese “mutual grooming”). Due cavalli si posizionano fianco a fianco, con le teste vicine alle spalle l’uno dell’altro, e iniziano a grattarsi con i denti, in genere lungo il collo e il garrese.
Questo comportamento non è solo un modo per alleviare il prurito: è un vero rituale sociale che rafforza i legami e consolida la fiducia. Più è forte il rapporto tra due cavalli, più tempo passeranno a scambiarsi queste attenzioni.
Un linguaggio di tenerezza
Questi gesti buffi e teneri ci ricordano che il cavallo non è soltanto un atleta o un compagno di lavoro, ma un essere sociale con emozioni complesse e bisogno di contatto.
Osservarli sbuffare con soddisfazione o grattarsi tra loro ci avvicina al loro mondo e, in qualche modo, ci invita a rallentare e godere delle piccole gioie.
C’è un momento, in scuderia o in un prato d’erba alta, in cui il tempo sembra fermarsi. Il cavallo abbassa leggermente la testa, le orecchie si rilassano, e dalle narici esce un soffio profondo, caldo come il vapore del tè nelle mattine fredde. Quel “sbuffo” non è solo aria: è la voce silenziosa della contentezza, un invito a condividere la sua calma.
Poi, due compagni si avvicinano. Si studiano appena con lo sguardo, finché uno non muove il collo e posa i denti sul garrese dell’altro. Un graffio delicato, ritmico, che diventa risposta quando l’amico ricambia. È un ballo lento, fatto di piccole pressioni e di fiducia assoluta. Se ti avvicini abbastanza, puoi sentire il calore che si scambiano, la vibrazione leggera del loro respiro.
E in quell’istante, tra il suono morbido degli zoccoli che si muovono appena e il profumo di fieno nell’aria, scopri che la felicità è proprio lì: nel respiro di un cavallo e nella sua amicizia sincera.
Hsj
foto Stefano Sechi
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